Gli imballaggi di vetro (2011)

DATI E FATTI Secondo un primo consuntivo sull’attività 2011, il comparto produttivo degli imballaggi di vetro italiano esprime buoni numeri: confortanti le cifre dell’export, legate all’andamento di alcuni generi alimentari, ma buone anche le performance sul mercato interno.

Il vetro è uno dei materiali più antichi della terra. Destinato dapprima solo all’alto di gamma (profumi preziosi, cristallerie pregiate, alambicchi …) è diventato nel tempo una materia prima fondamentale per l’imballaggio prodotti su larga scala: dal 1600 lo Champagne francese viene conservato solo in bottiglia di vetro; a inizio ‘800 Nicolas Appert condusse le prime sperimentazioni sulla conservazione degli alimenti con contenitori in acciaio e in vetro…
Nel corso degli anni, bottiglie, flaconeria in genere e vasi sono stati oggetto di numerose innovazioni, sia in termini di forme che di alleggerimento del peso a parità di prestazioni di resistenza, con effetti benefici anche dal punto di vista ambientale (ricordiamo che la riciclabilità è una caratteristica fondamentale): attualmente infatti, grazie alle moderne tecnologie produttive e di progettazione, il peso medio di bottiglie e vasi si è ridotto in modo consistente, dal 10% al 30%.

Le cifre del settore
Dopo il sensibile calo produttivo del 9,2% nel 2009, nel 2010 la produzione di imballaggi di vetro ha segnato un recupero del 5%.
Secondo un primo consuntivo 2011, il comparto ha vissuto un ulteriore recupero dell’1% circa, pur in una situazione congiunturale globale in progressivo peggioramento a partire dall’autunno.
Il 2011 ha evidenziato anche una crescita del 3% circa delle esportazioni, una sostanziale riconferma dei quantitativi di importazione e un consumo apparente in aumento dell’1% circa.
Il positivo andamento della domanda interna, anche se contenuto, ha tratto origine essenzialmente dall’ottimo sviluppo delle esportazioni di vino, birra e bevande alcoliche in generale.
La produzione degli imballaggi in vetro rappresenta, espressa in peso, il 23% della produzione globale di imballaggi.
La produzione italiana di imballaggi di vetro è costituita per l’88% da bottiglie, per il 7% da vasi per conserve alimentari e per il restante 5% da flaconi e vetro tubo per fiale e fialoidi.

Bottiglie
Si valuta che la produzione di bottiglie in Italia nel 2011 abbia raggiunto le 3.150 t/000, segnando quindi un +1% rispetto al 2010. Lo sviluppo trae origine essenzialmente dalle buone prestazioni dei settori del vino e dei super alcolici.

I settori di sbocco. Diversi i settori merceologici dell’area liquidi alimentari che impiegano bottiglie di vetro cavo nuove immesse sul mercato (con riferimento alle quantità, i valori sono espressi in peso).
Maggiore utilizzatore risulta il comparto bevande alcoliche con uno share del 70,5%, di cui il vino rappresenta il 51% circa.
Segue la birra (14%) mentre il restante 5,5% è ripartito tra superalcolici e vermouth.
Altra importante area di sbocco delle bottiglie è quella delle bevande analcoliche, il cui share di mercato si colloca intorno al 15%, sempre con riferimento al valore espresso in peso.
L’acqua minerale resta un segmento di punta, con uno share del 10%. Qui,
il posizionamento del vetro si è consolidato negli ultimi tempi grazie alle innumerevoli innovazioni relative alla personalizzazione delle bottiglie.
I succhi di frutta assorbono il 3% della produzione di bottiglie (al 90% circa si tratta di monodose), in progressivo cedimento.
Il restante 2% è utilizzato per altre bibite analcoliche (bevande fantasia non gassate, soft drink e sport drink).
Altre importanti aree di impiego delle bottiglie di vetro: olio di oliva (share stimato 5,5%, in lieve calo rispetto al 2010 a seguito di una crescita del contenitore di PET e di metallo destinati all’export), che lo identifica sempre come contenitore per prodotti di alta gamma; seguono aceto, sciroppi, passate e polpe di pomodori, olio di semi, prodotti liquidi per la detergenza domestica…

Vasi
Si stima che la produzione 2011 di vasi di vetro abbia raggiunto le 250 t/000, valore superiore del 7% circa rispetto a quello del 2010.
I settori di sbocco. Sughi, conserve vegetali varie, sott’olio e sottaceti, omogeneizzati, marmellate, filetti di acciughe, yogurt, maionese e creme al cioccolato spalmabili: questi i settori si sbocco principali.
Il 51% circa dei vasi (con riferimento al valore espresso in tonnellate) è utilizzato per confezionare conserve vegetali  legumi, sottaceti, sottolio, marmellate, sughi ecc.: pur contando su una vasta diffusione, il vetro deve comunque competere con imballi alternativi alternativi, come buste flessibili e contenitori cellulosici poliaccoppiati.
Nell’area degli omogeneizzati l’impiego del vasetto in vetro è nettamente preminente (28,5%) e risulta in crescita tendenziale.
Il 6% è destinato ai prodotti ittici: la soluzione vetro presenta buone potenzialità di crescita nel settore tonno in filetti. Il restante 14% è suddiviso tra molteplici aree alimentari, tra cui spiccano creme spalmabili al cioccolato e maionese.
Il vaso di vetro è normalmente chiuso con coperchio d’acciaio twist off.
In questo settore di sbocco si stima possibile, in taluni casi, l’aumento del vasetto di plastica con coperchio a vite (pure di plastica) o con top pelabile di alluminio.

Flaconeria (vetro cavo e vetro tubo).
180 t/000, +2% rispetto al 2010: questi i valori 2011 stimati. Il trend evolutivo favorevole dell’ultimo biennio deriva dal buon andamento della cosmesi-profumeria e del farmaceutico.  

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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