Un ultimo, affettuoso saluto a Piero Salvini

Lunedi 13 maggio 2019 si è spento il fondatore e presidente della Altech. Lo ricordiamo come uomo di grande misura, appassionato del proprio lavoro e amorevolmente orgoglioso dell’impresa, portata avanti insieme ai due figli, Laura e Paolo.
Luciana Guidotti e Stefano Lavorini

Conoscevamo Piero Salvini da più di trent’anni e di lui abbiamo sempre apprezzato la serenità e la razionalità, doti ormai rare e alle quali ci stiamo - purtroppo - disabituando. È così che, sgomenti, lo ricordiamo in questo momento di dolore per la sua morte.
Detestava ogni forma di esagerazione, di estremismo, sapendo che porta solo a trasformare in valore supremo idee piccole ed esclusive.
Educato all’attenzione, ha sempre cercato trasparenza e correttezza nei rapporti con gli altri, nel lavoro, in azienda, fermamente convinto che nulla è irrilevante, nulla è immeritevole di attenzione.
Nei fatti, ha guidato la Altech a una crescita solida e costante, seguendo una strategia imprenditoriale capace di coniugare realismo e innovazione, con idee chiare e coerenti sulla direzione da seguire, ma comunque sempre fedele al precetto di dare il meglio nel proprio lavoro, fino all’ultimo.

Sotto molti punti di vista, è stato un esempio di buon senso, pur avendo fatto scelte non convenzionali. La sua storia, come ebbe modo di raccontarci poco più di un anno fa, è stata infatti segnata da una concomitanza di fortunati eventi. Dapprima, l’aver preso in carico la divisione etichette di Fima proprio nel momento in cui, nell’81, venne introdotto l’obbligo di apporre il fustello farmaceutico sulle confezioni con il risultato, per la società, di triplicare le vendite. E poi, la scelta della dirigenza presso un’azienda di trasporti («ottima palestra, per applicare i principi di marketing in un settore che non conoscevo» ci raccontò sorridendo Piero) e, poco dopo, l’impegno presso un grande distributore di materiale elettrico. Tornato nel mondo dell’etichettatura, forte delle competenze tecniche e manageriali maturate, decide di fondare insieme ad alcuni soci la Altech, sistemi e macchine etichettatrici automatiche (nata formalmente il 16 settembre del ’91), di cui rileverà qualche anno dopo tutte le quote.

Una passione di famiglia contagiosa, quella del “fare impresa”, tant’è che il figlio Paolo lo affianca attivamente sul piano commerciale sin dagli esordi, partecipando con entusiasmo e spirito d’iniziativa alla conduzione dell’azienda.
«Quella di Paolo e di mia figlia Laura, che si occupa di Finanza e Risorse umane, motivati a seguirmi nell’impresa, è stata una presenza stimolante, che mi ha confortato nell’intraprendere un’avventura, di cui vado davvero orgoglioso anche dopo oltre un quarto di secolo» riconosceva con grande umiltà Piero.

Oggi, è tanta la tristezza e grande e profonda la commozione: anche a noi tutti di ItaliaImballaggio mancherà molto.

 

 

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