Imballaggio & e-commerce (2019)

Un’analisi dello sviluppo del mercato, delle modalità e dei beni fisici acquistati sulle piattaforme on-line legati a forme di confezionamento.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

Quando si parla di e-commerce ci si riferisce in buona sostanza a una tipologia di acquisto e di distribuzione.

In questa analisi rientra la compravendita di prodotti e servizi attraverso il canale informatico, i cosiddetti “acquisti online”.

In base alla natura dei soggetti coinvolti è poi possibile distinguere due tipologie di e-commerce: Business to Business (B2b), quando la relazione è tra due imprese (una fornitrice e una acquirente), e Business to Consumer (B2c) quando la relazione è tra un’impresa fornitrice e un consumatore finale.

I dati esposti in questo report si riferiscono solo alla compravendita di beni che necessitano di un packaging; escluderemo quindi tutto quello che si riferisce ai servizi, assicurazioni, viaggi, ecc.

Il quadro generale

In base alle stime Netcom (Consorzio del Commercio Digitale Italiano) sono circa 20 milioni le consegne mensili nel nostro Paese che derivano dall’e-commerce, con un conseguente significativo flusso di imballaggi.

Ancora più significativi risultano i numeri alla luce di quanto sta accadendo a causa della particolare situazione di emergenza creata dal Covid-19.

In base alle prime analisi di Nielsen, le misure governative imposte per arginare la diffusione del Coronavirus stanno cambiando profondamente le nostre modalità di acquisto. Nello specifico, già nelle prime settimane di quarantena gli acquisti online di beni di largo consumo (dagli alimentari confezionati a quelli freschi o surgelati, dalle bevande agli articoli per la cura della casa e della persona) sono aumentati dell’81%.

Al di là dell’attuale situazione anomala, l’area dell’e-commerce è caratterizzata già da un paio di anni da tassi annuali di crescita a due cifre, che oscillano tra il 20% e il 10%.

Nei mercati più maturi (USA, Cina ecc…), l’e-commerce ormai rappresenta un canale di primaria importanza per l’acquisto di beni, arrivando al 20% del globale. Nei paesi dove questa tipologia di acquisto si sta sviluppando più lentamente, come in Italia, sebbene incida per una minima parte (7%) sul totale acquisti, i tassi di crescita sono molto più elevati rispetto al resto del mondo.

Tabella 1. Segmentazione vendite di prodotti online. Valori di riferimento mld di euro.
  Rappresentatività Crescita su anno precedente
Informatica & elettronica 29,30% 19%
Abbigliamento 18,20% 16%
Arredamento & Living 9,40% 30%
Food & Grocery 8,80% 42%
Editoria 5,60% 8%
Altri beni 28,70% 21%

Il mercato e le sue dimensioni

In base all’analisi effettuata dal Politecnico di Milano nella pubblicazione “Osservatorio e-commerce B2c”, nel 2019 ci sono stati 318 milioni le spedizioni in Italia relativi all’e-commerce B2c di beni, determinando un conseguente numero di pacchi e pacchetti che hanno viaggiato per il nostro paese con un aumento di oltre il 21% rispetto al 2018 (quando già si era registrato un +16%).

Nel 2019, l’e-commerce relativo alla compravendita da siti italiani a consumatori italiani ed esteri dei soli beni ha registrato un fatturato pari a 18,9 mld di euro. Il mercato si divide tra diverse tipologie di beni commercializzati, con rappresentatività diverse rispetto al totale del fatturato.

L’informatica e l’elettronica si confermano il reparto più dinamico e rappresentano il 29,3% dell’intero fatturato del settore, con un tasso di crescita del +19% rispetto al 2018.

Segue il settore abbigliamento (18,2% del totale), che risulta in continua crescita e nel 2019 arriva al +16%. Tra i settori che registrano i tassi di crescita più rilevanti, anche se muovono volumi decisamente più bassi, abbiamo l’Arredamento & Home living con un +30% rispetto al 2018 e il Food & Grocery con un +42%: i due settori rappresentano rispettivamente il 9,4% e l’8,8% del totale.

L’editoria cresce dell’8% (5,6% del fatturato totale della compravendita di beni online) mentre la voce “Altri beni” cresce del 21%. In questa ultima categoria rientrano i prodotti per la cura della persona, della casa, i giocattoli, la cancelleria, ecc., tutti insieme rappresentano il 28,7% del totale.

Come per ogni settore anche per l’e-commerce esiste un commercio estero. Nel 2019 le esportazioni di beni, intese come vendite da siti italiani verso acquirenti esteri, ha registrato un valore pari a 3 mld di euro con un tasso di crescita del +13% rispetto al 2018. Il settore più rappresentativo in questa area è l’abbigliamento, seguito dall’arredamento.

Per quanto riguarda le importazioni il valore relativo all’acquisto di beni da parti degli italiani da siti stranieri è pari a circa 2,2 mld di euro.

Tabella 2. Packaging mix. Valori espressi in tonnellate.
  % 2018 2019
Imballaggi in cartone ondulato 92% 240.000 293.000
Buste in plastica 8% 0,565 0,69

Il confezionamento

Ma cosa accade dal punto di vista del packaging?

Per quanto riguarda l’imballaggio primario non cambia niente dato che, al momento, il confezionamento a contatto con il prodotto resta lo stesso, sia che venga acquistato in negozio sia che venga acquistato online.

Quello che cambia è l’imballaggio da trasporto, necessario alla consegna.

Infatti, se la merce acquistata in negozio viene portata a casa in un sacchetto, di carta o di plastica biodegradabile, quando il bene è comprato on line arriva a destinazione in prevalenza in una scatola o in una busta di cartone ondulato, oppure in una busta di plastica.

