Senza eSITazioni

Continua la crescita del gruppo SIT nel mondo dell’imballaggio flessibile. Dati alla mano, è sorprendente come l’azienda di San Marino riesca a tenere in equilibrio, anno dopo anno, risultati e investimenti, innovazione e tradizione. Il segreto… energia e intelligenza e saper sognare con gli occhi ben aperti.

Lavori in corso. In questo preciso avvertimento sta, probabilmente, la giusta chiave di lettura per comprendere come e perché la SIT di San Marino sia diventata una delle realtà di spicco nel settore della stampa e trasformazione di imballaggi flessibili per prodotti alimentari e non.
Una frenetica e continua laboriosità e non solo in senso figurato. Lo scopro incontrando nella sede di Faetano, sotto il monte Titano, la fondatrice e presidente Simona Michelotti e il direttore generale Claudio Carattoni, che mi raccontano, con accenti diversi, ma comunque con l’immancabile calore e garbo, dei tanti progetti che stanno portando avanti...
La costruzione ex novo, ormai quasi ultimata, del reparto incisione: un’area di circa 4.500 metri quadri coperti compreso un magazzino automatizzato per lo stoccaggio di 24.000 cilindri.
Il reparto incisione, realizzato con criteri allo stato dell’arte, è stato volutamente dimensionato per coprire solo in parte il fabbisogno produttivo del Gruppo e questo per consentire la prosecuzione del rapporto di servizio e sviluppo tecnologico con fornitori esterni specializzati.
E poi, sempre per restare in “campo edile”, i nuovi uffici della corporate, Sit Group a cui fanno capo i tre siti produttivi specializzati per prodotto/mercato: la SIT (San Marino) e la SITITALIA (Pesaro), che utilizzano tecnologia rotocalco, nonché lo stabilimento SAREL PLAST (Stanghella, Padova) dove si stampa in flessografia.

Corsi e ricorsi
Torno in SIT e riconosco sempre, tra i tanti cambiamenti, gli elementi connotativi di fondo di questa realtà, a riprova di quanto possano essere importanti i valori etici su cui si fonda l’impresa, se vissuti con convincimento e non per convenienza, ma anche le strategie e i programmi operativi, se ben ponderati e non improvvisati.
Un continuum tutt’altro che scontato, considerando l’evoluzione a partire dal 1967, quando Simona Michelotti diede vita, con il padre Romano, prima alla società Rotostampa e poi, nel 1971, alla SIT.
Ricordo la sua narrazione degli inizi, di come l’essere donna fosse stato oggetto di sottovalutazione da parte  di alcuni interlocutori e di quanto, per certi versi, questo l’avesse avvantaggiata. E poi, una volta diventata “grande” l’azienda, con quanta riluttanza avesse accettato di lasciare il vecchio ufficio, contiguo al reparto di produzione dove, a suo dire, trovava forza e conforto nel rumore delle macchine da stampa e nell’odore dell’acetato di etile.
Oggi, del passato, restano, oltre ai valori, managerialità, passione e qualità delle risorse umane perché «è la professionalità e la motivazione delle persone che operano in azienda a fare la differenza».
E il buon senso… che ha indotto la Michelotti a finanziare con mezzi propri e societari la metà dell’investimento necessario per la nuova costruzione… tanto per non mettersi nelle mani delle banche.

Crescere bene
L’attività del Gruppo, come detto, è la stampa rotocalco e flessografica di film trasparenti e metallizzati, carta, ma anche accoppiamento, con e senza solventi, e trattamenti specifici per esigenze grafiche e di protezione del prodotto.
Questa realtà è fortemente orientata alla total quality e agisce secondo norme di Good Manufacturing Practice (GMP), ma anche con attenzione all’etica, al rispetto umano, per l’ambiente e verso la realtà sociale. Di quello che “vale” la SIT dicono in sintesi le cifre: in un mercato non facile come quello di questi anni, l’esercizio 2013 ha chiuso con un fatturato in crescita dell’ 11%, raggiungendo quota 111 milioni di euro, di cui 50% in Italia e altrettanto all’estero.
La produzione, realizzata per oltre il 50% negli stabilimenti italiani, ha superato i 450 milioni di mq.
Performance invidiabili, frutto di un’attenta pianificazione che ha permesso di anticipare gli obiettivi stabiliti nel programma 2012/2016.
Molto bene, addirittura al di là delle aspettative, l’andamento dell’attività connessa alla stampa rotocalco, tanto che in SITITALIA sono state installate nel biennio 2012/2013 non una, ma due nuove macchine da stampa, mentre in SIT la turnazione è organizzata già da tempo su quattro squadre.
In questo contesto, non è da meno la crescita di fatturato relativa alla stampa flessografica, in aumento del 30%, senza nuove macchine, grazie all’interesse dimostrato da importanti clienti italiani ed esteri.
Anzi, oggi, l’obiettivo è proprio quello di concentrarsi anche su questo segmento di mercato a livello internazionale, con investimenti mirati già previsti nel programma 2013/2018, puntando in particolare alla ricerca di efficienza e di nuovi sviluppi come già fatto nel campo della stampa rotocalco, in modo da sfruttare al meglio le peculiarità di questa tecnologia (consumi di inchiostro, costi e ingombri degli impianti di stampa, ecc.).

