Ciò che conta è il quadro d'insieme
Mark Brooker, Responsabile filiale Cama UK Ltd., riflette sulla sostenibilità nel settore del packaging: un tema crossover, che investe la produzione di macchine, ma anche l'etica aziendale nel suo complesso e i conseguenti possibili vantaggi per i clienti.
Sebbene al giorno d'oggi sulle prime pagine dei giornali predomini il dibattito sui dati operativi e sui processi di trasformazione digitale, gli ingegneri progettisti non devono mai perdere di vista “il quadro d'insieme”; e questo specialmente quando si tratta di programmi e obiettivi operativi, tra i quali la sostenibilità riveste ormai un ruolo significativo. In un'intervista rigorosamente “a distanza”, ce ne parla Mark Brooker, Responsabile filiale Cama UK Ltd.
La sostenibilità: moda passeggera o impegno consapevole?
È anzitutto un valore da coltivare e un impegno che tutti noi, a vario titolo, ci siamo assunti. Ecco perché rientra nell'ambito di un programma permanente esteso a livello aziendale che costituisce, se non la base, un input primario per le principali decisioni operative. Le aziende devono imparare a trovare un equilibrio, per evitare che le loro aspirazioni commerciali siano in contrasto con le linee guida e gli obiettivi dei programmi di sostenibilità. Tutti noi - come individui, team o aziende - abbiamo la responsabilità di garantire un comportamento più maturo in questo ambito.
Quali le scelte e gli investimenti del Gruppo Cama in questo senso?
Il Gruppo ha un programma di sostenibilità ampio e articolato: non teniamo conto solo dei nostri macchinari e del loro funzionamento, ma guardando al quadro d'insieme, arriviamo a considerare anche il fine ciclo di vita di un prodotto, passando per la gestione aziendale.
Non è un caso, ad esempio, che la nostra nuova sede centrale in Italia sia stata riprogettata secondo criteri di risparmio energetico (sistemi di illuminazione e di climatizzazione intelligenti, riverbero della luce e ombreggiamento, nonché pannelli solari sul tetto). E per ridurre ulteriormente l'inquinamento, sono state adottate soluzioni di elettromobilità, anche offrendo a dipendenti e visitatori appositi spazi dove ricaricare le auto elettriche.
Voglio anche ricordare, in questo contesto, le certificazioni ottenute da Cama nel corso degli anni, che ne attestano il comportamento virtuoso: dalla UNI EN ISO 9001/UNI EN ISO 14001/OHSAS 18001, a quella rilasciata dall'ente di certificazione svizzero SQS per i sistemi di qualità e management o, ancora, le certificazioni ISO sulla qualità dei processi fino al “Silver Rating” ottenuto da EcoVadis la piattaforma internazionale che valuta a livello globale la responsabilità sociale d'impresa e infine l'audit SMETA 6.0 (parte di Sedex) condotto da Cama nell'ottobre 2018, che si basa sulla valutazione di vari ambiti aziendali (Salute e sicurezza, Standard di lavoro, Ambiente, Etica professionale).
Un headquarter “green” e certificazioni internazionali sono fattori di distinzione per l'intero Gruppo, ma quello che conta è la capacità di tradurre concept e procedure sostenibili nella progettazione di macchinari tecnologicamente avanzati…
Certo, è l'attività produttiva a generare le maggiori ripercussioni sull'ambiente ed ecco perché la progettazione di una macchina e il suo ciclo vitale hanno un posto di primo piano nei nostri programmi di sostenibilità.
Da dieci anni, elemento chiave della filosofia di progettazione delle nostre soluzioni di imballaggio secondario è l'uso ridotto di energia, con un'attenzione speciale a prevenire le inefficienze fin dalle prime fasi.
Ma anche se limitiamo al massimo i sistemi pneumatici e utilizziamo, laddove possibile, sistemi di azionamento a basso consumo energetico, ridurre i consumi di energia non è tutto.
Progettare sostenibile significa guardare alla struttura dei macchinari, come abbiamo fatto con le nostre macchine BTG (Breakthrough Generation) e monoblocco che adottano soluzioni integrate per la gestione dei cablaggi: questo significa riduzione del numero dei cavi, ma anche assenza di molti accessori, come clip ed elementi di fissaggio. Anche i pannelli di controllo incorporati limitano la necessità di fasci di cavi, così come la nostra piattaforma robotica integrata e sviluppata internamente che non richiede un controller a parte, semplicemente perché funziona in modo indipendente dal PLC primario.
