Packaging italiano: cresce ma con cautela
Secondo le prime analisi dell’Istituto Italiano Imballaggio, nel 2016 la produzione di imballaggi espressa in peso cresce del +1,5%.
Sul finire dell’anno tutti gli indicatori previsionali si sono ridimensionati rispetto alle ipotesi precedenti, compresi quelli relativi all’attività manifatturiera - che, secondo Prometeia, cresce dell’1,2% e non del 2% come ipotizzato a maggio - rallentando quindi la ripresa generale.Di questo fenomeno risente ovviamente anche il settore del packaging, che frena quindi il proprio trend di sviluppo: nel 2016, la variazione sull’anno precedente dovrebbe essere pari al +1,5%.
Export e import. A influire sul rallentamento produttivo del comparto packaging in Italia rispetto al 2015, è anche l’andamento del commercio estero: export solo +1%, import +9%.
Analizzando i primi 10 mesi dell’anno, le importazioni sono state influenzate, da un lato, dalle politiche di mercato delle multinazionali, che decidono le movimentazioni interne basandosi su decisioni puramente commerciali; dall’altro - e per certi certi settori - l’appetibilità di alcuni mercati di sbocco italiani.
È il caso, per esempio, dell’area vetro, che registra un aumento delle importazioni pari al 10%: oltre alla scelta di importare imballaggi vuoti dalle consociate estere, i gruppi internazionali hanno di fatto rivolto un’attenzione maggiore mercato del vino, che attira molti competitor stranieri. E in un settore come il vetro, quando si ragiona in termini di peso, questo influisce in maniera rilevante.
Il consumo apparente, che deriva dal classico calcolo produzione + import -export, dovrebbe attestarsi al +2,5% circa.
La variabile prezzo. Nell’area packaging, altro aspetto da considerare è l’andamento dei prezzi delle materie prime.
Nel 2016 si registrano infatti andamenti differenti per i vari materiali: in calo i polimeri per la produzione degli imballaggi di plastica, sia per quanto riguarda la materia prima vergine sia per i polimeri provenienti da riciclo, rispettivamente dell’8% e del 5% circa.
Scendono anche le quotazioni di alcune materie prime per imballaggi cellulosici: il cartone ondulato registra un -4%, fogli e cartoncino rimangono sostanzialmente stabili, in aumento dell’1,1% la materia prima per la produzione dei sacchi a uso industriale.
Diverso l’andamento delle quotazioni relative ai metalli per imballaggio, che risultano invece in aumento: l’acciaio registra variazioni a due cifre, +18%, guidate soprattutto dalla crescita del prezzo del lamierino per fusti ma anche di quello della materia prima proveniente da riciclo.
I prezzi dell’alluminio salgono del 5% circa.
È necessario tener presente che queste ultime considerazioni sull’andamento delle quotazioni delle materie prime si riferiscono a quanto registrato dalla Camera di Commercio di Milano.
Per informazioni: Istituto Italiano Imballaggio