Nuovo: PET con elevata barriera all’ossigeno

PRODUZIONE E AMBIENTE Arcoplastica fa ricerca e pensa “sostenibile”: per il confezionamento alimentare in atmosfera protettiva ha infatti messo a punto un PET additivato che può sostituire i multistrato tradizionali. I vantaggi? Alte prestazioni, massima trasparenza e il grande plus del facile recupero e riciclo dei contenitori monomateriale.

Dallo studio e realizzazione della materia prima, alla progettazione e costruzione dello stampo, fino alla produzione di contenitori finiti per il food e il non food: la Arcoplastica (Andezeno, TO) è una delle poche realtà europee a gestire l’intero processo produttivo incentrato sull’estrusione e termoformatura di materie plastiche.
Da anni ai vertici del comparto, con le ultime proposte conferma la propria vocazione all’innovazione in chiave “green”. Ce ne parla Marco Torta, responsabile commerciale della società piemontese.   
«1.220 tonnellate di plastica, ovvero, 40 milioni e 680 mila bottiglie di acqua: tanto è stato il materiale recuperato e immesso nuovamente sul mercato da Arcoplastica sotto forma di R-PET solo nel 2013. Un risultato, questo, reso possibile da un approccio che punta a incrementare di anno in anno il nostro impegno nei confronti delle tematiche ecologiche».
Obiettivo dell’azienda è infatti di migliorare quanto possibile le performance ambientali dei propri sistemi di confezionamento, investendo risorse e competenze in un massiccio impiego di materiale riciclato. Ma non solo: Arcoplastica continua a investire nello studio di nuove strutture e di packaging biodegradabili, nella progettazione di confezioni più leggere e innovative dal punto di vista formale e strutturale con l’obiettivo di ridurne ulteriormente l’impatto ambientale a parità di prestazioni meccaniche.

Più sviluppo, meno materiali
Tassello importante della strategia ambientale di Arcoplastica è rappresentato dalle attività volte a ridurre le tipologie di materiali immessi sul mercato. Per questa ragione, l’azienda ha scelto di utilizzare nei propri processi produttivi il PET come materia prima principe e ha, quindi, sviluppato per il confezionamento in atmosfera protettiva una nuova tipologia di PET additivato, con una spiccata barriera all’ossigeno, perfettamente paragonabile a quella offerta dai materiali multistrato.
«La barriera all’ossigeno offerta dal nostro materiale - spiega ancora Marco Torta - dipende dalla capacità di individuare e bloccare il passaggio delle molecole di ossigeno e le sue prestazioni sono confrontabili con quelle dei materiali poliaccoppiati barrierati, come il PET laminato con PE-EVOH-PE.  Stiamo iniziando a utilizzare questo nuovo materiale in collaborazione con i nostri clienti, attivi nel settore food degli affettati, della pasta fresca e dei formaggi, proprio perché il nostro film PET monostrato barrierato offre un vero valore aggiunto al packaging del prodotto: alla tradizionale trasparenza garantita dal PET, infatti, unisce la caratteristica di essere costituito da un solo polimero. In pratica  - conclude Torta - abbiamo creato una nuova generazione di contenitori, completamente riciclabili».

Una scelta competitiva
Scegliere una confezione totalmente composta da PET semplifica la differenziazione e il riciclo durante il processo produttivo, consentendo così di riutilizzare completamente gli sfridi, con un conseguente aumento di efficienza ed economicità.
«Essere riusciti a valorizzare ulteriormente un materiale già inserito perfettamente nei processi di riciclo come il PET - prosegue Marco Torta - è un traguardo del quale siamo particolarmente orgogliosi: alla leva competitiva, infatti, si aggiunge il buon risultato dal punto di vista ecologico».
L’impiego del nuovo materiale monostrato barrierato integra le azioni che da sempre l’azienda conduce a salvaguardia dell’ambiente. Non ritenendo i propri sfridi di lavorazione un rifiuto bensì un’importante risorsa, ogni giorno Arcoplastica ne recupera un quantitativo elevato dal ciclo produttivo e li riutilizza nel pieno rispetto delle caratteristiche tecnologiche e di alimentarietà imposte dalla normativa vigente.
«Abbiamo ottenute le certificazioni ISO 9001; ISO 14001 e siamo certificati secondo lo standard BRC/IOP» ricorda al proposito il responsabile, che conclude «Siamo infine regolarmente impegnati a ridurre il consumo di risorse anche attraverso l’adozione di impianti e macchinari allo stato dell’arte e ad alta produttività, con requisiti elevati di efficienza energetica e di rendimento. Senza contare che Arcoplastica svolge un’attività costante di formazione e sensibilizzazione su tematiche ambientali nei confronti di dipendenti e fornitori».                                                  

 

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