Festina lente
L'editoriale di Stefano Lavorini.
“Affrettati lentamente”, diceva Svetonio, e personalmente aggiungerei, senza artificio e ornamento: sembra questo l’invito che CONAI ha rinnovato all’industria italiana in occasione della decima edizione di Ecopack, il Bando per l’ecodesign volto a premiare, con 600.000 euro, le soluzioni di packaging più innovative ed ecosostenibili immesse sul mercato nel biennio 2021-2022.
Anche quest’anno, infatti, in qualità di membro del Comitato Tecnico Allargato composto da esperti esterni, ho avuto modo di vagliare alcune centinaia di casi validati tramite l’Eco Tool CONAI*, nonché selezionati da un comitato tecnico composto dai referenti del sistema consortile, con il compito di scegliere i cinque super-premi da 10.000 euro l’uno.
Prima di enucleare alcune linee di tendenza generali, mi sembra doveroso dare riconoscimento ai vincitori:
- Utilizzo riciclato: Conserve Italia Soc. Coop. Agricola per la “Bottiglia in vetro per passata di pomodoro”;
- Facilitazione riciclo: Crocco Spa per il “Cappuccio elastico per confezionamento pallet - Stretch Hood ECO”;
- Riutilizzo: Davines Spa per “Sublime skin Intensive Serum”;
- Nuove applicazioni/tecnologie: Fontaneto srl per il “Sacchetto per pasta fresca Raviolo del plin”;
- Nuove applicazioni/tecnologie: Italsilva Commerciale srl per la “Ecoricarica lavatrice marsiglia 29 lav. 1305 ml”.
Inoltre, una menzione speciale per il caso e-commerce è stata assegnata a Nakuru srl per “Nakpack® Extreme”. Onore al merito a tutte queste aziende, dunque. Ma cosa dire delle altre?
Plastica vs Carta
Anche quest’anno è proseguito, anzi si è rafforzato, il fenomeno della “migrazione” da imballaggi di plastica a imballaggi di carta. Questa tendenza ha interessato numerosi imballaggi di plastica vergine che, peraltro, avrebbero potuto essere vantaggiosamente rimpiazzati da imballaggi di plastica riciclata.
Per non dire, poi, della perplessità che suscitano i casi in cui la plastica, vergine o riciclata, è sostituita da poliaccoppiati a base cellulosica di tipo C, ovvero imballaggi in cui la componente carta è superiore o uguale al 60% ma inferiore all’80% e il cui riciclo è complesso e oneroso: si stima che su 100 kg di imballaggi, più di 60 kg diventino scarto non riciclabile allo stato delle tecnologie attuali.
In pratica, sembra proprio, a volte, di trovarsi di fronte ad azioni di marketing (o meglio di greenwashing) più che a interventi mirati a migliorare l’efficienza ambientale dell’imballaggio.
Plastica rigenerata e monomateriali
Più concreto e promettente il trend nel campo degli imballaggi di plastica che, in generale, fanno registrare una drastica riduzione degli spessori (quasi a cancellare la differenza tra imballaggi rigidi, semirigidi e flessibili), nonché un crescente utilizzo di polimeri riciclati (fino al 100%) in numerose applicazioni, anche in campo alimentare.
Per quanto riguarda l’imballaggio flessibile crescono in modo chiaro le soluzioni monomateriali barriera in sostituzione di quelle multimateriali con AL, EVOH, EVA, PA e questo grazie anche al miglioramento delle prestazioni garantite da adesivi e lacche ad hoc, che peraltro spero in futuro vengano messe in evidenza nelle schede prodotto.
In questo ambito, però, mi hanno colpito alcuni casi in cui la nuova soluzione adottata è così lontana dalla precedente da far nascere qualche dubbio: in altri termini, o si è deciso di ridurre la shelf life del prodotto, o il precedente imballaggio era clamorosamente sovradimensionato in relazione alle esigenze di protezione dell’alimento.
Per ragioni di spazio, mi fermo qui. Aggiungo solo che sono ancora troppo pochi i casi di riprogettazione del packaging in funzione delle esigenze logistiche, ma anche di riutilizzo degli imballaggi almeno in ambito B2B. Comunque, mi riprometto di approfondire una mappatura più dettagliata di quanto il mercato monitorato da CONAI offre, per cercare di intendere con un minimo di attendibilità gli sviluppi futuri che ci attendono.
*L’Eco Tool CONAI è uno strumento di Life Cycle Assessment semplificato, in grado di calcolare gli effetti delle azioni di prevenzione in termini di risparmio energetico, di risparmio idrico e di riduzione delle emissioni di CO2, oltre che (solo per i casi di imballaggi che facilitano le attività di riciclo) di quantità di materia prima seconda generata. Anche quest’anno l’Eco Tool CONAI e l’analisi dei casi sono stati sottoposti alla validazione da parte di DNV, ente di certificazione internazionale.