La conoscenza è partecipazione (1)
Editoriale di Stefano Lavorini
È un vero peccato. Tante idee, tanti progetti, tanti sforzi, tanto lavoro e soldi … e poi, a dispetto di tutto, bilanci che - a esser sinceri - potremmo definire nella migliore delle ipotesi non del tutto adeguati alle attese e alla qualità dei contenuti.
Sembra essere questa la cifra che accomuna iniziative ed eventi molto diversi tra loro. Occasioni di incontro che, per potersi dire compiutamente riuscite, forse erano carenti di quel quid che fa la differenza, ovvero il giusto numero e rappresentatività dei partecipanti, cioè di coloro per cui tutto è stato pensato e programmato.
Incapacità a mobilitare il proprio pubblico o impossibilità ad avere l’attenzione dei destinatari? O ancora, mancanza d’immaginazione (o meglio, consapevolezza) da parte di coloro che - a differenza dei bambini di Peter Pan - non credono più nell’utopia di un mondo migliore, dove il fare ha ancora un senso e uno scopo?
Ma andiamo in ordine cronologico e dedichiamo questa prima puntata a…
Economic Packaging Conference: il mercato che sarà (Venezia, 5 - 6 giugno 2013). È stata una due giorni di alto profilo, organizzata dall’Istituto Italiano Imballaggio nella splendida cornice dell’Hotel Westin Europa & Regina, con l’obiettivo di offrire a imprenditori e manager del settore (la partecipazione era gratuita) una visione globale dei rischi e delle opportunità, cogliendo le quali le aziende del settore, anche in anni di crisi, possono cercare spunti per la crescita.
Come ha ben detto Barbara Giani in apertura del suo intervento «la conoscenza non è sapere tutte le risposte ma porsi delle domande…» e in questo senso l’elenco dei “perché” a cui dare risposta è stato lungo:
- perché oggi, grazie a Conai, è nata in Italia una filiera industriale fatta di imprese che si occupano della raccolta differenziata, di selezione dei materiali o del loro riciclo; una filiera anticiclica e che continua a svilupparsi in parallelo alla diffusione della raccolta differenziata? (Roberto De Santis);
- perché i mercati finanziari, non solo azionari ma anche obbligazionari e la corporate finance, hanno rendimenti prossimi ai loro minimi, come se la percezione del rischio fosse quella di un contesto economico particolarmente brillante, anche se non è vero? E quali saranno gli effetti dell’interventismo delle banche centrali nel mondo, con l’eccezione della BCE, che stanno fornendo liquidità a oltranza e, di fatto, acquistando attività sul mercato? (Barbara Giani);
- perché il settore degli imballaggi ha chiuso il 2012 (dati di preconsuntivo) con un aumento del fatturato del 2,6%, a fronte di una produzione (in tonnellate) diminuita del 5,4%, al pari dell’industria manifatturiera nel suo complesso? (Plinio Iascone);
- perché fatichiamo ad abbandonare vecchi luoghi comuni, per cui la Cina è solo un paese esportatore, è vista come “la grande manifattura del mondo”, è l’economia che produce solo prodotti di bassa qualità? Come possiamo interagire in modo corretto con la Cina, se non capiamo che la rivoluzione in quel paese corrisponde alla revoca del mandato celeste (quello che il Cielo rilascia al governante e che lo legittima a patto che nella società regnino stabilità e unità) e che il concetto confuciano di società armoniosa guida tuttora le scelte del governo cinese per un cambiamento nella continuità? (Pinuccia Parini);
- perché la fine del superciclo del mercato delle materie prime, e il suo riavvicinamento ai fondamentali, non introduce a una maggiore trasparenza e attendibilità dei dati sui quali fare le previsioni? E il problema è di nuovo la Cina, di cui non si conosce il livello delle scorte strategiche ma neanche di quelle private? Come impatterà sulla nostra economia la rivoluzione energetica in atto negli USA, costruita sullo shale gas, estratto con la tecnica della fratturazione idraulica, che sta guidando un processo di re-industrializzazione nel settore petrolchimico (materie plastiche comprese) e metallurgico? (Sissi Bellomo);
- perché, oggi, il concetto di Made in Italy, da un punto di vista giuridico, non è altro che un’ “indicazione geografica semplice” ed è ingabbiato in una serie di norme che violano il principio fondamentale della certezza del diritto? (Fabio Brusa);
- perché i mercati finanziari si sono dati un sistema di governance, ovvero di regolamento e di relazione, a stereotipi? Perché nel 2008 si parlava di fallimento delle banche, nel 2011 della crisi dei debiti sovrani, con la conseguente divisione tra nord e sud Europa, e in questa contesto l’Italia passava da rifugio per chi voleva salvarsi dai rischi del sistema finanziario mondiale, a cavallo di Troia per portare l’attacco all’Euro? (Mario Spreafico);
- perché il nuovo decreto legislativo del 2012, voluto per favorire i rapporti con la pubblica amministrazione e per snellire i pagamenti, è destinato in buona parte a restare lettera morta, nonostante le tutele previste? (Gretel Malmsheimer).
Ebbene, se non avete trovato nulla che abbia suscitato la vostra curiosità, avete fatto bene a restare a casa. Se così non è, leggete gli approfondimenti.
Come ha avuto modo di sottolineare in chiusura dell’incontro a Venezia, Angelo Gerosa, presidente dell’Istituto: «Siamo orgogliosi di essere arrivati a questa quinta edizione e del fatto che i partecipanti siano, di anno in anno, sempre più numerosi. È il fiore all’occhiello dell’Istituto, perché si distingue dall’attività istituzionale che ha un taglio prevalentemente tecnico».
Ma - aggiungo io - meriterebbe comunque ben maggiore attenzione e partecipazione da parte degli operatori del settore. Non dimenticatevene.
Nella prossima puntata:
- Packology, Fiera evento organizzata da Ucima e Rimini Fiera (Rimini, 11-14 giugno).
- XXXIII Convegno Nazionale Gifasp: Ridisegnare l’impresa. Dalla crisi… un’opportunità (Trieste, 14-15 giugno).
- 2° Congresso Scientifico Nazionale Food Contact Expert (Desenzano del Garda, 26-28 giugno).