Gifasp. Dalla sostenibilità ambientale a quella aziendale
Tra memoria e attualità, attenzione meritoria ai giovani e cura previdente per il futuro dell’impresa: emergono in chiaro obiettivi e sfide di un mondo “piccolo e bello”. Stefano Lavorini
I produttori di astucci e scatole pieghevoli che si riconoscono in GIFASP hanno animato il mese di giugno con due eventi: il primo, giovedì 16 a Milano, in occasione del quale sono stati presentati i vincitori del concorso fotografico Packlick, memorial Giuseppe Meana e, a seguire, il 17 e 18 a Bardolino, dove si è tenuto il XXXVI Convegno nazionale dedicati a “Trasferimento generazionale d’impresa e tutela del patrimonio personale dell’imprenditore”.
Il pack in uno scatto
“Il packaging è dappertutto”, ma non si vede se non quando finisce nella pattumiera: questo, fin qui, il destino di un oggetto trasversale, emblema stesso del nostro modello di consumo.
Tale evidenza è ragione di cruccio per l’intero mondo dell’imballaggio (che si vede negletto, se non addirittura messo all’indice) e origine dei ripetuti tentativi, in capo ad associazioni industriali e aziende produttrici, che si propongono di bucare il muro di “ignoranza” e diffidenza che separa i cittadini dalla realtà.
Materia complessa per le sue implicazioni tecnologiche, di mercato e ambientali, il packaging poco o affatto si presta a farsi soggetto di racconti fascinosi, capaci di imporsi all’attenzione generale alle masse. Forse perché troppo vero e importante per essere ridotto a sberleffo, alla moda di ciò che oggi più piace.
Ma è anche un problema di risorse che la filiera - dai produttori di materie prime alla distribuzione organizzata, dai fabbricanti di imballaggi ai brand owner - muovendosi in ordine sparso, non riesce a mettere in campo per usare la potenza pervasiva dei media.
Si lavora, così, a interventi mirati di volta in volta su target specifici, in prevalenza i giovani, nella speranza che possano diventare “consumatori” o professionisti più consapevoli.
È questo il caso del concorso fotografico Packlick, organizzato da Gifasp in collaborazione con Pusterla 1880 per ricordare la figura di Giuseppe Meana, imprenditore e amante della fotografia, nonché per promuovere la sostenibilità del packaging cartaceo.
Al contest hanno partecipato studenti di fotografia, tra i 19 e i 30 anni, di università, accademie, scuole post diploma, nazionali. In totale 98 gli iscritti, di cui circa il 10% stranieri, che si sono cimentati, con il supporto dei docenti, su due temi: “Sostenibilità del packaging cartaceo” e “Il packaging cartaceo, potente mezzo di comunicazione del prodotto”.
“Sostenibilità del packaging cartaceo”
1° classificato Ateneo/Scuola/Istituto: Accademia Belle Arti di Brera Docente: Prof.ssa Paola Di Bello |
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Racconto fotografico “Il packaging cartaceo, potente mezzo di comunicazione del prodotto”
1° classificato Ateneo/Scuola/Istituto: Accademia Belle Arti di Urbino Docente: Prof. Massimo Tosello |
La cerimonia di premiazione si è svolta il 16 giugno al Magna Pars Event di Milano, con la convinta e spontanea regia di Francesca Meana, che molto ha voluto e lavorato all’iniziativa.
La giuria di Packlick
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Oltre ai vincitori (3 per categoria, più 5 menzioni speciali) e alla giuria (si veda il box), hanno partecipato Emilio Albertini e Fulvia Lo Duca, rispettivamente presidente e past-president Gifasp, nonché tutta la famiglia Meana: la moglie di Giuseppe, Anita Cattania, i figli Luca, Francesca e Matteo.
Semplice e in alcuni momenti toccante, l’incontro è stato scandito dai ringraziamenti e dalle impressioni a caldo dei vincitori, ma anche dalle parole di apprezzamento rivolte dai docenti, che hanno sottolineato la validità del concorso, la sua importanza nell’avvicinare i giovani a una realtà poco conosciuta e considerata, l’auspicio che il progetto si rinnovi in futuro, almeno con una cadenza biennale. Richiesta, questa, che ha trovato consenso tra i convenuti.
