Gli imballaggi cellulosici (2020)

Dall’Europa all’Italia, l’andamento di mercato di una tipologia di confezionamento largamente impiegata in tutti i settori merceologici.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

In termini di tonnellate, il settore degli imballaggi cellulosici è il più rappresentativo dell’intero comparto imballaggi in Italia (32,9% di share).

Secondo le indicazioni esposte in Imballaggio in cifre, sono 5 le tipologie di confezionamento che afferiscono al settore:

  • fogli e contenitori di cartone ondulato (compreso espositori);
  • astucci e scatole pieghevoli di cartoncino;
  • sacchi in carta di grandi dimensioni;
  • altri imballaggi cellulosici (fusti in cellulosa, tubi, carta da incarto, sacchetti piccoli e shopper, etichette, supporti in carta nel settore maglieria e abbigliamento, ecc.);
  • contenitori rigidi accoppiati a prevalenza carta.

Trend di mercato in Europa

Analizzando i dati 2020 a livello europeo (EU a 27 paesi), l’industria cartotecnica trasformatrice - cui fa capo anche l’industria degli imballaggi di carta e cartone - registra un trend complessivo in calo, con la produzione al -3,9%. I risultati peggiori sono stati registrati nel 2° e 3° trimestre 2020, periodo di lockdown, mentre il 4° trimestre ha vissuto miglioramenti tendenziali.

Il fatturato ha evidenziato un calo generalizzato più significativo (-7,9% rispetto al 2019); a livello di singoli Paesi, il giro di affari peggiore è da imputare a Germania e Spagna (entrambe al -8,2%), seguite dalla Francia (-7,3%); decisamente migliore, invece, il trend del fatturato italiano che cala solo del -3%.

Tabella 1. Scheda monografica del settore imballaggi cellulosici (2007-2020).
  2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Δ 20/19 Δ 20/07
Fatturato MLN/euro 7.380 7.315 6.450 7.040 7.455 7.210 7.174 7.410 7.590 7.740 7.921 8.137 8.288 8.054 -2,80% 9,10%
Produzione t/000 5.435 5.212 4.839 5.145 5.075 4.856 4.876 4.985 5.081 5.196 5.337 5.412 5.491 5.548 1,00% 2,10%
Esportazione (t/000)  460 459 443 502 518 521 532 557 561 591 612 630 635 610 -3,90% 32,60%
Importazione (t/000) 106 115 100 110 114 124 112 130 130 148 155 157 227 144 -36,60% 35,80%
Utilizzo apparente (t/000)  5.081 4.868 4.496 4.753 4.671 4.459 4.456 4.558 4.650 4.753 4.880 4.939 5.083 5.082 -0,02% 0,00%

Fonte/source: elaborazioni Istituto Italiano Imballaggio

Trend di mercato in Italia

Nel nostro Paese, il settore degli imballaggi cellulosici riesce a mantenere un certo equilibrio della rappresentatività rispetto al totale del comparto packaging, sia se la si analizza in termini di peso (33%) sia in relazione al fatturato (24% circa).

Nel 2020, nonostante il difficile momento economico vissuto dall’intero settore manifatturiero, l’industria degli imballaggi di carta e cartone è riuscita a registrare un andamento positivo.

Un successo significativo per l’Italia, con una produzione di imballaggi di carta in crescita dell’1%, arrivando a superare le 5.540 t/000.

Andamento diversificato invece per il fatturato, che chiude con una flessione pari al -3% rispetto al 2019, assestandosi sugli 8.054 mln di euro.

Anche il commercio estero risulta in calo, sempre con dati espressi in tonnellate: esportazioni al -3,9%, importazioni al -36,6% (!). 

L’utilizzo apparente (ricavato dalla formula produzione + importazione – esportazione), che non tiene conto del movimento scorte, risulta invece stabile rispetto all’anno precedente.