Abbiamo dunque lavorato a semplificare il funzionamento della macchina e l'accesso alle sue parti interne, il che tra l'altro significa ridurre le operazioni di pulizia: un vantaggio non solo in termini di tempo, ma anche di consumo d'acqua e detergenti. Allo stesso modo, sia i cuscinetti sigillati a vita che le catene e le guide autolubrificanti riducono i costi di manutenzione e del materiale di consumo.
In che modo la trasformazione digitale in atto e l'IIoT possono generare processi operativi più sostenibili?
Obiettivo primario delle soluzioni di controllo interconnesse in grado di acquisire dati è di ottenere e gestire i cosiddetti KPI, ovvero gli indicatori chiave della performance, molti dei quali basati su prestazioni e qualità. Collegando le nostre macchine a soluzioni di gestione estese a tutta l'azienda, le suite di monitoraggio possono individuare eventuali problemi e affrontarli prima che possano influenzare le metriche dei KPI. Benché si tratti di un approccio incentrato sui processi operativi, questo monitoraggio produce numerosi effetti positivi: meno sprechi, più qualità, un'efficace manutenzione “proattiva” e maggiore efficienza, ovvero tutto ciò che contribuisce a implementare un programma di sostenibilità.
Industry 4.0 come strumento per incentivare la sostenibilità, dunque? Quale il legame individuato da Cama fra i due paradigmi?
Partiamo dall'assunto che i dati e la loro gestione svolgono un ruolo fondamentale sulle macchine di oggi. Di pari passo con l'evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale, si rendono disponibili soluzioni di manutenzione proattive sempre più avanzate e intelligenti, in grado di eseguire interventi precisi e specifici per determinate applicazioni e macchine, anziché ricorrere a generiche misure preventive perché ”non si sa mai”. Come si fa a sapere che un componente che invia dati spuri ha davvero bisogno di essere sostituito (con notevole dispendio di denaro e materiali)? E se invece potesse durare più a lungo del previsto, rendendo inutili costosi interventi di sostituzione decisi d'impulso. Le soluzioni Industry 4.0 di Cama offrono questi vantaggi fin da adesso.
“Risparmio”: una parola che di frequente ricorre nelle sue affermazioni…
Certo, perché le moderne architetture di dati offrono alle aziende la possibilità di adattare gli impianti esistenti per soddisfare le mutevoli richieste del mercato e dell'industria. Utilizzando architetture flessibili e soluzioni servo, siamo in grado di rendere i nostri progetti a prova di futuro, consentendo ai clienti di adattare le proprie macchine man mano che le tendenze si evolvono. Ciò significa che è anche possibile apportare modifiche con un minore impegno progettuale e dispendio di denaro, ottenendo notevoli risparmi a lungo termine.
In termini di effettiva movimentazione dei prodotti, di compatibilità con vari supporti e di capacità operative, rientra ancor in gioco la buona progettazione delle macchine. Le nostre macchine, per esempio, adottano il metodo della movimentazione positiva: un approccio, questo, che assicura la movimentazione individuale di ogni prodotto e minori possibilità di contatto durante il suo passaggio attraverso la macchina. Ciò si traduce non solo in un aumento delle attrattive del prodotto a scaffale, ma anche in minori sprechi dovuti a eventuali danneggiamenti.
L'interazione fra macchine di confezionamento e materiali da imballaggio è, da sempre, oggetto di studio e ricerca. Qual è la posizione di Cama al riguardo?
I materiali giocano un ruolo fondamentale nella progettazione di un packaging e i supporti cellulosici, alla base dell'imballaggio secondario che produciamo, offrono evidenti vantaggi in termini di sostenibilità. E proprio per migliorare ulteriormente l'operatività - nostra e dei clienti - Cama offre un servizio in più: un team di progettazione che aiuta i clienti a realizzare il design definitivo dei loro imballaggi. Estetica e funzionalità sono al primo posto, ma possiamo fornire consigli sull'impiego di materiale e su configurazioni concepite per limitare gli sprechi, ridurre l'overpackaging e utilizzare i materiali in modo più efficiente attraverso il nesting e una pallettizzazione ottimizzata, con conseguente abbattimento dei costi totali.
In conclusione, la sostenibilità non riguarda solo la velocità di rotazione del disco del contatore elettrico…
Stiamo dimostrando nei fatti che, per progredire, le aziende devono avere un approccio olistico alla realtà… devono guardare a ogni piccola sfaccettatura, anche al di là delle proprie specifiche competenze e tenendo conto degli effetti che le macchine, i prodotti e i sistemi tecnologici hanno sull'ambiente dei loro clienti. Senza questa mentalità aperta e integrata, parlare di sostenibilità diventa un discorso puramente accademico, scritto magari per placare gli animi di azionisti e ambientalisti.