Export e fiere: chiavi anti-crisi

L'export può trainare l'Italia fuori dalle secche della crisi. E, tra i vari settori, il manifatturiero ha le maggiori probabilità di successo, a patto che il nostro Paese dica “basta ai campanilismi” e guardi sempre più oltre confine. Spunti  dal Forum Internazionalizzazione Made in Italy organizzato da Messe Frankfurt.

Riportiamo le conclusioni SPS_2013_Label_date_web.pngemerse dal FIMI - Forum Internazionalizzazione Made in Italy organizzato da Messe Frankfurt il 22 novembre scorso a Milano, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, per “lanciare” l’edizione 2013 di SPS IPC Drives Italia (dal 21 al 23 maggio a Parma). Tema dell'incontro: la conquista dei mercati internazionali da parte delle nostre eccellenze produttive.

Ampliare le proprie prospettive in ottica sempre più europea, e guardare a nuovi modelli di business dove prevalga il concetto di “coopetizione” (una cooperazione anche con i concorrenti, che consenta di creare una situazione “win-win” in cui tutti vincono) sono gli asset sui quali tanto Aldo Bonomi, fondatore e direttore dell'Istituto di ricerca Aster, quanto Detlef Braun, membro del direttivo di Messe Frankfurt e Donald Wich, AD Messe Frankfurt Italia si sono concentrati, in apertura dell’incontro. Interessante, al riguardo, l’esperienza della stessa Messe Frankfurt che, in Italia, ha voluto trasferire il modello tedesco vincente riguardo all'export, frutto di una partnership tra imprese manifatturiere, associazioni ed enti fieristici.

Fatte salve le marcate differenze tra il capitalismo tedesco e quello italiano, quest’ultimo di tipo essenzialmente manifatturiero e molto legato al territorio, Bonomi ha posto poi una domanda cruciale: alla fine della crisi, questo tipo di capitalismo consentirà al settore manifatturiero di essere ancora al secondo posto in Europa? Nato con la Fiat e l'Olivetti, il capitalismo nostrano si è sostanziato nei distretti produttivi, che stanno subendo una metamorfosi.  Secondo Bonomi «oggi il nostro capitalismo di territorio è riassumibile in 19 piattaforme, come la Via Emilia, l'arco alpino, le due pedemontane da Torino a Trieste, le città adriatiche, l'asse tosco-umbro-marchigiano e l'asse pugliese, per la cui sopravvivenza l'export diventa fondamentale» così come fondamentale diventa la scelta di una piattaforma fieristica che garantisca la maggiore visibilità internazionale.

Il tema dell’internazionalizzazione come tipo di gestione opposta al manifatturiero di territorio è stato ripreso anche nelle tavole rotonde seguite al dibattito principale. Nella prima delle due “Le imprese italiane verso i mercati esteri” si è parlato di esperienze e successi. È stato il caso di Gefran che, da piccolo laboratorio si è trasformata in leader del mercato e che, per bocca del suo presidente, Ennio Franceschetti, ammette la necessità di decidere se si vuole diventare grandi o rimanere piccoli «perché - sostiene - se guardo la mia azienda calata nel suo territorio mi sembra grande, ma in realtà è piccola se inserita in un contesto europeo».
Il secondo confronto si è invece concentrato su “Strategie per l’internazionalizzazione fra incertezze, opportunità e nuovi scenari”, e ha avuto come testimonial Giuliano Busetto, Presidente di Anie AssoAutomazione, che ha manifestato la necessità di «valorizzare il manifatturiero italiano, fatto di uomini, di idee e di ottimi prodotti, utilizzando al meglio le fiere come validi strumenti per ottenere questo risultato».

I relatori sono stati dunque d'accordo nel sostenere che le fiere possono essere un tramite decisivo del processo di internazionalizzazione, dato che proprio dalle fiere passa già oggi il 20% dell'export italiano. Emblematica al riguardo l’esperienza di SPS IPC Drives Italia che, nel breve volgere di un paio d’anni, si è affermato come appuntamento di riferimento per il settore automazione e rimane, diventando una piattaforma affidabile e sicura per raggiungere l’obiettivo dell’internazionalizzazione. Resta l’unica fiera organizzata nel nostro Paese da Messe Frankfurt Italia che, grazie all’ascolto delle esigenze dei protagonisti del settore e alla scoperta di una nicchia adeguata, ha saputo creare un progetto adatto al mercato nazionale, trasformando un format tedesco di successo in un evento tutto italiano.  

Messe Frankfurt ha superato nel 2012 i 500mln di fatturato ed è tra gli hub fieristici più diffusi al mondo, con 28 società affiliate, cinque succursali e 52 sales partner internazionali.
 

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