Ipack-Ima 2015: conferme e sorprese

Un format unico e un’intensa opera di promozione sostengono la fiera internazionale del packaging e del grain based food. In mostra l’intera filiera dell’imballaggio, del converting e della logistica, con aree dedicate ai segmenti più specializzati e dinamici del “fresco”. Molti i motivi di interesse, come racconta Guido Corbella AD di  Ipack-Ima SpA, non ultimo la concomitanza con EXPO.

Presentazione in occasione delle fiere in tutto il mondo, convegni sulle tecnologie e i trend applicativi dei singoli segmenti, road show nei mercati più vivaci e un’articolata rete di iniziative e servizi che sostengono la community degli operatori, prima, durante e dopo l’appuntamento fieristico: lo sforzo messo in campo da Ipack-Ima SpA per promuovere la sua fiera  dell’imballaggio, riformulata per valorizzarne le  caratteristiche peculiari, è stato intenso.

Perché in gioco non c’è solo il successo del prossimo appuntamento (Milano-Rho Fiera, 19-23 maggio 2015), che vede in campo l’internazionale del packaging e del grain based food Ipack-Ima, con le tre “verticali” Meat Tech, Dairy Tech e Fruit Innovation, insieme a Converflex (stampa e trasformazione) e Intralogistica Italia, ma, più in generale, il futuro di una manifestazione dagli obiettivi ambiziosi... Facendo leva, ovviamente, su quello che da anni è il punto di forza di Ipack-Ima, ovvero la capacità di innescare processi virtuosi di sviluppo, partendo dalla somma di tre elementi: la corretta identificazione del comparto, articolato con efficacia in Business Community; la conoscenza delle esigenze delle imprese in tema di processing, packaging, converting e material handling; la qualità delle soluzioni portate in mostra dagli operatori.
A Guido Corbella, AD di Ipack-Ima SpA, abbiamo chiesto di aiutarci a capire che cosa distingue questa manifestazione e quali sono i principali motivi di interesse, per i visitatori e per gli espositori.

Ipack-Ima è chiamata a rappresentare un momento di verifica della stabilità di un intero comparto industriale. Si tratta ovviamente di un compito non facile: come vi siete preparati? Con quali strumenti e con quali atout?
Anzitutto vorrei sottolineare che Ipack-Ima si struttura come appuntamento di filiera e rappresenta un unicum a livello mondiale, che colma una lacuna dell’offerta espositiva. Ad oggi, infatti, non esistono altre fiere B2B che offrano al visitatore una visione così completa del food processing & packaging e del non food, e al tempo stesso così specializzata, ovvero segmentata in modo da valorizzare le soluzioni nelle aree applicative più dinamiche, in particolare nel fresco alimentare. Questo, secondo noi, è il modo migliore per rispondere alle necessità dei buyer: necessità di aggiornamento sui prodotti e le tecnologie, ma anche sui mercati, le tematiche di attualità, la legislazione e, più in generale, sui fenomeni che condizionano direttamente e indirettamente l’evoluzione del packaging.
E al riguardo, vorrei fare un’ulteriore precisazione. La concomitanza di Ipack-Ima 2015 con l’Esposizione Universale non è casuale né è concepita come “specchietto per le allodole”; come si sa, l’Expo è dedicata al grande tema dell’alimentazione e, quindi, alle modalità per contrastare lo spreco alimentare, ambito nel quale le tecnologie per il confezionamento e la logistica svolgono un ruolo a dir poco determinante. Ovvio, dunque, accostare il problema e la soluzione!

Come è cambiato il concetto di mostra tecnologica B2B? Possiamo parlare di evoluzione da “semplice” vetrina di soluzioni a incubatore di ricerca e proposte? Può fare qualche anticipazione sugli eventi correlati alla mostra?
Ipack-Ima, Converflex e Intralogistica offrono, come tutte le buone fiere business oriented, una rassegna aggiornata di soluzioni di imballaggio “e dintorni”, di cui il programma di eventi collaterali è parte integrante. Si tratta di iniziative di vario genere, durata e cadenza, non confinate nei soli giorni di fiera ma sviluppate nel corso del tempo per aggregare e informare gli operatori anche fra una manifestazione e l’altra.
Quest’anno, in fiera, si svolgeranno più di 50 fra convegni e incontri, in parte organizzati direttamente da Ipack-Ima e in parte da istituzioni e imprese del settore: strumenti concreti di lavoro, su tematiche tecnologiche e di mercato, utili ad “aprire la mente” con informazioni e “visioni”, per aiutare imprenditori e manager a spingere lo sguardo oltre il quotidiano e progettare il futuro.

