Carta: importare dalla Cina
L’ORIENTE SI FA VERDE La Cina si trasforma da grande importatore a forte esportatore di carta e cartone per il packaging, offrendo nuove opportunità di business tanto ai converter quanto ai produttori di macchine occidentali. Dati e spunti da una nota di APP**, testimonial di eco-compatibilità.
Se fino a poco tempo fa la Cina era un grande importatore di materiali da imballaggio, ora si è trasformata in paese esportatore, sostenuta da un’industria domestica in rapido sviluppo e da una domanda interna di packaging che cresce a una media del 9%, stimolando, fra l’altro, l’istallazione di nuovi macchinari.
Qualche esempio chiaro arriva dal settore cartario. L’export di Liner Board per accoppiamento negli ultimi anni è quasi raddoppiato e se in altri segmenti, come quello dei prodotti cellulosici SBS ("Solid Bleached Sulfate"), l’import è ancora prevalente, la progressiva implementazione di nuove colture arboricole va mutando gli equilibri.
In altri termini, La Cina sta diventando rapidamente il più importante mercato di packaging del mondo ed è quindi molto probabile che diventi anche la prima fonte di approvvigionamento di un’ampia gamma di materiali a base cellulosa per il confezionamento. Sempre nell’imballaggio di carta, negli ultimi due anni ha superato il Giappone, guadagnando il secondo posto nelle classifiche mondiali di produzione, consumo ed export, alle spalle del Nord America che, però, è in fase di marcata contrazione.
Uno stimolo dalle Olimpiadi. Se le cifre documentano lo sviluppo del Paese di Mezzo sul piano dei volumi, la percezione diffusa della qualità dei prodotti e dei processi “made in China” resta bassa, soprattutto in materia di tutela dell’ambiente, per via dell’impiantistica obsoleta e dei bassi standard di riferimento. Le cronache cinesi offrono continui esempi di arretratezza in fatto di eco-compatibilità, nonostante lo sviluppo di pratiche di compatibilità figuri fra i grandi obiettivi economici stabiliti dal Governo.
La verità? Sta nel mezzo: da una decina d’anni l’industria cinese sta vivendo una fase di transizione, con tutti i progressi e le contraddizioni che questo comporta. Un importante stimolo allo sviluppo verso un’industria più Verde è stata la scelta, nel luglio 2001, di Pechino quale sede per i Giochi Olimpici 2008. In quell’occasione il Governo cinese si impegnò formalmente ad adottare gli standard di qualità più avanzati e a due anni dalla fine della kermesse ri-orientò il focus dello sviluppo industriale nazionale sulla domanda interna: la Cina non sarebbe più stata la macchina produttiva economica dell’Occidente e, contemporaneamente, sarebbe diventata più eco-compatibile oltre che più efficiente e profittevole. Torniamo al settore cartarie e vediamo che le grandi imprese cinesi del settore oggi operano a livello internazionale, sostenute da fabbriche a regola d'arte, avanzatissime in tutti gli ambiti, compresi la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, il risparmio energetico e le altre pratiche ecologiche.
Investimenti miliardari. «Per anni, la Asia Pulp & Paper ha promosso la pratica dell'integrazione "Plantation-Pulp-Paper" e si è impegnata a migliorare efficienza, qualità dei prodotti e prestazioni ambientali. Lo sforzo è stato importante: abbiamo investito in obiettivi puntuali di eco-sostenibilità oltre 5,5 miliardi di yuan all’anno (corrispondenti a circa 846 milioni $), in particolare per abbattere le emissioni di CO2 e ridurre l’impiego di risorse idriche nel processo produttivo» testimonia Liz Wilks, European stakeholder and sustainability manager della cartiera asiatica.
Gli obiettivi giustificano lo sforzo. La domanda interna di carta sta crescendo al ritmo di 4 milioni t/anno e, al contempo, le imprese locali sostituiscono gli impianti di produzione obsoleti con macchine all’avanguardia. Secondo le stime, nel breve-medio periodo l’industria cartaria cinese necessita di incrementare la propria capacità produttiva di circa 15 milioni t il che, fra l’altro, rappresenta una bella opportunità di business per i costruttori di macchine per il settore, quasi tutti basati in Europa. «In compenso - dichiara la manager APP - le imprese europee stanno iniziando a considerare i produttori cinesi come una valida alternativa a quelli del Nordamerica e agli stessi europei, incoraggiati dai nuovi ed elevati standard in fatto di velocità di spedizione, qualità del prodotto e valori ambientali».
** Basata a Singapore, con stabilimenti in Indonesia e Cina, Asia Pulp & Paper (APP) è uno dei più grandi produttori e trasformatori mondiali di pasta di legno e carta, con una capacità di oltre 19 milioni t di materiali e prodotti. Fondata nel 1972 da Eka Tjipta Widjaja, vende i suoi prodotti in oltre 120 paesi di tutto il mondo.