Rinnovarsi, restando sé stessi

Cambiare senza tradire le proprie origini. Aprirsi a una visione del futuro che abbraccia strumenti digitali ed efficienti, senza perdere di vista il valore delle persone e delle relazioni. Ospiti di Servotecnica, abbiamo parlato con Sabrina Bistoletti, Matteo Salgarello e Alessandro Gomarasca per capire come l’azienda intende farlo.

Arrivati a Nova Milanese, la bella sede di Servotecnica ci aspetta in una strada ai limiti del paese. Il via vai di mezzi rende l’idea del grado di attività della zona e anche noi di ItaliaImballaggio non perdiamo tempo e varchiamo la porta d’ingresso. A sinistra il desk della reception, mentre ai piedi della scala che conduce al piano superiore, ci aspetta sorridente Sabrina Bistoletti, Sales Analyst e Communication Manager:

«Benvenuti nei nostri uffici, che abbiamo ridisegnato di recente proprio per accogliere al meglio partner, clienti e ospiti e trasmettere in modo chiaro la nostra identità e il nostro modo di lavorare».

Servotecnica nasce come realtà familiare grazie all’iniziativa di due soci (Emilio Bistoletti e Adriano Salgarello) e oggi viene guidata dai loro figli: una seconda generazione che ha ben chiara l’importanza di mantenere vivo il calore della relazione umana nel condurre in porto un progetto o un business.

Al tempo stesso l’azienda vuole crescere e dotarsi di tutti i più moderni strumenti per pianificare al meglio le strategie di sviluppo e assicurare ai clienti il miglior servizio possibile. Lo showroom, il nuovo laboratorio di test e la creazione di un database aggregato: quello che abbiamo scoperto nella nostra visita a Servotecnica sembra andare nella giusta direzione.

Lo showroom

Sabrina ci accompagna con orgoglio in un ampio spazio dove, in bella presenza, sono esposti i principali articoli distribuiti o prodotti da Servotecnica: motion control, azionamenti, attuatori, slip ring con demo box funzionanti. Tutto a portata di mano.

«Abbiamo voluto questa galleria - spiega la Communication Manager - non solo per presentare in modo efficace il nostro ampio catalogo, e quindi, indirettamente, chi siamo. Abbiamo creato un luogo dove possiamo incontrare partner e clienti, per fare business o preparare un progetto, avendo i prodotti davanti agli occhi, toccando concretamente quello di cui si parla e la qualità che ne deriva. Coinvolgere le persone, far capire loro che sono in mani esperte e attente è essenziale e il nuovo showroom è il nostro “biglietto da visita”».

Un posto d’onore tra i prodotti in esposizione spetta agli slip ring firmati dall’azienda (si veda il box di spalla).

Il laboratorio di test

Dal controllo qualità alla simulazione prototipale: mentre accediamo al laboratorio, le parole del responsabile sviluppo prodotto della società, Alessandro Gomarasca, fanno capire quanto l’azienda punti su questo aspetto.

«Possiamo condurre tante analisi specifiche su un pezzo reale che ci viene reso dal cliente, per capire l’entità di un guasto o valutarne il grado di usura. O simulare in fase progettuale il comportamento in diverse configurazioni e situazioni utilizzando banchi dedicati come quello per i motori lineari con diversi tipi di feedback e azionamenti. È chiaro che le condizioni ambientali dell’applicazione possono essere difficilmente replicabili in laboratorio, ma adottiamo alcuni standard per anticipare possibili problemi e risolverli ancora prima che si presentino al cliente, in una sorta di manutenzione predittiva. Ogni test ha lo scopo di trovare la soluzione ideale per evitare anomalie sulla macchina del cliente».

Test elettrici, certificazione della piena compatibilità con il protocollo ethernet, tracciabilità dei prodotti: nulla viene lasciato al caso e tutto può essere condiviso, in formato digitale, con il cliente.

«Nel settore medicale, ad esempio, consegniamo un test report per ogni unità venduta secondo le richieste del comparto».

Digitalizzazione, database e… relazioni umane

Matteo Salgarello, Amministratore Delegato, riconosce che

«in tempi non sospetti, siamo stati incredibilmente fortunati o lungimiranti: abbiamo infatti compiuto i passi necessari alla digitalizzazione di tutti i processi interni già nel 2019 così, allo scoppiare della pandemia, eravamo pronti a lavorare da remoto».

Nei mesi di lockdown forzato, Servotecnica ha infatti operato senza interruzioni per garantire continuità di forniture ad alcuni clienti della filiera primaria, senza far ricorso agli ammortizzatori sociali e cercando di tutelare il più possibile i propri dipendenti.

«Il 2020 è stato ovviamente un anno particolare, durante il quale ci siamo concentrati sulle strategie commerciali e di investimento. Abbiamo per esempio potenziato la nostra presenza in Germania e negli Stati Uniti, così da promuovere al meglio il brand Servotecnica presso i produttori locali: una politica, questa, che ha dato buoni frutti, se guardiamo ai risultati di chiusura del 2021 analoghi all’epoca pre-Covid. Per il 2022, il numero di ordini acquisiti fa ben sperare, sebbene la situazione di instabilità geopolitica potrebbe riservare ancora spiacevoli sorprese…».