Quando l’imballo è una scatola di cartone, solitamente presenta all’interno anche un imballaggio di protezione, che assume un’importanza fondamentale per evitare danneggiamenti e, in ultima analisi, la restituzione del bene.

E se, fino a qualche tempo fa, l’imballaggio di protezione era rappresentato in prevalenza da film di plastica pluriball, cuscinetti sempre in plastica, oppure chips di polistirolo espanso, oggi è quasi sempre di carta (fogli di carta da incarto, oppure sfridi di produzione del cartone ondulato), all’insegna del minor spreco possibile di risorse. 

In base alla Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio relativa al settore packaging di quest’area, il 92% degli ordini viene spedito in imballaggi di cartone ondulato: si tratta in prevalenza di scatole, ma troviamo anche buste rigide di cartone utilizzate per inviare piccole confezioni, per esempio cancelleria o libri.

Nel 2019 sono state 293.000 le tonnellate di cartone ondulato utilizzato per le scatole servite a movimentare i beni commercializzati via e-commerce, circa il 6% del totale cartone ondulato prodotto in Italia. D’altronde, il trend positivo che ne ha caratterizzato l’andamento recente (+2% annuo dal 2014 al 2019) è stato guidato proprio dall’e-commerce.

Il restante 8% del confezionamento utilizzato per le vendite online, è imputabile a buste di plastica di polietilene a bassa densità.

La raccolta e il riciclo

Come ovvio, lo sviluppo costante dell’e-commerce non influisce solo sulla produzione di imballaggi necessari a movimentare le merci vendute online, ma ha ripercussioni anche a valle della filiera, nella gestione del loro fine vita, specie per quanto riguarda il cartone ondulato.

Secondo i dati di Comieco (Consorzio che si occupa del recupero e del riciclo degli imballaggi in carta e cartone) il trend di crescita dell’e-commerce in Italia si evince anche dall’incremento relativo all’aumento nella gestione dei rifiuti in carta: +500mila tonnellate rispetto al 2014.

Comieco ha attivato una serie di procedure sull’intera filiera per gestire al meglio questa situazione, sia attrezzandosi ulteriormente sul fronte della raccolta sia a livello industriale nel trattamento della carta da macero e, quindi, nella produzione di nuovi imballaggi con materiale proveniente da riciclo (ne è una prova l’apertura di nuove cartiere attrezzate in particolare per questa produzione).

Inoltre, insieme a Netcom, Comieco ha realizzato un documento unico nel suo genere dal titolo “Linee guida da seguire per il corretto utilizzo degli imballaggi nell’e-commerce”.

Obiettivo del progetto è di stimolare le aziende che operano nell’ambito dell’e-commerce e le imprese della filiera logistica, fornendo loro strumenti pratici per gestire al meglio l’impatto ambientale del packaging: otto i punti chiave evidenziati, che rappresentano altrettanti comportamenti da adottare per manifestare il proprio impegno in tema di sostenibilità.

Il documento contiene anche una checklist, che consente alle aziende di valutare la corretta applicazione delle linee guida.

Anche nell’e-commerce, il packaging ha un ruolo comunicativo strategico nei confronti di quanti considerano importanti tutti gli aspetti inerenti alla sostenibilità ambientale. Secondo una ricerca Netcom, per l’80% degli acquirenti italiani dal web, infatti, un packaging ecosostenibile trasmette l’attenzione dell’azienda nei confronti dell’ambiente.

Ma quali sono i principali punti di forza di un packaging sostenibile? L’essere riutilizzabile, riciclabile e rinnovabile. 

Se pensiamo che ad ogni “clic” corrisponde un pacco da smaltire, ci si rende conto dell’enorme quantità di carta e cartone da gestire e da valorizzare poi a fine vita in un’ottica di economia circolare, attraverso la raccolta differenziata e il riciclo. La filiera cartaria si sta dunque organizzando per affrontare le sfide poste dalla rivoluzione degli acquisti online: basti pensare che nell’analisi dei settori merceologici è stata introdotta la voce “e-commerce”, un settore che offre interessanti opportunità anche al comparto italiano del cartone ondulato, con una quota di mercato che nel 2018 si attesta al 2,2% (fonte Gifco, Gruppo Italiano Fabbricatori Cartone Ondulato).

Dall’alimentare alla cosmetica, alcune aziende - tra cui Fratelli Carli spa, L’Erbolario, LoveThEsign, Profumerie Sabbioni, Westwing… - hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa e raccontato la propria esperienza in fatto di attenzione a un packaging sostenibile. La sfida, per tutti, è di individuare da un lato i punti di forza dall’altro le criticità, per raggiungere una prestazione ambientale sempre migliore.

Ipotesi evolutive

Le prospettive di crescita dell’area e-commerce sono molto elevate, anche nel nostro Paese e nonostante i nostri “ritardi”.

Le ipotesi parlano di un tasso di crescita medio annuo, per il prossimo biennio, vicino al +15%, che influenzerà positivamente tutte le tipologie di packaging coinvolte. Non è da escludere che, in futuro, possano essere progettate soluzioni di imballaggio specifiche per l’e-commerce, che riportino informazioni diverse rispetto a quelle su confezioni utilizzate per gli stessi beni ma venduti in modo tradizionale. In questo senso sarà la tecnologia a venirci in aiuto con sistemi di confezionamento evoluti, “intelligent packaging” in grado di monitorare e “riferire” informazioni sulla shelf-life di un prodotto, sulla tracciabilità o altro ancora.

Scopri maggiori informazioni sulle aziende citate in quest'articolo e pubblicate sulla Buyers' Guide - PackBook by ItaliaImballaggio
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