Tempi di pagamento: si deve fare di più

I ritardi nei pagamenti sono un mal costume che affliggono l'intero  sistema manifatturiero italiano e dal quale non fa eccezione il settore  dell'imballaggio in cartone ondulato.

Questa è una delle considerazioni  emerse nel corso dell'incontro organizzato dal GIFCO presso il Grand  Hotel Doria nella giornata del 5 marzo, un appuntamento al quale hanno  partecipato numerosi associati desiderosi di apprendere le novità  previste dal Decreto Legislativo n. 192 in vigore dallo scorso 1°  gennaio. 

Secondo la Commissione Europea la media dei pagamenti nel nord Europa  si attesta intorno ai 62 giorni, mentre per il sud la media è di oltre  90.
Un dato che fa sorridere amaro molti  imprenditori e manager italiani, consapevoli di dover fare i conti con  termini anche di gran lunga superiori.

La rinnovata disciplina alla lotta dei ritardi nei pagamenti, voluta  dal Legislatore europeo già all'inizio degli anni duemila e aggiornata  nel 2010, non sembra aiutare a migliorare l'attuale situazione, almeno  nel suo recepimento italiano. Secondo il Professor Federico Ferro-Luzzi, ordinario di diritto civile  dell'Università di Sassari e relatore dell'incontro,
il Decreto 192  fissa con fermezza i termini di pagamento nel rapporto commerciale tra  impresa creditrice e pubblica amministrazione debitrice; tuttavia la  stessa incisività non si ravvisa nel rapporto tra imprese, facendo  perdere all'Italia una buona occasione per portarsi ai livelli degli  altri Paesi UE, in particolare Francia e Germania, dove questo mal  costume è decisamente meno comune. 

Come noto l'imballaggio di cartone ondulato ha come principale mercato  di sbocco il settore del food, il quale ha goduto di un importante  provvedimento legislativo nel corso del 2012 che ha circoscritto i  termini di pagamento all'industria alimentare a 30 giorni per i beni  deperibili e a 60 per i non deperibili. Il legislatore nel fare questo  provvedimento ha di fatto creato una situazione anomala, dove chi vende  alimenti può far chiedere legittimamente di essere pagato a 30/60 giorni  ma non ha lo stesso obbligo nei confronti dei propri fornitori di  utilities e commodities. 

L'auspicio, nonchè lo scenario ottimale, sarebbe quello di armonizzare i  termini di pagamenti in un termine ragionevole per tutti, al fine di  creare un ciclo virtuoso condiviso e dal quale tutti gli operatori di  filiera ne possano giovare.

Il nostro network