Pharma 4.0: sfide e opportunità

La tavola rotonda “Pharma 4.0: processi eccellenti e tecnologie abilitanti per il futuro del farmaceutico italiano” (Milano, 26 febbraio) è stata una delle  tappe di avvicinamento a SPS Italia 2019, fiera di riferimento per le tecnologie di automazione di Messe Frankfurt Italia, che ha organizzato l’evento in collaborazione con ISPE  (la più grande associazione globale no profit dedicata ai professionisti del farmaceutico e delle scienze della vita, con una visione orientata all’interazione tra le tecnologie abilitanti del 4.0 e il movimento “Operational Excellence”).


• Nei suoi due interventi Teresa Minero (Chair Italy, EU Leadership Team, Steering Committee Pharma 4.0 ISPE; Founder & CEO LifeBee) ha sottolineato come l’industria italiana del farma sia stata, nel 2017, la “numero 1” in Europa per fatturato (31,2 miliardi €, il 79% del quale esportato). Il comparto è molto sensibile all’innovazione: infatti ben il 90% delle aziende sta iniziando programmi di Industry 4.0.
«Pharma 4.0 non significa solo nuove macchine in produzione e automazione, ma anche, e soprattutto, tante diverse tecnologie abilitanti di facile utilizzo, flussi di informazione integrati e condivisi, processi rivisti (dal controllo statico al controllo sapiente) e in continua evoluzione, apertura mentale al cambiamento. Di qui l’urgente necessità di nuove competenze» spiega Minero,  che ha così concluso: «Se è importante fare formazione sui giovani per creare i nuovi profili professionali necessari al 4.0, lo è ancora di più farla sulle figure con maggiore esperienza e sui manager, che sono i decisori degli investimenti».

• Cesare Maria Joppolo, Professore del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, ha messo in luce come l’industria del farma lotti quotidianamente contro i contaminanti di aria e acqua, che minano la qualità della produzione. Industry 4.0 rappresenta un valido ausilio in questo ambito, in quanto permette di realizzare sistemi di controllo di temperatura e umidità più efficaci ed efficienti, ottenendo una misura dei contaminanti continua e precisa; l’impiego di robot/cobot consente di controllare al meglio il rilascio dei contaminanti, limitando la permanenza delle persone nelle aree asettiche. L’introduzione delle tecnologie digitali favorisce l’evoluzione di prodotti intelligenti, connessi, “verdi” e personalizzati per il paziente. Joppolo ha annunciato infine un nuovo corso di laurea magistrale in Food Engineering, auspicando la realizzazione anche di uno in Pharma Engineering.

• Giuseppe Recchia, Consigliere e Vice Presidente Fondazione Smith Kline, ha parlato di come il farmaco si stia trasformando grazie alla digitalizzazione,  modernizzando la sperimentazione clinica o utilizzando i vecchi farmaci in nuove cure. «Una nuova categoria terapeutica è rappresentata dalle Terapie Digitali (Digital Therapeutics), il cui “principio attivo” è rappresentato da un software con capacità di apprendimento (machine learning), in grado di interagire con il paziente attraverso app, serious game, device o altro».

• «Sono le persone a determinare il successo di un’iniziativa; per cui occorre lavorare sulla mentalità delle persone!». Questo il succo dell’intervento di Davide Smaldone, Corporate Demand Manager Menarini, che ha parlato del viaggio dell’azienda verso l’Industry 4.0: un viaggio lungo, da fare a tappe, per cui bisogna anzitutto definire gli obiettivi concentrandosi solo su ciò che serve, costruire sinergie tra i reparti, scegliere bene le persone che devono implementare il cambiamento, scambiarsi informazioni soprattutto trasversalmente. Due le doti indispensabili: essere il più possibile agili e imparare dagli errori commessi».
I benefici? Maggiore efficienza in produzione, miglior controllo del processo, migliore qualità grazie alla riduzione dei tempi di gestione delle deviazioni, soddisfazione di quanti lavorano su attività a maggior valore aggiunto, decisioni più facili da prendere, grazie alle maggiori informazioni disponibili in tempo reale e grazie a migliori strumenti operativi.

• Gian Mauro Brozzi (M&Q I.T. /Process Automation Director Sesto Fiorentino and Global Data Integration and Analytics Eli Lilly and Company) ha posto l’accento sui vantaggi ottenuti in azienda con la digitalizzazione: «Più esamini i dati, più prendi le decisioni giuste: occorre però raccogliere correttamente i dati che servono. Alla base di tutto c’è la necessità di conoscere molto bene la tecnologia, sia quella tradizionale sia quella digitale, e sapere come farla funzionare. In Lilly - ha concluso - abbiamo deciso di privilegiare la politica dei piccoli interventi piuttosto che quelli grandi».

• Rachele Donati, Talent Acquisition and Development Manager di Lilly Italia ha illustrato le competenze ora necessarie per lavorare in ambito Farma e come Lilly opera per incontrare con successo i professionisti di cui ha bisogno per affrontare la digitalizzazione.

• Delle tecnologie abilitanti hanno poi parlato ABB, Schneider Electric, Porsche Consulting, Lenze, B&R, Rockwell Automation, Phoenix Contact, Mitsubishi Electric Europe, Oracle e Beckhoff Automation, sintetizzando le soluzioni messe in campo in questo ambito.

In conclusione
Moderata da Giambattista Gruosso Professore del Politecnico di Milano, si è anche svolta una tavola rotonda, che ha visto la partecipazione, fra gli altri, del filosofo Franco Bolelli - intervenuto sugli aspetti socio-culturali legati  all’allungamento della vita - e Federico Poli di ISPE Young Professional, che ha illustrato la sua esperienza di lavoro in ambito Pharma 4.0.
Durante il dibattito è emerso come affrontare la trasformazione digitale richieda lo sviluppo di competenze trasversali e di soft skill, quali la capacità di  appassionarsi alle sfide, lavorare in team per il problem solving, avere sensibilità economica ed essere mentalmente aperti, caratteristica quest’ultima che vale non solo per le nuove generazioni, ma anche per quanti sono già attivi in azienda, di cui sarebbe buona cosa valorizzare il talento digitale.

di Maurizio Cacciamani

 

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