La maggioranza degli scambi commerciali avviene in Europa: l’86,7% degli imballaggi di carta e cartone importati proviene infatti da paesi europei, così come l’87,5% del nostro export resta nel Vecchio Continente. Francia e Germania rimangono i paesi con i quali abbiamo gli scambi più significativi: i cugini d’Oltralpe assorbono il 30,5% delle nostre esportazioni in ambito UE, mentre importiamo dalla Germania una quota del 31,5% sul totale delle importazioni dall’UE.

Per quanto riguarda il resto del mondo, il 93% delle importazioni extra UE arriva dalla Cina, mentre il nostro export extra UE è indirizzato per il 72% circa verso l’Africa.

Tabella 2. Evoluzione della produzione nel settore imballaggi cellulosici, suddivisi per tipologia (dati espressi in t/000).
  2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Δ 20/19 Δ 20/07
Cart. ondulato 3.837 3.705 3.485 3.677 3.613 3.473 3.498 3.570 3.620 3.719 3.791 3.886 3.933 4.000 1,70% 4,20%
Carto. teso 780 759 688 745 747 707 700 731 764 769 783 790 821 819 -0,20% 5,00%
Sacchi 215 201 185 198 198 182 191 195 189 187 195 197 203 200 -1,50% -7,00%
Acc. Prev. CA 132 132 131 135 137 134 132 136 139 139 139 139 139 139 0,00% 5,30%
Altro (1) 471 415 350 390 380 360 355 353 369 382 401 400 395 389 -1,50% -17,40%
Totale 5.435 5.212 4.839 5.145 5.075 4.856 4.876 4.985 5.081 5.196 5.309 5.412 5.491 5.547 1,00% 2,10%

1) nel 2017 è stato introdotto un nuovo metodo di rilevazione

Fonte/source: elaborazioni Istituto Italiano Imballaggio

In dettaglio, le tipologie di imballaggi cellulosici

Fogli e contenitori di cartone ondulato

Il materiale è utilizzato in prevalenza nella produzione di scatole utilizzate per il trasporto e lo stoccaggio di merci o come imballaggio secondario destinato a contenere prodotti a loro volta confezionati in imballaggi primari. 

Ormai da alcuni anni l’andamento del comparto, anche nel nostro Paese, è influenzato in positivo dal ricorso alla compravendita di beni online, una tipologia di distribuzione che, solo in Italia, ha toccato nel 2020 un tasso di crescita del 30%. Questo trend ha portato a movimentare circa 420 milioni di spedizioni, da cui l’industria del cartone ondulato ha ricevuto un grande impulso.

Nel 2020 gli imballaggi in cartone ondulato hanno rappresentato il 73,9% del totale imballaggi in carta e cartone, rappresentatività in aumento rispetto a quella registrata l’anno precedente. La produzione raggiunge le 4.000 t/000 (+1,7% rispetto al 2019).

Non è solo il mercato online a influire positivamente sul comparto, aiutato anche dal progressivo ricorso al cartone ondulato in ambito ortofrutta per la produzione di cassette che, piano piano, stanno soppiantando quelle di legno.

Per quanto riguarda il commercio estero si registra sempre un saldo commerciale positivo, con le esportazioni che continuano a essere nettamente superiori alle importazioni. Nel 2020 però il commercio estero ha segnato andamenti negativi: -63% per le importazioni e un limitato -4% per le esportazioni.

In base all’analisi dei settori utilizzatori di cartone ondulato, secondo i numeri elaborati nella Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, il 34,6% del cartone ondulato è destinato al settore alimentare, il 12,6% all’ortofrutta e il 16,8% alle bevande, per un totale del 64% (settore food). La restante parte si suddivide tra arredamento (10,9%) e altro (25,1%).

Da sottolineare la tendenza di crescita del settore alimentare rispetto agli altri.

