Encoding beauty: il punto di vista di... Induplast
Nato dalla sinergia di Induplast, Verve, Vexel e Petroplast, Induplast Packaging Group offre all’industria cosmetica un'ampia gamma di imballaggi standard e full custom.
Nell'ultimo decennio ha investito energie e risorse nel progettare soluzioni a limitato impatto ambientale, come packaging monomateriale 100% riciclabile, stick, vasetti in plastica riciclata (PCR) e contenitori refillable, esprimendo massima adesione ai temi della sostenibilità.
Una sostenibilità - quella praticata dal Gruppo - certificata Ecocert Cosmos, che attesta la conformità del prodotto e del packaging al rigido protocollo del disciplinare relativo ai cosmetici naturali e biologici. Induplast mette quindi in campo un approccio al mercato e credenziali che la rendono il player ideale per partecipare da protagonista al Progetto Factory di Cosmopack 2023, dedicato alla tracciabilità con il claim “Encoding Beauty”.
ItaliaImballaggio ha incontrato Rosalba Rotella, sales director di Induplast Group,che parte da una serie di considerazioni legate al prodotto cosmetico, attorno al quale si snoda il concept della Factory 2023, e alla scelta del packaging più idoneo.
«Si tratta di un’emulsione che non deve avere contatti con l’esterno, sia che si parli dell’aria o della manipolazione da parte del consumatore» esordisce Rotella.
«Ecco perché la scelta di confezionamento è caduta su un contenitore airless che, oltre a prevenire le contaminazioni preservando la qualità del prodotto, consente di ridurre il ricorso ai conservanti grazie alle capacità di protezione offerte. Alloggiamento perfetto per formulazioni naturali, l’airless riduce gli sprechi grazie alla precisione del dosatore e a un erogatore che garantisce il consumo totale del prodotto, senza lasciare residui. In pratica, risponde pienamente allo stile e alle esigenze di N&B Natural is Better, che produce la materia prima e l’emulsione e con cui abbiamo lavorato a stretto contatto per dar vita al progetto “Encoding Beauty” in qualità di fornitori di packaging».
E prosegue: «La novità dell’airless che abbiamo proposto sta nel fatto di essere “refillable”. Si tratta dunque di un packaging ottimizzato per il riuso, che ha nelle ricariche (dello stesso prodotto, naturalmente! Ndr.) un plus non comune, perché anche con il ricorso a più ricariche, il nostro airless preserva e conserva integra la formula».
Dialogo costante tra prodotto e packaging
La conversazione vira poi sul ruolo specifico di Induplast nell’ambito del progetto Encoding Beauty, che dà valore alla sinergia tra i partner coinvolti.
«L’airless di Induplast - prosegue Rotella - è il frutto di una ricerca durata 3 anni in seno al nostro Comitato Innovazione, impegnato a progettare la migliore soluzione “di sostenibilità” puntando a un contenitore funzionale all’industria cosmetica più esigente. Tengo a precisare che il Comitato è costituito da 3 R&D manager, dagli ex titolari che garantiscono la cultura del saper fare e dai tecnici che ingegnerizzano il progetto, realizzato poi nella nostra officina interna: un processo abituale per noi, che ci distingue e di cui siamo davvero orgogliosi.
Coinvolgiamo sempre i riempitori, che effettuano i test e condividono la loro esperienza sull’efficacia e il funzionamento della soluzione in termini di macchinabilità. Arriviamo così a mettere in campo imballaggi che alla sostenibilità guardano da svariati punti di vista: lato industria, con contenitori gestibili e adeguati agli standard; lato consumatore, con una confezione che riduce gli sprechi e facilmente riciclabile. In particolare per l’airless, lo studio congiunto ci ha dunque permesso di trovare una soluzione realmente sostenibile, grazie al monomateriale utilizzato per ghiera, capsula e corpo del contenitore; niente a che fare con un “greenwashing”, dunque. Per quanto riguarda la Factory, N&B ha adattato la texture dell’emulsione per trovare un punto di sintesi fra formula e packaging, così da realizzare un prodotto pronto per essere immesso sul mercato».
Anticontraffazione: risorsa anti-greenwashing
Tra gli obiettivi del progetto Encoding Beauty spicca il tema dell’anticontraffazione, veicolo di tutela per consumatore e brand, dove il track and trace gioca un ruolo strategico, determinante anche a livello del packaging.
