Appunti di cronaca

Si è conclusa in pratica “ieri”, ma già guarda al 2015 con ragionato ottimismo. Parliamo, ovviamente, della 22esima edizione di IPACK-IMA che - ci sembra - abbia saputo coniugare la concretezza delle proposte tecnologiche con la lungimiranza di una vision di grande respiro.  Di Luciana Guidotti
 

Quelli di Ipack-Ima sono stati cinque giorni densi di contenuti e con ampi spazi per gli approfondimenti, fondamentali non solo per instaurare relazioni di business positive e durature ma anche per spingere lo sguardo un “po’ più in là”. L’intervento dell’astronauta italiano Paolo Nespoli, in apertura di manifestazione, è stato in questo senso illuminante, così come significativi sono stati gli annunci ufficiali delle intese raggiunte da Ipack-Ima SpA con Expo 2015 (che porterà le due realtà a organizzare iniziative congiunte sui mercati internazionali per promuovere il grande appuntamento) e con FieraMilano (con cui ha rinnovato l’accordo fino al 2021). Tra­sversale all’intero evento IPACK-IMA, l’attenzione alla sicurezza dei consumatori, degli uomini e ambiente, ambito in cui l’imballaggio esprime ovvie quanto indiscusse potenzialità.

La dimostrazione di questo primato del packaging sta nel vivo interesse suscitato dal grande convegno “Enhancing food safety and food security in Africa: processing and packaging technologies from farm gate to the consumers table” promosso dalla FAO… Ma anche nella folta partecipazione all’incontro dedicato alla “fase due” del Progetto CAST, la raccolta di linee guida sulle buone pratiche per tutte le filiere dell’imballaggio che trattano gli alimenti, frutto del lavoro congiunto dell’Istituto Italiano Imballaggio, dell’Istituto Superiore della Sanità e delle associazioni che rappresentano i comparti del packaging e dell’industria alimentare.

Il tema della sicurezza è stato anche declinato a vario titolo da molte associazioni di settore, che hanno vissuto la manifestazione come momento di incontro e scambio con il mercato, nonché dai numerosi produttori che hanno animato gli Innovation Corner, disseminati nei padiglioni della mostra.

Ma ora passiamo alle cifre ufficiali diffuse dagli organizzatori di IPACK-IMA 2012: 54.000 visitatori totali, di cui il 25% esteri provenienti in particolare da Asia, Africa e Americhe; 1.300 le aziende espositrici, il 35% da 35 Paesi esteri. Sono “buoni” numeri, che parlano di vitalità e voglia di impresa, di programmi da condividere e investimenti, rilanciando così l’immagine del confezionamento Made in Italy in una dimensione internazionale.
Per dovere di cronaca segnaliamo qualche voce di dissenso (davvero poche), che lamentava in particolare il poco afflusso di visitatori della prima giornata e i costi eccessivi (non ripagati dal numero dei contatti avuti agli stand). Dobbiamo registrare anche i commenti di quanti, in particolare, hanno messo l’accento (grave) sulla pericolosa e inutile dicotomia del sistema fieristico dell’imballaggio italiano, che vede contrapposti due soggetti di peso per il comparto, Ipack-Ima SpA e Ucima. Dato che, da sempre, abbiamo preso posizione per la ricomposizione di questa dannosa diatriba, ci sembra giusto unirci quindi al coro di quanti non vogliono disperdere energie e desiderano, invece, lavorare a favore dell’unità di una compagine industriale, che è esempio di eccellenza per il Paese.

Dal canto nostro, infine, possiamo testimoniare in prima persona di aver raccolto molti apprezzamenti sulla “qualità” delle presenze in fiera, sia rispetto al ruolo decisionale dei visitatori sia in relazione ai progetti di business che, potenzialmente, hanno preso avvio proprio a Ipack-Ima.

E ora, diamo inizio a un racconto sintetico - tra cronaca e commento - dei cinque giorni milanesi, vissuti con intensità, passione e - perché non dirlo? - anche un certo orgoglio nel sentirsi parte di un mondo che non si ferma, inventa, sperimenta e produce.