Astucci e scatole di cartoncino teso

Le confezioni di cartoncino teso rappresentano il 15,4% degli imballaggi in carta e cartone. Possono essere composti al 100% di cartoncino oppure abbinati a film di PE o a film di alluminio. L’abbinamento del film plastico o del film di alluminio si rende in genere necessario per conferire all’astuccio un aspetto più accattivante, come accade per esempio per quelli impiegati nel settore cosmetico, o per particolari esigenze legate all’impiego.

Nel 2020 la produzione è risultata in calo dello 0,3%. Delle circa 819 t/000 prodotte, l’83% è rappresentato dagli astucci pieghevoli, la restante parte è rappresentata da scatole di varie dimensioni.

Per quanto concerne il commercio estero, le esportazioni calano in maniera significativa (-5,9%), mentre le importazioni risultano al -3,5%.

Questa tipologia di imballaggi è impiegata per il 45,9% in ambito food, per il 19,6% in ambito beverage (entrambe le aree risultano in crescita). Il 9,8% è destinato al cosmetico e farmaceutico, mentre il restante 24,7% è imputabile alla voce “altro non food”, dove rientrano per esempio i piccoli e grandi elettrodomestici, pentole e utensili da cucina, prodotti per la detergenza domestica, prodotti accessori di arredo, ecc.

Sacchi di carta di grande dimensione

In base alle elaborazioni Gipsac (uno dei Gruppi di Specializzazione di Assografici), nel 2020 il settore, con una share pari al 3,7% sul totale degli imballaggi cellulosici, registra un calo pari al -1,7%. Questa tipologia di packaging è utilizzata in prevalenza nel settore “costruzioni” per confezionare materiali edili (57,5%), cui segue il settore alimentare (17,9%) per l’imballaggio di farine, cereali, ecc. e quello dei mangimi (10,5%). La voce altro rappresenta il 14,1%.

Altri imballaggi cellulosici

La voce comprende diverse tipologie di packaging, come fusti di cellulosa e tubi per confezionare bottiglie, tubi cellulosici per carta a uso domestico, carta da incarto, carta pergamena e solfito da incarto, carta ondulata, sacchetti piccoli, shopper, incarti automatici, fogli di carta per supporto capi di abbigliamento, etichette, piattaforme ed espositori di cartone teso e cartoncino, ecc.

Nel 2020 la voce in analisi registra un calo pari al -1% circa, con le importazioni in calo del 32,6% e le esportazioni, anch’esse in calo, ma del -9,4%.

La produzione espressa in tonnellate è pari a 391 t/000.

Contenitori accoppiati rigidi a prevalenza carta

Nella presente analisi facciamo rientrare anche gli imballaggi accoppiati in prevalenza carta, anche se in Imballaggio in cifre vengono analizzati in un capitolo a parte. Per questi imballaggi permane un certa stabilità da diversi anni. Sono indubbiamente una tipologia di packaging fortemente radicata nei principali settori utilizzatori, quali latte e derivati e succhi di frutta.

Il riciclo e le quotazioni delle materie prime

L’attività di riciclo degli imballaggi in carta e cartone continua a crescere: nel 2020 si è raggiunto e superato l’87% di tasso di riciclo, anticipando di 10 anni gli obiettivi fissati per il 2030. Risultato molto importante conseguito grazie al lavoro di COMIECO il consorzio che, in ambito CONAI, si occupa di garantire e promuovere appunto il riciclo degli imballaggi in carta e cartone.

Prezzi materie prime. Nel 2020 le medie relative alle quotazioni dei prezzi delle materie prime utilizzate per produrre imballaggi in carta e cartone risultano tutte in calo.

I prezzi presi in analisi sono quelli della Camera di Commercio di Milano e fanno registrare un -6,2% medio per i prezzi relativi al cartone ondulato, -9% per la Carta da involgere, -9,5% per la carta utilizzata per produrre sacchi, e -0,8% per i cartoncini patinati. Anche per quello che riguarda la carta proveniente da riciclo le medie delle quotazioni risultano in calo intorno al -10%.

I cali non riguardano solo i prezzi quotati nel nostro paese ma anche le quotazioni rilevate a livello europeo.

 

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