Da scarto a nuova materia prima

Arcoplastica - realtà di primo piano nel settore delle materie plastiche termoformate ed estruse - ha inaugurato a metà 2020 un reparto di macinazione, che le consente di recuperare la quasi totalità dei residui del suo ciclo produttivo, valorizzando fino a 4.000 kg di materiale plastico al giorno (e riducendo, di conseguenza, l’acquisto e il consumo di materiale vergine).

Frutto di un investimento significativo, il nuovo reparto di 1.800 m2 porta a 26.000 m2 l’estensione complessiva del sito di Andezeno ed è dotato di tre granulatori di ultima generazione, dedicati al recupero degli sfridi di PET e PP generati nei tre impianti di estrusione e dalle 19 linee automatiche di termoformatura.

Dopo un’accurata separazione per tipologie omogenee, gli scarti di lavorazione vengono dunque macinati e avviati nuovamente all’estrusione, per essere poi trasformati in materia prima da termoformare e utilizzare per produrre imballaggi alimentari o tecnici, con caratteristiche di trasparenza e proprietà meccaniche identiche ai prodotti realizzati esclusivamente con materiale vergine.

Con questo investimento, Arcoplastica non solo completa il percorso di autonomia e verticalizzazione delle produzioni, ma contestualizza ulteriormente il proprio ruolo di industria “green” e sostenibile, contribuendo di fatto alla rivalutazione del packaging di plastica: oggetto “demonizzato” da più parti che, proprio nel periodo più tragico della pandemia, ha invece consentito di non arrestare la catena degli approvvigionamenti alimentari, garantendo igiene, sicurezza e lunga conservazione.

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