Ipack-Ima, giorno per giorno  (non tutto ma di tutto)

28 febbraio 2012
Ore 9.00


Alla fine… si inizia. Ipack-Ima prende avvio in un momento di fatica e incertezze, fra grandi aspettative e timori inconfessati. Lo stand di Edizioni Dativo è all’ingresso del padiglione 24, con un ampio fronte su cui abbiamo riprodotto tutte le copertine di Italia­Imballaggio, pubblicate dal 1994 a oggi: 18 anni di storia del settore, comunicata, illustrata e partecipata con passione. Il progetto sulla carta era bello, ma dal vero è tutta un’altra cosa.
 

Ore 10.30

Volare alto. Tra il benvenuto degli organizzatori e i dati positivi ricavati dall’Osservatorio industriale delle Business Community, su cui è stata costruita Ipack-Ima 2012, l’apertura ufficiale della manifestazione viene affidata a un testimonial d’eccezione, l’astronauta italiano Paolo Nespoli, vice comandante di una spedizione di 159 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale e primo astronauta italiano a compiere una missione di lunga durata nello spazio. Parla di progressi tecnologici condivisi e di come l’imballaggio giochi un ruolo fondamentale per la corretta e sicura permanenza nello spazio. Parla da scienziato, com’è ovvio che sia, ma anche con il cuore e sa coinvolgere, raccontando come una navicella in orbita diventi il “backstage” ideale della ricerca scientifica. E offre una sponda preziosa a Paolo Barilla (presidente di questa edizione della mostra), che sottolinea quanto la ricerca possa e debba ancora fare per migliorare la vita delle persone, suggerendo le alternative possibili in relazione a un consumo più consapevole.

Ore 14.30

Dalla culla alla culla. Innovazione aperta, LCA, piattaforme web-based e collaborazione sono le chiavi per produrre imballaggi in modo sempre più sostenibile. Ne è convinto il Consorzio Nazionale Imballaggi che, nel corso del convegno “Prevenzione è Innovazione: il nuovo tool LCA di CONAI” ha presentato Eco Tool. Si tratta di un nuovo strumento per l’analisi semplificata dell’impatto ambientale degli imballaggi, che permetterà ai consorziati di valutare l’ecoefficienza dei propri packaging attraverso un confronto tra la versione “pre e post” intervento, in termini di impatto ambientale (riduzione delle emissioni di CO2, dei consumi energetici e di acqua). Questo in vista di una loro partecipazione al Dossier Prevenzione.
Lo studio, commissionato da CONAI al Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore dell’Università Bocconi (CReSV), ha analizzato lo stato dell’arte nel campo della prevenzione, a livello internazionale, con un focus specifico sugli imballaggi e i loro rifiuti. Il lavoro ha riguardato 11 Paesi e 20 imprese e i risultati forniscono una mappatura in grado di delineare le principali caratteristiche delle strategie di prevenzione che si stanno affermando su scala globale. Nella tavola rotonda “Le filiere e la prevenzione” sono poi intervenuti i responsabili di CNA, Cial, Comieco, Rilegno, Corepla, Coreve, moderati da Lorenza Gallotti (Direttore e-gazette.it)

29 febbraio
Ore 10.00

Stampa e trasformazione: una première. Visitiamo l’area “Package Printing” di Acimga, strutturata in piccoli stand uniformi dove fanno base Cason, Delsar Lame, Flexotecnica, I&C insieme a Gama, Martignoni Elettrotecnica e Omet, Erhardt+Leimer, Lohmann, Re Controlli Industriali, Rossini, Simec, Uteco (altri tre costruttori di macchine e soluzioni per il printing e il converting affiliati Acimga partecipano alla manifestazione con postazioni indipendenti: Sitma, Bosch Rexroth, Provera). Nel mezzo, un salottino istituzionale accoglie soci e visitatori. L’idea è semplice ed efficace: presidiare, con una spesa contenuta, una fiera dove sia gli espositori sia i visitatori sono potenziali clienti dei produttori delle tecnologie di stampa e trasformazione. Senza eccezioni né riserve il gradimento finale: gli espositori della collettiva hanno fatto il pieno di contatti e di soddisfazione. Buona la prima, dunque.