Guardando oltre confine
San Marino, Italia, Europa… il mercato della SIT è fondamentalmente quello continentale. La componente di servizio e la tempistica nella fornitura di imballaggio flessibili stampati possono essere considerati dei limiti al processo di internazionalizzazione, ma parimente anche un ostacolo all’ingresso sul mercato di concorrenti indiani e asiatici.
Questo dato di fatto è vissuto però come un’opportunità da valorizzare: «Per aumentare la nostra prossimità con le aziende medio grandi europee, abbiamo costituito nel 2013 la SIT EUROPE, con sede in Lussemburgo, il primo tassello di una rete commerciale dedicata con persone madrelingua per i diversi paesi/aree geografiche» spiega con convinzione Claudio Carattoni.
Ma non solo. «Oggi la competitività la si fa sui prezzi, ma soprattutto creando processi di valore. Per questo abbiamo puntato su processi evoluti di supply chain, dall’implementazione di modelli di planning collaborativo con i nostri principali clienti e fornitori alla realizzazione di hub logistici, in collaborazione con un importante provider europeo, rispettivamente in Germania e in Francia.
Tanto l’internazionalizzazione quanto dare valore al servizio mettono in evidenza quanto sia importante ottimizzare i processi aziendali e investire sugli uomini: in questo senso è fondamentale l’applicazione e il rispetto di regole di comportamento concordate e condivise con i lavoratori».
Capacità di visione e pragmatismo operativo permettono alla SIT di pensare in grande e di darsi obiettivi ancora più ambiziosi. Carattoni conferma: «Stiamo investendo in un progetto che ci dovrebbe permettere di accompagnare i nostri clienti nella loro crescita sui mercati mondiali, risolvendo per loro conto, grazie alle competenze che abbiamo maturato, il problema dell’approvvigionamento dei materiali da imballo. Non è cosa facile, ma sono fiducioso. In generale - continua il DG della SIT - posso dire che vedo in positivo il fatto che riusciamo a stare al passo con i cambiamenti che investono il mondo degli end-user e, a volte, anche ad anticiparli».

In mente il futuro
Obiettivo 2018: 170 milioni di fatturato, con oltre 550 persone.
In SIT hanno le idee chiare. Non c’è presunzione, ma la consapevolezza che vale sempre darsi degli obiettivi da sottoporre a continua verifica e a periodica revisione.
In questa fase, ad esempio, sono stati privilegiati gli interventi per ottimizzare la capacità produttiva degli attuali siti - che per la stampa rotocalco sono già due come chiedono ormai tutti i clienti - mentre è stata differita al 2015 la costruzione del nuovo stabilimento di Gualdicciolo (RSM).

Ma l’aspetto qualificante su cui la SIT continua a investire, e molto, resta l’innovazione, come non manca di sottolineare Carattoni: «Abbiamo un reparto di R&D con 9 persone specializzate impegnate a tempo pieno e stiamo valutando l’installazione di linee pilota per facilitare la realizzazione di test.
Monitoriamo con attenzione l’evoluzione del settore: in particolare tutto quanto attiene a imballaggi attivi e intelligenti e alle nanotecnologie, senza trascurare gli aspetti legati alla nobilitazione dei supporti.
Noi vogliamo arrivare a proporre alle aziende utilizzatrici, e in particolare al marketing, studi e ricerche, nonché nuove soluzioni di imballaggio.
Progetti ad hoc che possono essere industrializzati non necessariamente in SIT.
Un esempio: abbiamo messo a punto una vernice che restituisce un particolare effetto tattile al film, utilizzato per confezionare uova di Pasqua».

In conclusione

C’è poco da aggiungere, se non una suggestione che mi viene dal passato.
Nelle “Vite parallele”, Plutarco metteva a confronto la storia di Teseo, ”fondatore della gentile e celebrata Atene” e di Romolo “padre dell’invitta e gloriosa Roma”. Ne emergeva, a suo dire, che il primo «mentre aveva la possibilità di regnare tranquillamente a Trezena… preferì di sua iniziativa partire da solo alla realizzazione di grandi cose; invece Romolo divenne semplicemente coraggioso per paura, come suona una celebre espressione di Platone, cioè per sottrarsi alla condizione di servaggio e alle punizione che lo minacciava …».
Oggi, a distanza di lungo tempo, non parliamo più di Atene e Roma, ma di imprese. Ciononostante restano attuali le ragioni profonde che muovono le persone a tanto fare; forse non così nettamente identificabili, come nel mito, ma articolate e compenetrate tra loro in ragione della contingenza e delle occasioni.
D’altronde siamo moderni… ma sono sempre energia e intelligenza le forze che costruiscono la realtà e, in definitiva, la storia personale e collettiva di tutti.        

 

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