Mamma mia dammi cento lire...


«Mamma mia, dammi cento lire, che in America voglio andar / Cento lire te le do, ma in America no, no, no…».  Editoriale di Stefano Lavorini

Sfido chiunque a non ricordare l'incipit di questa vecchia canzone popolare, che celebrava un tempo, tra il XIX e il XX secolo, in cui milioni di italiani* furono costretti a partire dai porti del Mediterraneo diretti nelle Americhe e in tutti gli stati del mondo in cerca di un futuro migliore.

Oggi, a fuggire all'estero, sono “i cervelli”** e le imprese che delocalizzano le produzioni in cerca di mano d'opera a basso costo. È la globalizzazione con i suoi aspetti positivi e negativi, è l'interconnessione su scala mondiale di mercati, produzioni, consumi, ma anche modi di vivere e di pensare, attraverso un continuo flusso di scambi. Un unico scenario planetario in cui vince, come sempre, il più forte.

NOTE
* Si stima che, tra il 1876 e il 1976, oltre 24 milioni di persone abbiano lasciato  l'Italia in cerca di fortuna.

** Con la grave crisi economica del 2007-2008 è ripartito un flusso consistente di espatrii dall'Italia verso il nord Europa, ma anche verso altri paesi come il Canada, l'Australia, gli Usa e i paesi sud-americani. Secondo i dati AIRE relativi al 2012, la collettività italiana stabilizzata nel mondo conta oltre 4 milioni di persone.

 

In questo contesto, tuttavia, trovano spazio ed evidenza anche le nostre eccellenze. È il caso, in generale, dell'imballaggio e del packaging della bellezza in particolare, grazie a un fattore che mette in correlazione virtuosa produttori di materiali e di macchine: mi riferisco al settore del contract manufacturing, costituito da aziende che creano, sviluppano e producono cosmetici per i grandi marchi internazionali.

Vetrina di questo mondo è Cosmopack, da intendersi non solo come salone specializzato nell'ambito della grande kermesse Cosmoprof Worldwide Bologna (dal 19 al 22 marzo 2015), ma anche nella sua declinazione newyorkese.

Si continua a cercar fortuna oltre Oceano, dunque, con un evento fuori dagli schemi come il Cosmopack Symposium che, alla seconda edizione in calendario a settembre 2015, già diventa “business forum and exhibition”, forte della partecipazione di un centinaio di aziende internazionali (nel 2014 erano 50), come ha sottolineato con soddisfazione, in un recente faccia a faccia, Dino Tavazzi, Consigliere Delegato di Sogecos, società di Bologna Fiere che organizza Cosmoprof e Cosmopack.

«I numeri sono in crescita, le aziende ci credono e i buyer ci saranno. Quest'anno l'evento di New York si svolge all'Hotel Hilton, location che ci permette di organizzare un vero e proprio piccolo spazio espositivo con desk dedicati, dove i partecipanti potranno gestire al meglio gli incontri con gli operatori americani. Perché, se è vero che il programma prevede un quarto del tempo dedicato agli approfondimenti di mercato, legislativi, sui trend, il resto è riservato ad appuntamenti B2B programmati».

Questo è uno dei quegli esempi in cui i numeri passano in secondo piano rispetto alla qualità e all'efficacia dell'iniziativa e, allo stato dell'arte, non è da escludere che il format possa essere replicato in altre aree del mondo.

D'altronde, la crescita passa attraverso azioni coraggiose e di rinnovamento, anzi come scrive Platone nel Convito: «... si salva tutto ciò che è mortale, non col rimanere sempre e immutabilmente se stesso, come ciò che è divino, ma lasciando al posto di ciò che invecchia e vien meno qualcosa di nuovo in tutto simile ad esso».

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