Filiera carta: preoccupazioni per la revisione sulla normativa imballaggi
In una nota stampa la posizione di SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL, Assocarta e Assografici nei confronti della revisione sulla normativa imballaggi (PPWR).
La direzione che il Parlamento europeo sta prendendo rispetto alla modifica del PPWR è motivo di fondata preoccupazione anche per il settore degli imballaggi in carta, materiale solo apparentemente meno toccato dalle decisioni delle istituzioni europee.
Parliamo di un segmento di mercato da 162.000 addetti impiegati in 16.369 imprese e di una filiera che esprime un valore di 31,4 miliardi di euro di fatturato (1,6% PIL), che fornisce soluzioni di confezionamento per settori strategici come l’alimentare e il farmaceutico, con catene di approvvigionamento italiane ed europee.
Nel 2022 il consumo di carta da riciclare è stato di circa 5,4 milioni di tonnellate, valore che pone l’Italia tra i principali Paesi riciclatori in Europa, dopo la Germania considerando anche che l’85% viene poi avviato al riciclo.
Il riuso che impatta sull’economia circolare. Il PPWR presenta una serie di misure di particolare impatto per un settore come quello della carta che non permette il facile riutilizzo nei termini fissati dall’art. 26.
Il gruppo di stakeholder propone quindi la modifica dell’art 22, che prevede restrizioni su alcuni imballaggi garantendo una differenziazione su requisiti di riuso, in base alla tipologia di materiale e alle sue caratteristiche tecniche.
In vista della plenaria, SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL, Assocarta e Assografici, oltre a ribadire la necessità di definizioni di imballaggio in plastica e di imballaggio composito, chiedono che sulle deroghe di riutilizzo venga fatta una sintesi tra le proposte discusse di recente in commissione ENVI e quella approvata nel parere ITRE, un emendamento che prevede la possibilità di esenzione dagli obiettivi di riutilizzo per i materiali che sono oggetto di raccolta separata per il riciclo in percentuali eccedenti l’85%.