Daniela Pellegrini, Behind the cover ItaliaImballaggio 10/2024

Rainbowttle, 2024

Daniela Pellegrini nasce a Roma nel luglio 1980.
Si diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma con una tesi sulla necessità estetica delle maschere “Danze e maschere della Cambogia” dopo sei mesi di ricerca sul campo a Phnom Penh. Parte del suo progetto fotografico è stato pubblicato in “Teatro e Danza in Cambogia”, da Editoria e Spettacolo (2010).

Attraverso questo studio si interessa ai miti e alla relazione dell’uomo con i simboli da lui creati. Si è occupata di scenografia e, come mascheraia, ha lavorato per l’artista Luigi Ontani e per il regista Giorgio Barberio Corsetti.

La sua ricerca artistica include la fotografia, la scultura, la grafica editoriale e la poesia. Nelle sue opere indaga i concetti di impermanenza, mutevolezza e fragilità in particolar modo in relazione al mondo femminile.

Le sue foto di reportage e documentazione sono state pubblicate da Rolling Stones, Repubblica, Domus, 2G International Architecture Magazine, Segno, Arte Mondadori, Flash Art, Parallelo 42. Numerose le collaborazioni con artisti nazionali e internazionali, tra cui Michelangelo Pistoletto, Alfredo Pirri, H.H Lim.

Partecipa a diverse mostre e nel 2021 conquista il terzo posto nel “Premio Internazionale di Poesia Letteratura Arte visuale all’Isola d’Elba “Ascoltando i silenzi del mare IV”, nella sezione Poesia silloge con il suo libro di poesie scritto a più mani con vari ed eventuali sconosciuti “Manuale di Sopravvivenza poetica”.

La parola all’autrice

«La fotografia per prima cosa nasce da un mistero: quello della luce, della materia, della nostra percezione della realtà. E nasce da una relazione, un rapporto. Con lo spazio, con le persone, con le cose, con il tempo. È un’analisi continua e una fusione. Essere dentro e fuori e allo stesso tempo».
«Mi ispirano i miti, le danze sacre, la poesia, i simboli, il primitivo, il limite tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è raccontato e ciò che rimane in silenzio. Mi ispirano le donne. Credo che in qualche modo siano più legate al loro inconscio, ai loro desideri e alle loro pulsioni».

Dicono di lei

«La ricerca artistica di Daniela Pellegrini esplora l’intensità peculiare che caratterizza l’istante metafisico oltre la linearità e la progressione temporale, in un’atmosfera che per questo appare senza tempo. Una dimensione onirica che sola appartiene al sentire umano, a quello spazio sovramentale e linguistico impalpabile che da sempre l’uomo chiama spirituale. Al centro della fotografia dell’artista ci sono la natura e il paesaggio: aria, acqua, terra, fuoco come materia assoluta della rappresentazione. Il paesaggio è messo a nudo, ritratto nella sua essenza misteriosa e primordiale: una visione del mondo antichissima, quando non esisteva ancora alcuna forma di vita che potesse ammirarlo. Uno spazio anonimo che non palesa mai la propria realtà geografica. È solo la forza degli elementi della natura a spingere l’artista alla rappresentazione. Il fotografo sembra come agganciato al sublime, un segugio, mai egli potrà scegliere a tavolino l’entità della sua creazione». Fabio Morotti

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