«Induplast marchia tutti i packaging che escono dallo stabilimento - prosegue Rotella - con l’obiettivo di garantirne la tracciabilità, “smascherando” così i prodotti contraffatti, che possono generare problemi di tenuta, conservazione, funzionalità. Dalle specifiche del materiale dichiarate dai nostri fornitori, alla progettazione e lavorazione, siamo in grado di controllare la nostra filiera in modo che dalle fabbriche esca un prodotto garantito. Ad esempio, dobbiamo scongiurare il rischio di definire monomateriale (dove Induplast è leader, in particolare con gli stick, Ndr.) un prodotto che non può essere smaltito correttamente come tale.
Certo, servirebbe un modo per tracciare la composizione di ogni singolo elemento del packaging e questo sarebbe un grande vantaggio per noi, che ci confrontiamo con competitor poco leali, ma anche per l’ambiente, grazie a un riciclo più efficiente. E non dimentichiamo il consumatore finale, che saprebbe cosa sta effettivamente utilizzando senza vanificare la propria scelta responsabile. Pensiamo a un futuro di QR code, inclusa l’etichettatura ambientale, spesso difficile da gestire per mancanza di spazio su certe tipologie di pack».
Track & trace per la qualità
L’adozione dei sistemi di visione da parte dell’industria cosmetica accrescono gli standard di qualità, avvicinandosi a concetti abitualmente applicati al mercato farmaceutico e includendo ogni elemento della filiera, packaging incluso.
«La tracciabilità in ambito cosmetico è fondamentale - ribadisce la manager - ma è anche importante sapere se il packaging è prodotto con materiale riciclato controllato e proveniente da filiere certificate. I certificatori sono purtroppo pochi, e nel periodo dello shortage di materie prime, abbiamo avuto percezione chiara di quanto materiale non certificato circolasse, mettendo a repentaglio la macchinabilità e i test di stabilità. Un cosmetico mal conservato a causa di un packaging inadatto o non certificato comporta forti rischi, in particolare nello skincare o nel canale farmacia, dove l’incompatibilità tra prodotto e packaging può pregiudicarne efficacia e salubrità. Un test sbrigativo o accelerato rispetto ai tempi stabiliti comporta spesso questo tipo di problemi, laddove i produttori più rigorosi arrivano spesso a 6 mesi, con prove anche paradossali. Per testare la tenuta della decorazione, ad esempio, alcuni clienti del pharma sottopongono i nostri contenitori a temperature che superano gli 80 gradi: una condizione che la confezione non dovrà mai affrontare nella realtà, ma necessaria ad assicurare la massima qualità sotto ogni aspetto. Chi elude questi test, che Induplast delega ai clienti, rischia problemi di compatibilità del prodotto con il packaging, con danni alla brand image e alla qualità intrinseca del prodotto stesso».
Eco design e analisi LCA
Il packaging diventa quindi complemento indispensabile per garantire la sostenibilità di un’intera filiera, considerazione su cui Rotella prosegue:
«La totalità dei clienti ci richiede ormai sostenibilità, dove il prodotto è la “leva green” che il packaging rispetta grazie a rigorosi test di compatibilità. Per alcuni materiali, come l’rPET la compatibilità è garantita, mentre il PCR non prevede il food grade che invece l’industria cosmetica richiede. A questa problematica abbiamo risposto con i flaconi co-estrusi, prodotti con uno strato del 25% di materia vergine a contatto con il prodotto e il 75% di materiale riciclato. Per noi la sostenibilità è centrale e va esposta in modo chiaro, senza veli: se trattiamo un monomateriale, è davvero tale; se si parla di rPET conosciamo la filiera, se di PCR e co-estruso, siamo noi a produrlo. Il nostro team R&D è alla ricerca costante di nuovi materiali, identificando soluzioni e cercando miglioramenti dove possibile, che includano l’uso del materiale giusto nel contesto più adeguato. Un rPET trasparente, come è mediamente quello italiano, è perfetto anche per il cosmetico che ha esigenze estetiche precise, mentre altri materiali riciclati, con colorazioni o aspetto inadatti, possono tranquillamente essere destinati ad altri usi».
A conclusione della lunga chiacchierata, Rotella evidenzia l’importanza delle certificazioni, che riportino i concetti di sostenibilità nell’alveo di ciò che è misurabile, verificato e comparabile, garantendo autentiche soluzioni green e non semplici operazioni di greenwashing.
«Induplast realizza analisi LCA del proprio packaging» conclude. «Dato che produciamo tutto internamente, ogni aspetto viene tracciato e misurato. I clienti sanno che i nostri standard sono il risultato di un confronto misurabile e reale, con un life cycle assesment che permette di accedere a tutti i dati forniti sul packaging in qualunque momento. A nostro avviso, per concludere, LCA e monomateriali sono le due alternative principali di una scelta davvero sostenibile, specialmente se unite alla possibilità di educare il consumatore allo smaltimento corretto: questi i fattori chiave del green deal in atto».