Ipack-Ima: cambia di nuovo tutto
Fiera Milano SpA - Dopo aver acquisito la fiera IPACK-IMA a luglio da Centrexpo per 2,5 milioni di euro - ha costituito una nuova società insieme a Ucima per gestire il futuro della manifestazione. Ucima entra nella proprietà e nella gestione con il 51% delle quote, a fronte del conferimento del ramo d’azienda Food Pack, interrompendo così la collaborazione avviata con Fiere di Parma - Cibus Tec. di Luciana Guidotti
Milano, 3 novembre 2015. È stata ufficializzata la notizia della costituzione di una nuova società, denominata Ipack-Ima Srl, partecipata da Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) che ha conferito il ramo di azienda Food Pack e da Fiera Milano, che ha conferito il ramo di azienda IPACK-IMA.
Una partnership strategica per l'ulteriore crescita e internazionalizzazione della mostra leader del processo e packaging.
Questi, in sintesi, i fatti come sono stati precisati durante l’incontro stampa che si è svolto a Milano: clima da grandi occasioni, location d'immagine (lo showroom GESSI di via Manzoni) e palpabile soddisfazione da parte degli "uomini che hanno inventato l'impresa".
A fare gli onori di casa Domenico Lunghi, direttore Fiere Food e Food Tech di Fiera Milano, chiamato ora alla guida della nuova Ipack-Ima Srl, che, con innato garbo, ha sottolineato che si apre un nuovo capitolo per la storica mostra del processo e confezionamento leader in Italia e tra le maggiori al mondo, acquisita da Fiera Milano lo scorso luglio (si veda "Fiera Milano perfeziona l’acquisizione di Ipack-Ima").
In effetti, la partnership tra il maggior operatore fieristico del Paese e l’associazione industriale di riferimento per il comparto packaging ha certamente una forte valenza strategica e, con tutta probabilità, come più volte ripetuto durante l'incontro, segnerà l’avvio di una fase di ulteriore sviluppo e internazionalizzazione per la manifestazione IPACK-IMA e per le mostre verticali che dallo scorso maggio la affiancano (Meat-Tech, Dairytech, Fruit Innovation).
«L’ingresso della nostra Associazione nella comproprietà e nella cogestione di Ipack-Ima Srl - ha dichiarato Giuseppe Lesce, presidente Ucima, riporterà l’Italia al centro del panorama fieristico internazionale e offrirà alle aziende del nostro settore una piattaforma fieristica in Italia adeguata al ruolo e alla posizione della nostra industria sul mercato globale». Che poi non ha mancato di rimarcare: «Dopo anni, si sana un "divorzio" storico tra associazione e fiera: contiamo di dare a IPACK-IMA quel respiro internazionale che è mancato e che ha portato i grandi costruttori del settore, che esportano oltre il 90% della loro produzione a disertare la manifestazione».
Ha sottolineato al riguardo Riccardo Cavanna, presidente di Ipack-Ima Srl e vice-presidente di Ucima, che «IIPACK-IMA potrà beneficiare non solo delle relazioni internazionali che Ucima ha costruito negli ultimi anni e della rete commerciale worldwide messa in campo da Fiera Milano, ma soprattutto del supporto progettuale e operativo delle stesse aziende associate, così da realizzare una manifestazione che risponda alle loro esigenze commerciali e alle attese degli end user». Ha poi aggiunto: «Fatti concreti, come l'intenzione espressa da Andrea Malagoli, consigliere delegato di IMA SpA, di tornare a esporre alla prossima IPACK–IMA, dopo anni di assenza, per presentare in fiera le loro ultime innovazioni tecnologiche e accogliere a Milano i clienti da tutto il mondo».
«Dal 2018 - ha quindi concluso il presidente Lesce - noi costruttori di macchine italiani non saremo più solamente "ospiti" nelle fiere all’estero ma potremo mostrare con orgoglio le tecnologie made in Italy a casa nostra, ospitando anche i competitor internazionali».
Oltre al supporto degli imprenditori del settore, IPACK-IMA potrà contare sul know-how di Fiera Milano, che la considera una delle manifestazioni chiave per consolidare la propria leadership nel settore del food e delle tecnologie produttive.
«Fiera Milano - ha dichiarato Corrado Peraboni, amministratore delegato di Fiera Milano SpA - occupa oggi il terzo posto nella classifica europea delle grandi mostre B2B rivolte al settore alimentare. Vogliamo salire ancora nella graduatoria e siamo fiduciosi di poterlo fare, nell’interesse delle nostre imprese, perché l’Italia vanta non solo prodotti eccellenti, ma anche aziende trasformatrici e tecnologie di processo e confezionamento di prim’ordine. In questa prospettiva la partnership con Ucima è preziosa e mi piace sottolineare che questa unione realizza un modello di sviluppo dell’attività fieristica a cui crediamo fermamente.
Non è un caso che questo annuncio venga fatto a distanza di ore dalla chiusura di Expo: questo matrimonio è un esempio che il nostro Paese deve seguire per contrastare l’agguerrita concorrenza globale, in particolare tedesca. Dobbiamo sviluppare a casa nostra manifestazioni internazionali, grandi e attrattive, nei settori chiave come appunto l’alimentare, in cui il made in Italy non teme confronti. e per centrare l’obiettivo è necessario valorizzare al massimo una collaborazione fattiva con le associazioni industriali di categoria».
Dalle domande poste dai giornalisti di settore presenti alla conferenza sono emersi due temi: da un lato le conseguenze della scelta fatta da Ucima in relazione agli accordi pregressi con altri enti fieristici italiani (Fiere Parma - Cibus Tec ma anche Bologna Fiere - Pharmintech, Cesena Fiera - Macfrut) e stranieri (Deutsche Messe - Intralogistica Italia e PMMI - East Afripack); dall'altro, preoccupazioni circa il destino della "vecchia" Ipack-Ima SpA e delle persone attualmente in organico.
La risposta è arrivata da Paolo Gambuli, direttore di Ucima e grande tessitore dell'accordo con Fiera Milano che, sul primo punto si è espresso in modo interlocutorio lasciando intendere che ci sarà molto da lavorare. Importante le precisazioni raccolte “fuori onda” sui dettagli dell'operazione, in particolare per quanto riguarda il conferimento da parte di Fiera Milano del ramo di azienda IPACK-IMA nella nuova realtà dei marchi, delle attività, ma anche di tutto il personale, il che lascia ben sperare per il futuro.
Ma siamo solo all'inizio di una nuova storia che i fatti ci faranno scrivere... Ne riparleremo.