Fra gli appuntamenti, due spiccano per rilievo. Il primo, in apertura di manifestazione, prevede un keynote speech di Carlo Ratti: architetto e “futurologo” di fama internazionale, mente di spicco dell’MIT di Boston, ha progettato il Supermercato Future Food District, che Coop presenta a Expo. Ratti è un vero guru, giovane, brillante e italiano - che non guasta - e parlerà di imballaggio, distribuzione e bisogni dei consumatori. Il suo intervento introdurrà una tavola rotonda animata dai grandi rappresentanti dell’industria utilizzatrice, con Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, a fare gli onori di casa in qualità di presidente dell’edizione 2015 di Ipack Ima.

Il secondo appuntamento, nel pomeriggio del 20 maggio, è il convegno organizzato insieme a Expo e alle agenzie dell’ONU, intitolato "Designing a Resilient Future: Food, Technology, and Sustainable Development" dove prenderanno la parola i rappresentanti di The Culinary Institute of America, Google Foods, Agri business Development Branch di Unido, Paolo Barilla, vice president del gruppo Barilla. Chairman dell'incontro sarà Claudio Peri, Scientific Advisor di Ipack-Ima, Professore Emerito, dell'Università di Milano.

Ma di eventi di spessore ce ne sono molti altri. Vorrei solo ricordare l’assegnazione dell’Oscar dell’Imballaggio e, per la prima volta in Italia, quella dei Worldstar della World Packaging Organisation, nonché la presentazione della Carta etica del Packaging, voluta da Edizioni Dativo in collaborazione con il Politecnico di Milano e il patrocinio dell’Istituto Italiano Imballaggio.

Sono sei le manifestazioni in programma: qual è il valore di questa aggregazione, sia per gli espositori che per i visitatori?
Gli operatori possono, in un’unica occasione, visitare Ipack-Ima, le tre aree dedicate al confezionamento della carne, dei prodotti caseari e dell’ortofrutta freschi (con quest’ultima che porta in fiera non solo la tecnologia di confezionamento ma anche i prodotti ortofrutticoli), Converflex (stampa e trasformazione di imballaggio flessibile e cartotecnico) e Intralogistica Italia (movimentazione industriale). Il vantaggio mi sembra evidente ed è amplificato dalla cura con cui abbiamo gestito i lay out.
La concomitanza delle mostre e le relative sinergie sono, peraltro, apprezzate anche dagli espositori che, in alcuni casi, hanno deciso di presidiare più di un’area.
Oltre a poter contare su un maggior numero di visitatori, chi espone all’evento di maggio ha l’occasione di valorizzare al meglio la propria offerta e la capacità di servire le esigenze specifiche di ciascun segmento della domanda. L’esempio più chiaro è offerto da Fruit Innovation, che fa da vetrina a un mercato vivace, servito da un crescente numero di fornitori di imballaggio, in grado di mettere in campo soluzioni creative e tecnicamente avanzate.

A poche settimane dall’inizio della manifestazione, come valuta la risposta del mercato?
La formula 2015 è piaciuta e il settore ha risposto positivamente; anzi, negli ultimi mesi, abbiamo riscontrato un interesse crescente, che si è tradotto in nuove adesioni. Questa tendenza sembra derivare da un miglioramento delle prospettive economiche generali, che fa ben sperare: negli ultimi mesi si è infatti creato un clima di maggior ottimismo, legato a un risveglio della fiducia dei consumatori che ha trovato immediato riscontro nell’atteggiamento delle imprese. È un po’ come se tutti fossero pronti a ripartire e aspettassero solo il segnale del “via”.  
Guardando ai numeri, registriamo una crescita sia di espositori sia di spazio espositivo: oltre il 30% per Ipack-Ima e le tre “verticali” rispetto all’edizione 2012 in cui Meat Tech, Dairy Tech e Fruit Innovation non c’erano. Questo dimostra anche il fatto che le specializzate non hanno affatto cannibalizzato la fiera “madre”; al contrario, un buon numero di espositori ha prenotato stand sia in Ipack-Ima sia nelle verticali.