Ore 10.30

Nel nome della sicurezza. Abbinata intelligente, quella fra Giflex e Gipea che hanno dato vita alla tavola rotonda congiunta, molto partecipata e vivace “Imballaggio flessibile, etichette autoadesive e sostenibilità: una combinazione vincente!”. I promotori hanno voluto ribadire il ruolo decisivo del flexible packaging e delle etichette nel garantire la sicurezza dei
consumatori, nel ridurre lo spreco di risorse e nel veicolare informazioni relative a tematiche ambientali. Concreto ed efficace il dibattito, coordinato da Stefano Lavorini, che ha visto il coinvolgimento di Alessandro Lepori e Carmela Magno (Vibac Group), Giovanni Panzeri (Conad), Luca Ruini (Barilla G. & R. Fratelli SpA), Andrea Murello (Gipea), Michele Zanutto (Giflex). Sul tavolo, dunque la sostenibilità, intesa non solo in termini di rispetto ambientale ma come concetto da tradurre anche sul fronte sociale ed economico. Da qui la presentazione di progetti aziendali diretti a favorire la riduzione dello spreco delle risorse alimentari (alla luce del recente pronunciamento del parlamento europeo sul valore dell’imballaggio come strumento per combattere lo spreco alimentare, appunto).

Ore 11.00

L’indotto della salute. Parterre d’eccezione per il lancio della prossima edizione di Pharmintech (Bologna, 17-19 aprile 2013): il Presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli, Roberto Kerkoc e Guido Corbella, rispettivamente Presidente e AD di Pharmintech Srl (la società costituita a seguito dell’accordo tra BolognaFiere e Ipack-Ima e partecipata anche da Unindustria Bologna), Giampaolo Vitali (autore Indagine Congiunturale Osservatorio Pharmintech), Sergio Dompé (Presidente Pharmintech 2013). A vario titolo, tutti hanno sottolineato l’approccio innovativo e collaborativo della manifestazione, determinato da uno steering committee in cui siedono sia produttori che utilizzatori di riferimento per il comparto, dal pieno supporto di Farmindustria, dalla capacità in fondo di aver aggregato figure di peso nel panorama fieristico/industriale italiano.
A fronte del buon andamento dell’indotto farmaceutico italiano, oggetto dell’indagine curata da Vitali, l’ulteriore motivo di novità sta nella parziale sovrapposizione temporale con la manifestazione Cosmofarma, che rafforza il contatto dell'industria dell'indotto con la filiera della produzione farmaceutica.

Ore 16.00

Responsabilmente. Si inaugura la mostra didattica "Re­sponsabilmente. Packaging: istruzioni per l'agire quotidiano", inserita nello spazio "Progettare il Futuro", l’area multidisciplinare realizzata in collaborazione con il Conai. In mostra alcuni progetti di packaging sviluppati nel Corso di laurea in Design della comunicazione del Politecnico di Milano. Si tratta dei risultati di un lavoro di ricerca-didattica che ha posto al centro della riflessione la nozione di responsabilità, declinata secondo accezioni diverse: prevenzione, sicurezza, progresso. Secondo questa prospettiva, i progetti esposti costituiscono degli esempi di "packaging-medium" capaci di rispondere alle sfide che il sistema dei prodotti richiede, rinnovando la propria funzione comunicativa e migliorando la qualità delle nostre azioni quotidiane.

Ore 16.30

Appuntamento con i premi al packaging. Un Oscar dell’imballaggio “tecnologico”, quello del 2012. Svolto sotto l’egida di Ipack-Ima, il concorso organizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio ha puntato infatti a premiare le soluzioni che - grazie ad accorgimenti tecnici evoluti - hanno messo in luce le qualità primarie del packaging: capacità di protezione, funzionalità d’uso, sostenibilità. 24 i prodotti in lizza, 9 i vincitori (con 2 ex aequo): presso lo spazio “Progettare il futuro” allestito nei saloni della fiera milanese, sono stati eletti, nelle varie categorie Officine Grafiche Di Mauro, Sealed Air Srl Cryovac, Sanpellegrino, Gruppo Cartotecnico Abar Litofarma, Sacart, Krones, Bormioli Rocco, Lindt & Sprüngli, Heinz Italia.
 
