Printing: come cambia il settore

Fenomeni noti e meno noti, precisazioni e riflessioni nella ricerca condotta per conto di drupa sull’andamento del mercato globale della stampa.

Drupa ha pubblicato il primo di una serie di rapporti sui trend dell’industria della stampa a livello globale, misurati sulle esperienze e le previsioni delle imprese del settore nei quattro anni che intercorrono fra la scorsa e la prossima edizione della fiera (2012-2016). Lo studio, disponibile in varie lingue e  acquistabile online al prezzo netto di 209,24 euro (www.drupa.de/2131), è stato realizzato per conto di Messe Düsseldorf dalle società di ricerca Print Future (UK) e Wissler & Partner (CH), sulla base di un questionario compilato da 2.425 top manager del settore. Il panel, composto da 1.419 stampatori, 498 fornitori e 508 utilizzatori di tutto il mondo, si è espresso sia sull’evoluzione dei bisogni e delle aspettative dei mercati sia sulle ricadute dei cambiamenti tecnologici ed economici sulle singole aziende.

Fatica e ottimismo. L’elenco dei fenomeni salienti è lungo, e interessanti sono le cifre che aiutano a valutarne l’effettiva incidenza sul comparto. Si inizia ricordando che sebbene quasi metà del campione dichiari un fatturato 2013 in crescita, il rialzo dei prezzi delle materie prime e dei costi generali di gestione, unito alla quasi impossibilità di ribaltare i rincari sui listini, ha causato una contrazione generalizzata dei profitti (42% del campione). A questo si accompagna, per un buon 17% di imprese, soprattutto fornitrici, la maggiore difficoltà di accesso al credito, l’aumento del costo dei prestiti e i noti problemi a riscuotere i pagamenti.
Sorprende, dunque, commentano gli estensori, l’ottimismo diffuso e, più concretamente, il sensibile aumento sia dei lavori tradizionali (l’offset a foglio cresce per un terzo del campione) sia di quelli personalizzati (il 33% degli intervistati ha incrementato gli stampati in digitale). Si raccorciano, per contro, le tirature e aumenta la quantità e varietà delle commesse. E, soprattutto, sono poche le aziende che denunciano una riduzione assoluta dei volumi; piuttosto, man mano che i volumi diminuiscono i prezzi ribassano e questa dinamica genera difficoltà, incoraggiando gli stampatori a cercare opportunità di consolidamento tramite fusione.

La crescita del digitale non penalizza le altre tecniche. Cambia anche il mix delle tecniche di stampa, con una crescita del digitale, presente ormai presso il 65% dei converter (il 5% dei quali si è focalizzato esclusivamente su questa tecnologia). In particolare, l’85% degli stampatori commerciali del mondo propone stampe digitali e il 31% di questi dichiara di realizzare oltre il 25% del proprio fatturato con lavori stampati in digitale. Interessante notare, al riguardo, che il 38% degli stampatori di prodotti editoriali e il 57% dei converter di imballaggi non dispongono, invece, di macchine per questo tipo di stampa: segno evidente - commentano gli estensori dello studio - che in questi campi le tirature sono più lunghe. Salvo, dunque, che nella produzione di etichette, dove questa tecnologia si è diffusa in misura rilevante, nel packaging e nell’editoria la stampa digitale deve ancora diffondersi.
L’altro dato importante è che, nella stampa commerciale, le tecniche convenzionali non perdono terreno (a livello globale, attualmente la stampa digitale rappresenta meno del 10% del fatturato di settore). La gestione di dati variabili, infatti, non è che uno dei driver di crescita, affiancata dalla creatività in fatto di design e dalla adeguata gestione degli stock. La stampa di grande formato, a sua volta, è divenuta “moneta corrente”, per non parlare del service di web to print, offerto da quasi un terzo degli stampatori commerciali intervistati.

Gli altri capitoli dello studio analizzano come le imprese perseguono i propri obiettivi di crescita e come orientano gli investimenti in servizi e, soprattutto, in tecnologie; definiscono le tendenze macroeconomiche nelle varie aree dell’economia mondiale; analizzano fenomeni specifici come l’occupazione, i flussi di capitali e l’inflazione.

Nota. L’abstract in inglese può essere recuperato sul sito di messedusseldorf

Il nostro network