Nella foto finale dei Meana, il vuoto delle parole che dicono con pudore dei sentimenti nascosti, del rimpianto profondo per l'Architetto, così lo chiamavamo nel mondo dell'imballaggio, morto improvvisamente a dicembre 2013.
E che con affetto torno a ricordare con le parole pronunciate dal del parroco don Angelo, durante l’omelia funebre: «Un uomo giusto e buono, che ha speso la vita non cercando di star bene, ma di fare il bene».
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“Gli esami non finiscono mai”… anche per gli imprenditori
Nella commedia di Edoardo De Filippo, il protagonista Guglielmo Speranza si lascia andare a una confessione: «Mi sono scocciato di sottostare alla legge del vivere civile che ti assoggetta a dire sì senza convinzione quando i no, convintissimi, ti saltano alla gola come tante bolle d'aria».
Ci vuole consapevolezza e coraggio per prendere posizione, per fare scelte sentite e meditate, in genere e, tanto più in un momento come quello del passaggio generazionale in azienda, segnato di sovente dal confliggere di generosità e ambizione, razionalità e sentimento.
Il Convegno annuale Gifasp, che si è svolto il 17 e 18 giugno a Bardolino (VR) di questo si è occupato, cercando di offrire spunti di riflessione, nonché aggiornamenti sugli strumenti a disposizione degli imprenditori e sugli aspetti fiscali e tributari connessi alle diverse opzioni.
Che si tratti di una problematica di non poco conto, lo conferma anche un recente studio presentato a Milano a inizio giugno, dalla società Global Strategy. Secondo l’Osservatorio PMI 2016, infatti, l’85% delle 448 PMI italiane giudicate Eccellenti (sulla base di puntuali parametri economico-finanziari e patrimoniali) sono controllate da una famiglia di riferimento; in relazione a questo target, il 32% ha già effettuato il passaggio generazionale, il 26% lo ha pianificato, mentre il 42% non lo ha ancora definito.
Insomma, c’è molto da fare e correttamente GIFASP si è attivata in questa direzione.
Si è trattato, d’altronde, dell’ennesimo capitolo di un interessante percorso formativo avviato da anni dall’associazione e finalizzato a promuovere un diverso modo di guardare e fare impresa.
A destra, il presidente Gifasp, Emilio Albertini, e il segretario, Fabio Panetta. |
Questa volta i lavori si sono svolti seguendo due registri distinti: quello didattico psicologico, che preconizza la necessità di una sorta di educazione sentimentale intergenerazionale svolto da Paolo Roccatagliata; e quello pragmatico/specialistico, curato con competenza e puntigliosità da Nicola Canessa e Paolo Gaeta che, analizzando gli strumenti utili al passaggio generazionale, ha messo l’attenzione sui vantaggi offerti dallo strumento giuridico europeo dei trust interni (altra cosa dai trust offshore), per la protezione dei beni, la tutela dei minori e dei soggetti diversamente abili, la tutela del patrimonio per finalità successorie, ecc.
Sulla falsariga, anche l’intervento didascalico di Adele Raiola, che ha avuto per oggetto gli atti di donazione.
“Fuori tema”, ma concreta e interessante la relazione di Paolo Tamborrini, Politecnico di Torino, che ha richiamato l’importanza della collaborazione tra università e aziende ai fini dell’orientamento formativo delle nuove professionalità nel campo del packaging design.
Nel complesso, un incontro con obiettivi ambiziosi, pensato con le migliori intenzioni ma che non ha mancato, peraltro, di suscitare qualche perplessità tra i partecipanti per quanto attiene l’articolazione degli interventi, nonché il numero dei soci effettivi e simpatizzanti presenti, in buona parte dovuto all’infelice prossimità con la grande fiera della stampa tedesca, drupa.
Attenta e cordiale l’organizzazione curata dalla segreteria del gruppo, coadiuvata dalla società PTS, ottima la location a dispetto del tempo e, soprattutto, del blackout elettrico che ha condizionato la serata conviviale.
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