1 marzo 2012
Ore 9.30

Africa: un grande convegno. Inizia, puntuale e con molto pubblico (a dispetto dello sciopero dei mezzi di trasporto), la conferenza internazionale “Enhancing food safety and food security in Africa: processing and packaging technologies from farm gate to the consumers table” promossa da FAO - United National Food and Agriculture Organization, UNIDO - United Nations Industrial Development Orga­nization, WFP - World Food Programme, IFAD - International Fund for Agricultural Development e dai ministeri italiani dello Sviluppo economico e delle Politiche agricole alimentari e forestali, con il supporto di Conai.
Premessa: il 50% dell’ortofrutta prodotta nell’Africa sub-sahariana (e il 55% nel Nordafrica e Medio Oriente) non raggiunge i consumatori; lo stesso accade al 20% dei cereali (30% nel Nordafrica). Nei vari interventi di apertura altre cifre documentano le enormi potenzialità di sviluppo del Continente Nero che, peraltro, già da anni vive una crescita consistente.
Di altissimo profilo i relatori istituzionali: dopo Guido Corbella e Paolo Barilla, parlano Kandeh Yumkella, direttore generale Unido e Richard Sezibera, segretario generale della Comunità dell’Africa Orientale, seguiti dal presidente del Comitato scientifico Claudio Peri e dai relatori di università, istituzioni e aziende di spicco: Apofruit, Bonduelle, Casillo Group, Conserve Italia, Pastificio Felicetti, Riso Scotti, Solana…
E il pubblico? Molte le donne, funzionari di ambasciate e istituzioni internazionali, operatori dell’industria interessati a sviluppare relazioni commerciali con i paesi africani, delegati degli enti di mediazione economica, rappresentanti della filiera agroalimentare degli stati più vivaci dell’Africa, soprattutto nera (molte le delegazioni nazionali invitate da Ipack-Ima).
Colpisce il taglio concreto del convegno, che si propone di favorire l’incontro fra domanda locale e offerta di tecnologie, know how, prodotti, trasferendo competenze. Fra le iniziative già avviate spicca la prima fiera del packaging e del processo agroalimentare nell’Est-Africa, nata dall’accordo fra Ipack-Ima, Unido e East African Community. Si svolgerà nel 2014 a Nairobi e sarà introdotta, il prossimo anno, da un convegno internazionale sulla food safety. Orgoglioso il commento “fuori onda” di Guido Corbella, artefice della prima fiera di settore organizzata da italiani in questa parte del mondo.
Mira, invece, al coinvolgimento diretto degli individui il progetto Mille orti in Africa, varato da Fondazione Slow Food per avviare delle coltivazioni autogestite nelle scuole, nei villaggi e nelle periferie delle città. Si parte dal network Terra Madre (Kenya, Uganda, Costa d'Avorio, Mali, Marocco, Etiopia, Senegal, Tanzania...) per poi espandersi negli altri paesi del continente. “Adottare un orto” ovvero sostenerne la gestione per un anno, costa 900 euro.

Ore 14.00

Africa: il contributo delle aziende. Partendo dal presupposto che sono molte le azioni da intraprendere per migliorare la sicurezza alimentare in Africa e numerose le sfide che dovrà affrontare l’industria locale, la seconda parte della giornata ha ospitato gli interventi di note industrie alimentari italiane, che hanno proposto casi concreti di innovazioni di prodotto.
• Solana (che processa circa 200.000 t/anno di pomodoro) ha collaborato con Goglio SpA per sviluppare una busta barriera in grado di migliorare il gusto e prevenire il danneggiamento del prodotto (unità ohmica + riempimento asettico).
• Conserve Italia Group (la cooperativa riunisce 14.500 agricoltori e produce succhi di frutta a marchio proprio o private label) ha sviluppato nuove bevande a base di frutta e per i più piccoli ha lanciato Yoga primo nettare, col 90% di frutta italiana, e Frutty CAO (100% nettare, con aggiunta di cacao). Packaging e campagna promozionale sono stati studiati ad hoc per comunicare valori nutrizionali e genuinità del prodotto.
• Bonduelle Italia (attiva nel mercato della IV gamma) ha differenziato la propria offerta adottando confezioni in grado di soddisfare diverse tipologie di consumo: convenience (insalate già lavate); nomade (agita e gusta); salute e benessere (prodotti ricchi di omega 3).
• Degno di nota poi il progetto che, partendo dalle considerazioni mosse da alcune istituzioni dell’Africa orientale, ha indotto Unido, in collaborazione con Ipack-Ima e l’Università di Milano, a pensare a un “Co-packer center” per il confezionamento di cereali, frutta e verdura. È stato quindi stabilito un gruppo di lavoro che, basandosi sul principio della sostenibilità, ha definito i punti chiave (supporto alle economie locali, produzione e definizione dei processi) per completare l’avvio del centro prima dell’Expo 2015.

