Tra emozioni e strategie
Cama Group compie 40 anni e conferma che “fare impresa” oggi significa mettere in campo velocità di reazione nel gestire la complessità e trasformare in opportunità ciò che altri considerano impedimenti.
Luciana Guidotti
«Ci siamo lasciati alle spalle un anno anomalo, che ha anzitutto imposto di riprogettare le regole del vivere comune per recuperare equilibrio e una buona visione d’insieme. Eppure, siamo più che mai convinti che lo stato di necessità che tutti - uomini e aziende - si sono trovati ad affrontare durante la pandemia, abbia agito da “acceleratore” di buone idee e buone pratiche. Per lo meno… per noi di Cama è stato così».
Parlano all’unisono Annalisa e Daniele Bellante, titolari di Cama Group (Garbagnate Monastero, LC), concordi nel celebrare la storia quarantennale della società - fondata dal padre nel 1981 - con la giusta dose di orgoglio per quanto fin qui svolto e per le prospettive garantite all’azienda, grazie alla consapevolezza di aver imboccato la strada giusta: quella della “super” specializzazione in packaging secondario, con una vocazione non comune all’innovazione. Ma andiamo con ordine.
Migliorarsi: sempre possibile
Schietta e gentile, attenta lettrice delle dinamiche di mercato e molto determinata, Annalisa Bellante (CO-CEO della società lecchese) racconta che
«nel 2020, al pari di altri, abbiamo affrontato una situazione eccezionale sotto tutti gli aspetti: organizzativo, gestionale, produttivo. Noi abbiamo però avuto la forza di interpretarlo come un momento di riflessione, difficile ma opportuno, anche grazie alla solidità costruita negli anni. Ci siamo quindi concentrati ad analizzare gli sprechi e le reali potenzialità all’interno dell’azienda… il che ci ha permesso di valutare il presente con lucidità, per migliorare ulteriormente i nostri processi.
Abbiamo dunque ripensato la società in chiave moderna e questo, in particolare, ci ha consentito di crescere in efficienza, adeguando la struttura alle necessità industriali contingenti, in primis l’offerta di una consulenza e di un servizio di assistenza di prim’ordine.
In altri termini, se esaminiamo gli indicatori, oggi stiamo ottenendo dei risultati davvero soddisfacenti, dopo aver ottimizzato i processi aziendali e dopo aver razionalizzato la rete di fornitura esterna, riportando al nostro interno alcune lavorazioni.
E le reazioni non si sono fatte attendere, premiando quello che è il vero plus dell’azienda «ovvero la capacità di ascolto: un atteggiamento che ci consente di dare risposte non scontate, personalizzando i sistemi di packaging secondario e “calandoli” in linee di confezionamento davvero complesse».
Come sottolinea ancora Annalisa:
«Non è quindi un caso che ci stiamo avvicinando agli obiettivi pre-Covid: i “famosi” 100 milioni di fatturato e una nuova sede, costruita secondo avanzati criteri di sostenibilità, più ampia e più funzionale a progetti futuri, molti dei quali già a buon punto».
Essere un passo avanti, ma con i piedi per terra
Cama rivendica, dunque, il ruolo di “specialista di packaging secondario” con sistemi di confezionamento automatizzato e ad alto contenuto tecnologico per i settori food e non-food. E lo fa senza arroganza, richiamandosi piuttosto alla tradizione delle origini nel settore cartotecnico… una tradizione ovviamente riscritta e rinnovata secondo i criteri di azienda dinamica e aperta al mondo, con il core nell’engineering e nella produzione.
Il gruppo opera con due divisioni, rispettivamente dedicate al packaging e alla robotica, ha filiali in Europa, Asia, Australia e America, e ha sostenuto la creazione di una rete di partner industriali “di prossimità” - a loro volta specializzati - insieme ai quali è in grado di proporre linee complete di confezionamento e imballaggio.
Lo ribadisce Daniele Bellante, CEO di Cama, inesauribile nello spaziare in pochi secondi dai temi green, ai trend di mercato fino agli aspetti “hard” della tecnologia, con una competenza che deriva dalla conoscenza diretta dei fatti e dal “duro lavoro sul campo”.
«In questo momento storico sono soddisfatto del grado di efficienza e della reputation che abbiamo raggiunto, il che ci ripaga dei tanti investimenti fatti in R&D, qualità e formazione e che hanno messo l’intera struttura nella condizione di reagire con prontezza anche a eventi non programmabili.
Sotto il profilo della proposta tecnologica, per esempio, alle difficoltà generate della pandemia abbiamo risposto rafforzando i servizi da remoto, con una piattaforma digitale dalle molte funzionalità come la visualizzazione pre-vendita, la progettazione e la messa in servizio in realtà aumentata di tutti i nostri sistemi.
È stata una soluzione preziosa per gestire le problematiche del distanziamento ma anche adatta, a prescindere dall’emergenza, a rispondere alle esigenze del mercato globalizzato a cui ci rivolgiamo. Un vero booster per la promozione e la vendita».
A 40 anni si cresce ancora
Daniele rivendica poi la bontà del modello di business messo a punto nel tempo, concentrato sulla specializzazione delle risorse e delle attività.
«La nostra forza sta nella capacità di offrire soluzioni tecnologiche realmente commisurate alle esigenze del cliente in fatto di packaging secondario, a partire dalla progettazione dell’imballaggio di cartone, che deve assicurare lavorabilità ed efficienza sulle nostre formatrici, incartonatrici o wrap around che siano. In altre parole, progettiamo macchine automatiche, isole di carico e robot al nostro interno e in funzione della meccanizzazione dell’imballo di cartone… coinvolgendo la nostra rete di partner per completare le linee a monte e a valle dei nostri sistemi».
Mettendo a frutto l’esperienza, Cama appare quindi oggi nella posizione di saper orientare i clienti nel fare scelte coerenti e vantaggiose dal punto di vista economico, trovando soluzioni alternative anche a quei progetti all’avanguardia tecnologica spesso richiesti.
«In fondo, la sfida vera per degli imprenditori come noi, sta nella capacità di adattare velocemente prodotti e processi al variare delle condizioni di mercato» concordano Annalisa e Daniele Bellante. «Ed è grazie al confronto con la realtà esterna che arriviamo a migliorarci, rinnovando l’entusiasmo e la voglia di fare impresa, cercando di combinare una visione lungimirante e coraggiosa con una gestione attenta delle risorse, così da assicurare un futuro sereno all’azienda».