Mauro Grecale, Behind the cover ItaliaImballaggio 10/2022
La lunga maturazione in anni di ricerca conferisce all’esperienza artistica di Grecale una decisa versatilità poetica.
Artista multidisciplinare, si esprime utilizzando materiale plastico come, per esempio, la mistura di polvere di marmo e colle viniliche, ma il materiale che gli è più congeniale, tra i tanti maneggiati, è il gesso, con cui tenta i primi esperimenti in un gioco che, pian piano, lo coinvolge con sempre maggiore entusiasmo ed energia.
Lavora il gesso con le mani e crea basi su cui applicare colori acrilici e foglie d’oro e d’argento, che diventano la sua nota inconfondibile.
Per anni espone a manifestazioni fieristiche dedicate al design e al complemento del mobile di respiro internazionale e, oggi, le sue opere sono ospitate in collezioni private e pubbliche di tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Medio Oriente.
La parola al critico
«Alla domanda se artisti si nasca o si diventi, Mauro Grecale sembra soddisfare la seconda ipotesi; si avvicina infatti alla creatività non attraverso folgorazioni o esplosioni di talento, ma a poco a poco, partendo da una sana attività artigianale. Grecale viene da una famiglia di artigiani del legno, e ha dunque fin da subito grande familiarità con un mondo che ruota intorno all’arte, ne fa da corollario, da complemento. […]
Inizia cospargendo di gesso non levigato delle tavolette di legno e dipingendo questa superficie ruvida con immagini semplici, il sole, la luna, un paesaggio, un campo di grano; passa da piccolissimi formati a grandi dimensioni.
[…] Si libera a poco a poco dei riferimenti, un po’ troppo facili e retorici, alla realtà paesaggistica e, mantenendo ancora le sue basi di gesso, tenta la strada dell’astrazione; le forme svaniscono e lasciano spazio a un gioco di colori forti, accentuati dalla rugosità del supporto. […]
Dalle prime tavolette, timide e incerte, Grecale è approdato a lavori che evidenziano tutta la sua ricerca e la felice conclusione. Queste opere vivono di contrasti, tra la superficie ruvida e scabrosa e la levigatezza dello strato sottostante, tra l’assenza di colore del gesso che si schiude a mostrare un mondo policromo, in un gioco barocco di apparenza e realtà sottostante, in un’alternanza insomma di positivo e negativo, rappresentazione estetica di una realtà esistenziale».
Sergio Vanni