Aspettando il Natale

L'editoriale di Stefano Lavorini

Incrociamo le dita. Mentre siamo impegnati a fare provviste da mettere in dispensa in previsione delle prossime festività - cose buone, magari, preparate con le nostre mani, come le conserve della foto - continuiamo a tenere d’occhio i dati sulla pandemia immaginando i possibili scenari futuri, seguiamo l’andamento delle economie mondiali, l’aumento del prezzo dei prodotti energetici e delle materie prime, la scarsità e difficoltà di approvvigionamento di componenti e prodotti, e restiamo vigili monitorando lo sviluppo delle crisi geopolitiche e sociali in atto, nonché il triste ripetersi di fatti di cronaca, sempre più agghiaccianti, dai femminicidi alle morti sul lavoro…

Ci viene in soccorso, nel governare questa sorta di schizofrenica normalità, una residuale benché tenace dose di amore per sé, per gli altri, per la Patria, per Dio, per lo studio, il lavoro… e di allegria, che riescono a dare un certo epos anche al nostro vivere quotidiano.

In tale contesto, grande fatica ci impegna distinguere le notizie vere da quelle false e verosimili.

La voglia di ingannare e manipolare le persone è vizio di vecchia data, ma è di oggi la sua proliferazione e incontrollabilità.

E se prima erano gli Stati, i poteri forti ad alimentare le paure collettive, oggi, grazie al web, è pratica individuale.

D’altronde siamo tutti nella stessa Rete, o dalla parte dei bugiardi o degli ingannati, consapevoli dell’indifferenza alla menzogna, del fatto che basta lasciar passare un po’ di tempo perché si dimentichi quello che è stato già detto e già smentito.

Per esempio, come scrive Michele Serra delle persone convinte che il Covid sia una truffa del potere:

La molla che li agita non è affatto la grullaggine. È il suo contrario. È il culto della (loro) intelligenza, che li solleva di qualche palmo dalla (nostra) mediocrità. […] Loro invece non la bevono. Sanno leggere tra le righe, a differenza di noi minchioni che leggiamo solo le righe. Hanno fonti di informazione “indipendenti” che noi nemmeno ci sogniamo.

Effettivamente, vai a capire a chi si riferiscono questi campioni della controinformazione…

La tecnica della disinformazione non è mai cambiata, peraltro: si parte da alcune incontrovertibili piccole verità, si mettono in campo presunti esperti “amici” - e dico presunti - si rilancia con caparbietà la notizia falsa, contando sul timore di molti a sfidare il tabù della libertà di espressione.

La disinformazione procede come un bulldozer, non tiene in minimo conto le critiche. E ci sarà sempre qualcuno che, per un po’ di visibilità, non entrando nel merito della questione, si farà comunque bello (oh, ahimè anime pure!) sottolineando solo gli aspetti che non hanno valore essenziale o determinante.

La distorsione deliberata della verità e realtà dei fatti, che ha come effetto la diffusione di opinioni erronee o giudizî tendenziosi, trae d’altronde vantaggio dalla credulità altrui.

Cosa utile non solo per la disinformazione ma anche per il catastrofismo, ovvero la tendenza a fare previsioni pessimistiche per il futuro. Il segreto anche in questo caso, è partire da dati falsi e cavalcare l’onda emotiva che certi accadimenti, immancabilmente, suscitano in noi.

Molti sono così abituati a parlar male di tutto ciò che gli altri non fanno, che parlano male anche di quello che gli altri fanno.

Viviamo sulla nostra pelle (o su quella degli altri) lo stato di degrado del pianeta, e possiamo ben dire che la paura di alterare per sempre l’equilibrio del nostro ecosistema è tra quelle provvide paure che hanno consentito all’umanità di sopravvivere. Ma ciononostante, questa paura ne può nascondere altre e, soprattutto, occultare quanto si sta facendo per trovare una soluzione alla luce dei complessi problemi che sono della realtà.

Si rinnova, in definitiva, l’eterno antagonismo caro alla mitologia greca tra Epimeteo e il fratello Prometeo: il primo tanto “accorto in ritardo” (secondo l’etimologia del nome) quanto il secondo previdente. Tanto che, benché ammonito da Prometeo a non accettare doni da Zeus, Epimeteo accolse la bellissima Pandora mandatagli da questo e divenne così responsabile delle sventure dei mortali (riporta l’Enciclopedia Treccani).

Beh, che aggiungere?

Solo Buon Natale a tutti… con tanto di - e tanti - fuochi, falò, presepi, alberi, auguri, doni e… sughi.

Il nostro network