Nestlé verso materie prime a “zero deforestazione”
Per raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050, Nestlé va oltre la protezione delle foreste e si impegna a favorirne la rigenerazione. Queste ulteriori azioni si basano sui grandi sforzi compiuti nell’ultimo decennio finalizzati ad azzerare la deforestazione legata alla produzione delle principali materie prime utilizzate. A dicembre 2020 la multinazionale svizzera ha confermato che il 90% di questi ingredienti chiave (olio di palma, zucchero, soia, carne, così come cellulosa e carta) è a “zero deforestazione”, ma che accelererà il passo per raggiungere il 100% entro il 2022.
Per raggiungere questo risultato, la multinazionale svizzera ha utilizzato diversi strumenti, come la mappatura della sua filiera, procedure di certificazione, verifiche in loco e servizi di monitoraggio satellitare come Starling o Global Forest Watch. L’azienda ha inoltre collaborato con agricoltori, comunità agricole e fornitori locali.
"Per soddisfare il fabbisogno alimentare mondiale del 2050, la produzione agricola dovrà crescere di circa il 50% rispetto ai livelli del 2013" - ha dichiarato Magdi Batato, Executive Vice President, Head of Operations di Nestlé - "Per poter affrontare questa sfida è più che mai importante proteggere gli ecosistemi naturali e ripristinare le foreste per il nostro futuro”, aggiungendo anche che questa strategia “positiva” sia fondamentale per rigenerare le risorse idriche del nostro pianeta, proteggere la salute del suolo e lo stoccaggio del carbonio
Nestlé incoraggerà i suoi fornitori ad adottare un approccio positivo nella gestione delle foreste per creare paesaggi e mezzi di sussistenza sostenibili, premiando il loro impegno attraverso l’acquisto di maggiori quantità di materie prime, stipulando contratti a lungo termine, co-investendo in programmi che promuovano la conservazione e il ripristino delle foreste o pagando un sovrapprezzo sui loro prodotti.
"Possiamo raggiungere un approccio positivo nella gestione delle foreste solo se lavoriamo fianco a fianco di agricoltori, comunità locali, partner industriali e governi per realizzare soluzioni più ampie a livello locale, regionale e globale” – ha aggiunto Batato - "I benefici sono numerosi: comunità e mezzi di sussistenza più resilienti, sistemi alimentari più sostenibili e un pianeta più sano".
Image credits: Nesté