Gli imballaggi di plastica (2020)
Andamento della produzione e posizionamento sul mercato di una tipologia di packaging “trasversale”. Dati 2020.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
- imballaggi rigidi (contenitori “soffiati” come bottiglie e flaconi, contenitori termoformati come vaschette, taniche, pallet e contenitori di grandi dimensioni);
- imballaggi flessibili (shopper, sacchi, pluriball di protezione, ecc., con l’esclusione dei film accoppiati flessibili per il converting);
- accessori agli imballaggi (chiusure, corde, reggette, chips di protezione, ecc.).
Ampiamente diffusi tanto nel food & beverage quanto nel non food, gli imballaggi di plastica occupano una posizione di rilievo nell’industria globale del packaging, dove raggiungono il 46,8% in termini di fatturato.
Grazie alle caratteristiche di versatilità, a seconda degli utilizzi, possono essere imballaggi primari o secondari, ma anche imballaggi da trasporto o accessori (chiusure, protezione, ecc.). Tale rappresentatività fa sì che il comparto “pesi” per il 18,1% sulla produzione complessiva di imballaggi.
Con una diffusione così trasversale, sia per settori di impiego sia per tipologie di confezionamento, questa categoria di packaging ha accusato in misura maggiore rispetto ad altri materiali l’impatto negativo della crisi, che ha colpito duramente l’industria manifatturiera italiana e mondiale nel 2020.
Ciò nonostante, il settore degli imballaggi di plastica ha saputo far valere la propria solidità, nonostante i numerosi attacchi di cui è fatto oggetto sul fronte ambientale. Non va dimenticato, infatti, che la sua natura tecnologica porta in dote una propensione alla ricerca e all’innovazione, che ha consentito di raggiungere traguardi importanti (valido ausilio nella lotta allo spreco alimentare, produzione di packaging con plastiche provenienti da riciclo o bioplastiche).
2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 20/19 var % | |
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Produzione | 2.974 | 3.003 | 3.080 | 3.016 | -2,10% |
Export | 1.057 | 1.046 | 1.018 | 993 | -2,50% |
Import | 594 | 579 | 566 | 572 | 1,10% |
Consumo apparente | 2.511 | 2.536 | 2.628 | 2.595 | -1,20% |
Fonte/Source: Istituto Italiano Imballaggio
I numeri di mercato
- Nel 2020, il settore imballaggi in plastica registra un calo produttivo che si aggira intorno al -2% rispetto all’anno precedente (la produzione si assesta sulle 3.016 t/000). La tendenza negativa dell’industria manifatturiera ha influito molto in questo senso. Tuttavia, dato che la plastica è largamente utilizzata nel settore alimentare e in quello farmaceutico, il relativo buon andamento di queste aree ha consentito di arginare le perdite.
- Continua anche a crescere l’utilizzo delle plastiche da riciclo, a scapito di quelle vergini, così come l’impiego di bioplastiche.
- Sono gli imballaggi flessibili (-4,1% rispetto al 2019) a influire maggiormente sul trend negativo. Gli imballaggi rigidi, per contro, registrano infatti una tendenza positiva, e chiudono il 2020 con un +0,7% circa sul 2019, grazie al legame con il settore alimentare e delle bevande, ma anche all‘ampia diffusione nell’ambito della detergenza domestica e dei prodotti per la cura della casa.
- Per quanto concerne il commercio estero si evidenzia una crescita dell’import (+1%) e un calo dell’export (-2,5%). Analogamente agli altri materiali di confezionamento, anche per gli imballaggi di plastica l’Europa resta il luogo d’elezione degli scambi commerciali (Francia e Germania in primis): l’89,1% delle esportazioni trova sbocco nei paesi europei, l’81,6% degli imballaggi di plastica vuoti proviene dalla medesima area. Le stime per il fatturato del settore vedono un calo intorno all’1%.
- Per quanto riguarda poi le medie delle quotazioni delle materie prime plastiche utilizzate per produrre imballaggi, nel 2020 si registrano cali generalizzati rispetto al 2019, soprattutto per quanto riguarda le plastiche vergini: il PET segna un -29%, il NYLON registra un -20%, così come il polietilene e il polistirolo. Diversa la situazione per le plastiche provenienti da riciclo dove invece si registrano sia aumenti nei prezzi (è il caso del PP, al +9% circa), sia diminuzioni come, per esempio, la media delle quotazioni del rPET al -7%.
Food | 52% |
Bevande | 23,00% |
Shopper | 5,50% |
Prodotti chimici (1) | 5,50% |
Cosmetica e farmaceutica | 3,80% |
Altro non food (2) | 15,30% |
Totale | 100% |
Fonte/Source: Istituto Italiano Imballaggio
(1) Lubrificanti, colori, vernici e chimici vari
(2) Elettromeccanica, macchinari industria tessile, elettronica ecc.
Settori di impiego
Come dicevamo in apertura, gli imballaggi in plastica possono essere utilizzati per diverse tipologie di prodotti food e non-food. Tuttavia, la principale area di impiego resta quella alimentare: nel 2020, il 75,2% degli imballaggi in plastica è stato destinato a confezionare cibi e bevande (52,2% per i primi, in crescita rispetto all’anno precedente, e il 23%, per le seconde).
Il 5,5% è rappresentato dagli shopper per trasporto delle merci sia alimentari che non.
Per quanto riguarda il settore non-food, il restante 19,3% è suddiviso tra prodotti chimici (5,5%), dove rientrano i detergenti per la pulizia della casa, colori e vernici, lubrificanti, fertilizzanti, ecc. e prodotti cosmetici e farmaceutici (3,6%). Nel 10,2% sono invece comprese le tipologie di imballaggi destinate agli elettrodomestici, ad abbigliamento e accessori, cristalleria, ecc.
Imballaggi flessibili (film, sacchi e sacchetti) |
45,80% |
Imballaggi rigidi (bottiglie, fusti, cassette, pallet) |
46,20% |
Accessori per imballaggio (tappi, chiusure varie, film a bolle, reggette, chips espansi, lastre, nastri adesivi ecc.) |
8,00% |
Totale | 100,00% |
Fonte/Source: data processing Imballaggio in Cifre
Recupero e riciclo
In base ai dati presentati dal consorzio COREPLA (Sistema Conai), anche nel 2020 la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica è cresciuta: +4% sul 2019, con il recupero del 95% degli imballaggi immessi al consumo. Questo dato ha portato l’Italia a essere riconosciuto tra i paesi più virtuosi a livello europeo.
Europa | 89,60% | 81,60% |
Africa | 3,40% | 6,30% |
America | 4,20% | 0,70% |
Asia | 3,00% | 11,30% |
Oceania | 0,40% | 0,01% |
Mondo | 100,00% | 100,00% |
Fonte/Source: elaborazioni dati ISTAT