La crescita, peraltro, non riguarda solo l’ambito food ma anche altri settori, tra cui quello della cura della persona. È  molto vivace anche il panorama delle merceologie “trasversali”, come l’etichettatura e tracciabilità che, da sola, occupa circa 12mila mq netti: quasi una fiera nella fiera, contigua all’area dedicata a Converflex. E a proposito di Converflex, vediamo che le aziende del converting hanno recepito positivamente sia la separazione da Grafitalia (che tiene conto della progressiva divaricazione dei trend tecnologici e di mercato dei due settori rappresentati) sia la vicinanza con Ipack-Ima, vissuta come occasione di promozione. Un segnale di interesse viene anche dal digital printing, che vedrà in fiera alcuni player particolarmente autorevoli, e (finalmente) dal ritorno in fiera delle macchine che, notoriamente, rappresentano uno dei motivi di maggiore interesse per il visitatore.

Cosa aggiunge all’edizione 2015 la concomitanza con Expo? Quali misure sono state adottate, per quanto riguarda la logistica e l’accessibilità al sito?  
La coincidenza con Expo può essere valutata in maniera difforme. I detrattori temono il sovra affollamento e i conseguenti disagi logistici (l’ingresso di Ipack-Ima è a 400 m da quello dell’esposizione universale), il “caro-alberghi” e i problemi di sicurezza.
Gli estimatori - e io sono tra quelli - pur non sottovalutandone gli aspetti problematici, danno per certe le ricadute positive sul business in fiera. Il format dell’esposizione universale presenta molti motivi di interesse, sul piano spettacolare, mediatico, comunicazionale... e per i visitatori di Ipack-Ima, la coincidenza e la vicinanza con Expo è un notevole incentivo a essere presenti a Milano in maggio. Ad esempio, dal canto nostro, abbiamo allo scopo prolungato la permanenza delle delegazioni estere. Quanto ai problemi che Expo causerà, sono non solo previsti ma, in un certo senso, scontati: e quale grande evento non ha lati negativi? Per affrontarli è stato costituito un tavolo di concertazione, che ci vede impegnati insieme a Expo, FieraMilano e Prefettura, dove si affronteranno anche gli aspetti legati alla sicurezza delle persone, tema su cui le autorità cittadine, per fortuna, stanno ponendo massima attenzione».

20 maggio, Ipack-Ima, Fiera Milano
Designing a Resilient Future: Food, Technology, and Sustainable Development

Come si può dare una risposta adeguata al problema che ci attende alla scadenza del 2050, di nutrire 9-10 miliardi di persone, con un incremento di bocche da sfamare di oltre un quarto rispetto alla popolazione attuale? Come coniugare salute e sostenibilità con una sana crescita economica, in un mondo di grandi diversità culturali e di drammatiche disuguaglianze sociali?
Sembra evidente che le soluzioni possibili comportino cambiamenti radicali o, come dice Greg Drescher, una totale disarticolazione, quasi una rottamazione (“disruption”) dei meccanismi produttivi ed economici attuali.
Purtroppo questi temi, che è legittimo qualificare “vitali”, sono affrontati nel mondo in maniera frammentaria, mentre sarebbe necessario un confronto serrato e unitario in vista di un approccio  condiviso e integrato.
Nella conferenza “Designing a Resilient Future: Food, Technology, and Sustainable Development” -  organizzata da Ipack-Ima per il 20 maggio, relatori di prestigio, con una consolidata esperienza sulla scena globale e straordinaria capacità comunicativa, proveranno dunque a collegare i fili delle complessità disconnesse, illustrando modelli di sviluppo che possano conciliare la tecnologia e la cultura, la scienza e l’emozione del mangiare, il business e l’interesse dei consumatori. Proporranno strategie dinamiche di reazione ai rischi e ai limiti che ci condizionano da ogni parte.
Cercheranno di capire - e di farci capire - come il settore agro-alimentare debba re-inventarsi per proporsi con nuove idee, nuova energia, nuovi modelli di business, nuove sensibilità sociali, alle sfide che sono già nel nostro presente e che potrebbero diventare ingestibili nel nostro immediato futuro.

I relatori
Ipack-Ima 2015 propone la conferenza all’attenzione di espositori e visitatori e con essa intende offrire un proprio significativo contributo alle riflessioni e ai dibattiti che si svolgeranno nel quadro di Expo 2015.
Dalle 14.00 alle 18.15, nella Sala Martini del Centro conferenze Stella Polare di Fiera Milano, si avvicenderanno:
- Greg Drescher, Vice President, The Culinary Institute of America;
- Michiel Bakker, Chief Executive, Google Foods;
- Paolo Barilla, Vice President, Barilla;
- Philippe Scholtès, Managing Director, Programme Development and Technical Cooperation Division, UNIDO Director a.i., Agri business Development Branch, UNIDO.
Conclusioni a cura del Chairman Claudio Peri, Scientific Advisor di Ipack-Ima, Professore Emerito, Università di Milano.

 

 

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