DDL “Anti Sprechi”: la posizione di GSICA
Migliorare gli imballaggi e non ridurli tout court. Una presa di posizione decisa e un utile suggerimento da parte di GSICA per correggere il testo di un disegno di legge che potrebbe risultare fuorviante.
Il Gruppo Scientifico Italiano di Confezionamento Alimentare (GSICA) riunisce tutti coloro che, nei più svariati campi della vita culturale e produttiva, si impegnano per la crescita e il progresso di una cultura scientifica degli imballaggi. Non ha finalità di lucro, ma esclusivamente culturali, in un'ottica di sviluppo solidale e sostenibile. In virtù di questa mission, GSICA si sente in diritto e in dovere di intervenire pubblicamente su una recente posizione espressa dai proponenti di un decreto legislativo al Senato della Repubblica.
Il nuovo disegno di legge (ddl) definito “anti-sprechi”, che si collega a quello già approvato alla Camera e che prevede misure molto sagge per contrastare lo spreco alimentare, sostiene nel testo di presentazione che “l’altra chiave per la riduzione dei rifiuti è la riduzione degli imballaggi, per cui proponiamo un credito di imposta del 140 per cento per i negozi che si dotano di sistemi di vendita senza imballaggio”.
Il GSICA condivide le sagge ed utili misure proposte per contrastare lo spreco alimentare, ma ritiene che il messaggio sugli imballaggi lanciato dal ddl collegato sia errato e pericolosamente fuorviante. La riduzione degli imballaggi otterrebbe infatti un risultato esattamente opposto a quello desiderato, poiché avrebbe l'effetto di diminuire il tempo di vita degli alimenti, aumentando grandemente gli sprechi alimentari. Il Gruppo Scientifico sostiene invece che una chiave per la riduzione dei rifiuti e dello spreco alimentare non sia la riduzione degli imballaggi ma il loro miglioramento e la loro ottimizzazione. Questo si concretizza in migliore efficienza nella protezione degli alimenti (con conseguente allungamento della vita utile dei prodotti), migliore servizio per il consumatore (facilitando il riutilizzo, il completo svuotamento, la richiusura etc.), attenzione alla sostenibilità, evitando casi di overpackaging, curando la loro produzione con materiali facilmente riciclabili, utilizzando in misura crescente materiali di origine naturale e adottando, quando possibile, soluzioni compostabili e biodegradabili.
Sostituire l'espressione "riduzione degli imballaggi" con "ottimizzazione degli imballaggi", riconoscere il ruolo positivo che, a diversi livelli, il packaging può offrire per la qualità, la sicurezza e la sostenibilità dei prodotti alimentari e delle bevande sarebbe un segnale di competenza e di ragionevolezza, scevro di ogni suggestione mediatica e demagogica.
Significherebbe essere consapevoli della posizione che su questo tema ha assunto la FAO che, recentemente, ha con forza affermato che: … appropriate packaging helps to reduce Food Loss and Waste at any stage in the food supply chain... auspicando innovazioni efficaci per imballaggi sempre più performanti e protettivi.
Significherebbe dar credito ai risultati delle più recenti ricerche scientifiche in questo ambito che, applicando gli strumenti rigorosi di Life Cycle Assessment (LCA), dimostrano che il ruolo degli imballaggi per alimenti è fondamentale e che il loro impatto sull'ambiente è minimo a confronto di quello generato dai prodotti stessi.
Significherebbe essere coerenti con gli indirizzi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), che ha recentemente finanziato un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN2012) che ha per oggetto la riduzione degli sprechi attraverso opportune innovazioni di packaging, di formulazione e di processo.
Significherebbe riconoscere che se oggi il nostro Paese è all’avanguardia in Europa (pur con qualche difformità territoriale) nelle attività di raccolta differenziata e di riciclo anche della frazione umida dei rifiuti solidi urbani, questo è in larga parte dovuto ai contributi economici che i produttori di imballaggi pagano al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI).
Il GSICA sostiene con forza che siano questi i segnali da mandare al Paese per farlo progredire nella direzione di uno sviluppo sostenibile. Il Gruppo Scientifico, riaffermando il proprio impegno in questa direzione, mette al servizio delle istituzioni e di chiunque fosse interessato al dibattito in materia, l'onestà intellettuale e la competenza scientifica dei propri associati.