Riprende Alessandro Gomarasca:

«Da parte nostra abbiamo imparato a reagire a situazioni complesse, come la difficoltà di approvvigionamento dei componenti, con razionalità: questo problema impatta soprattutto la nostra linea di produzione di motori custom, costruiti su specifiche del cliente a partire da un foglio bianco. Abbiamo quindi avvisato i clienti con congruo anticipo e concordato una pianificazione strutturata per i prossimi anni: le realtà con cui lavoriamo sono solide e capaci di fare una programmazione alla luce delle variabili esterne».

Oltre che da questo, la soddisfazione del cliente passa anche attraverso un altro servizio, il magazzino, che Servotecnica ha sempre tenuto in grande considerazione, come puntualizza Salgarello:

«Lo abbiamo garantito anche in passato, quando era piuttosto bistrattato. Ha un costo importante ma anche un alto valore per i clienti e lo abbiamo capito tutti ora: sembrava scontato avere tempi di consegna ristretti, ma non è così».

L’approccio razionale, assieme alla voglia di crescere, emerge anche dal prossimo passo dell’azienda sulla via della digitalizzazione:

«Vogliamo realizzare un database - illustra Salgarello - che possa raccogliere i dati delle diverse piattaforme che utilizziamo, principalmente ERP e il CRM lato cliente, magari incrociando anche la gestione documentale e l’advertising. Avere a disposizione dei dati e poterli accorpare ormai è fondamentale, soprattutto quando i mercati di interesse aumentano. Dobbiamo dotarci di strumenti che permettano una reportistica adeguata, maggiore sensibilità verso l’operato delle filiali e facilitino la relazione con il cliente. Potremo così fare previsioni fondate e prendere di conseguenza le decisioni adeguate, senza tuttavia dimenticare una cosa: da soli i dati non bastano… Possono offrire lo spunto per un’idea o magari confermare una teoria, ma è il contributo e il coinvolgimento delle persone a fare sempre la differenza.

D’altronde - conclude Salgarello - il nostro impegno di oggi nasce dall’orgoglio di fare parte di un’azienda che ha segnato la storia del motion control in Italia, e che ha nel servizio di qualità abbinato alla tecnologia il proprio punto di forza. La tenacia e la volontà di migliorare sono elementi fondanti del nostro successo».

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Da distributori a produttori: focus sugli slip ring

La distribuzione esclusiva in Italia dei prodotti di società straniere nel settore dell’automazione resta il fulcro dell’attività di Servotecnica, che da diversi anni sviluppa anche prodotti a marchio proprio - in particolare collettori, motori, micromotori brushless, flat e, prossimamente, i drive - che vengono commercializzati sia in Italia sia all’estero tramite una rete di distributori creata ad hoc.

«Tra i primi dispositivi che abbiamo sviluppato internamente - racconta Sabrina Bistoletti - ci sono gli slip ring, quei dispositivi elettromeccanici che permettono la trasmissione di potenza e segnali elettrici in modo continuativo da una parte statica a una in rotazione o viceversa e semplificano in modo significativo le fasi di montaggio e assemblaggio, evitando l’uso di sistemi articolati con cablaggi complessi. Ne siamo diventati produttori quasi per necessità: per anni abbiamo infatti distribuito con successo un marchio, che poi ha deciso di aprire una sede in Italia. Quindi, per non perdere un articolo a catalogo e soprattutto il buon mercato che avevamo creato, abbiamo deciso di fare “il salto di qualità”».

Interviene al proposito Alessando Gomarasca: «Gli slip ring sono forse il prodotto più flessibile del nostro portafoglio attuale, pensato per essere componibile e personalizzabile. Esistono comunque degli standard: per esempio nel settore delle macchine per imballaggio uno degli slip ring più usati, è l’SVTS B 01. In particolare sulle flowpack, è il modello standard e meno modificabile. Ne vendiamo circa 6/7 mila pezzi l’anno e abbiamo sempre uno stock a magazzino di almeno 200 pezzi. Sono unità economiche, di durata limitata (6/12 mesi) e facili da sostituire, dato che non hanno cavi ma connettori plug and play. Serviamo clienti worldwide, che sono ben consapevoli della necessità di cambiare regolarmente questo componente - precisa Gomarasca - studiato apposta con determinate caratteristiche. Ben diversi, invece, sono gli slip ring usati sulle giostre delle linee di riempimento e di etichettatura. Si tratta di unità più grandi rispetto alle precedenti, con cavi e connettori realizzati ad hoc per il cliente. Soprattutto sono unità costruite per durare e a cui viene richiesta la massima affidabilità, anche perché sono collocate nel cuore della macchina: i test che eseguiamo nel nostro laboratorio sono quindi un passaggio cruciale per verificarne la congruità».

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