Ore 14.30

Fiducia all’imballaggio alimentare. Nel corso del convegno “La scelta del packaging nella sicurezza alimentare” organizzato da AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, tra i promotori di Ipack-Ima) ha riconosciuto le garanzie di qualità offerte dal comparto italiano dell’imballaggio. Sottolineata anche la necessità di serrare le fila, coinvolgendo tutti gli attori della filiera (produttori alimentari, aziende del packaging e istituzioni di controllo) affinché le innovazioni tecnologiche e le best practice sviluppate dai singoli operatori vengano condivise a livello di sistema per dare impulso al mercato italiano.

In giornata si annuncia la seconda collaborazione del gruppo Ipack-Ima con Messe Düsseldorf, dopo Upak Italia-Upakovka. Si tratta di PackTech India, fiera del packaging e del confezionamento in programma dal 6 all’8 novembre a Mumbai. La fiera, promossa da Messe Düsseldorf, vede Ipack-Ima Spa come referente unico per l'Italia e per le aziende italiane. La mostra si svolgerà in contemporanea con DrinkTech, organizzata da Messe München. Conferma la propria presenza Ronchi Group, produttore di sistemi avanzati di riempimento e tappatura per prodotti liquidi detergenti, cosmetici e orientamento bottiglie.

2 marzo
ore 11.00

Chi vince nel vending. Un’altra interessante première in fiera: Lucio Pinetti, Presidente di Confida, non solo introduce al mercato della distribuzione automatica in Italia (per inciso, in espansione, con 20 milioni di italiani che nel 2011 hanno consumato almeno un prodotto), ma inaugura la prima edizione del premio alla miglior confezione studiata per il vending. L’affidabilità nell’erogazione, la sicurezza per il consumatore, la logistica agevole e la corretta comunicazione sono state le caratteristiche premiate come i fattori che determinano il successo di un distributore automatico.

ore 11.00

Un “Fan paper club”. Presentato un nuovo progetto di Comieco, che accomuna le aziende produttrici e utilizzatrici dell’imballo cellulosico: il Club Carta e Cartoni, nato con l’obiettivo di alimentare e condividere tutto quello che è importante e necessario sapere sul packaging in cellulosa in termini di innovazione e sostenibilità. L’iniziativa esprime un’attenzione particolare all’intera filiera produttiva, con lo scopo di diffondere le più interessanti best practice, italiane e internazionali. Premiato dall’apprezzamento quasi incondizionato dei consumatori - come afferma la ricerca curata dal sociologo Enrico Finzi, Astra Ricerche - il packaging cellulosico è stato “raccontato” nel corso dell’evento (moderato da Piero Capodieci) con case study di successo: l’esperienza di un utilizzatore del calibro di Barilla (Maurizio Bonuomo) e gli sviluppi della carta riciclata leggera, frontiera dell'imballaggio ecosostenibile presentati dal Gruppo Pro-gest (Francesco Zago).

Ore 14.00

Il CAST 2 si proietta in Europa. Gli italiani sono precursori di un approccio trasversale e innovativo in tema di imballaggio e sicurezza alimentare, che oggi viene “esportato” in Europa. Viene infatti presentato in fiera lo stato dell’arte della seconda fase del Progetto CAST (il cosiddetto CAST 2), relativo alle buone pratiche da seguire per rispettare la normativa europea sulla sicurezza nell’imballaggio degli alimenti. Il progetto, realizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio insieme all’Istituto Superiore della Sanità grazie alla collaborazione tra le maggiori associazioni rappresentanti i vari comparti del packaging e quelle dell’industria alimentare, era pensato in origine solo per l’industria italiana, ma ora si va affermando anche in Europa come esempio di collaborazione trasversale tra industrie di differenti filiere e istituzioni di controllo del prodotto.

3 marzo 2012

Si chiude in bellezza. Stanchi ma felici, torniamo dove abbiamo cominciato: lo stand di Edizioni Dativo, all’ingresso del padiglione 24, dove abbiamo registrato un afflusso superiore alle aspettative di visitatori e lettori interessati a tutti i nostri prodotti. Possiamo dire che “la storia”, per noi, continua: nei “resoconti tecnologici” di prossima pubblicazione sulla rivista ItaliaImballaggio e nelle testimonianze che abbiamo raccolto, che parlano di voglia di fare, e fare sempre meglio.

 

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