Signore e signori…
L'editoriale di Stefano Lavorini.
Ladies and gentleman… Miserendino! Riprendo scherzosamente la chiosa fatta (probabilmente) da Max Yasgur organizzatore del concerto di Woodstock del 1969, durante il quale debuttò sulla scena internazionale Carlos Santana, suonando Soul Sacrifice.
Sono passati gli anni e diversa è la latitudine, ma nel nostro piccolo qualche novità non manca.
A partire dal 2025 lascio la direzione di Italiaimballaggio affidando a Davide Miserendino il compito di portare avanti l’impresa. Perché, guardando al domani, vorrei che la rivista, che ho fondato 30 anni fa, abbia un futuro senza di me, a smentire la ineluttabile coincidenza tra pubblico e privato.
Eugenio Scalfari - mi si perdoni l’ardire - ebbe modo di ricordare a fine carriera che “Il passato è un deposito che sta nella memoria, che vive nella memoria, cambia nella memoria. Ma non è un cimitero”.
Questo quindi sarebbe il momento di bilanci e ricordi, ma non intendo indulgere perché in fondo penso che, chi mi ha conosciuto e letto, abbia un proprio privato piccolo universo di sentimenti, che non può essere confuso con quello di altri.
In poche parole, ho provato, senza soverchie attese, a scrivere una storia: la mia. Sono stato mosso dalla presunzione di innovare il modo di intendere e fare le riviste B2B, specificatamente nel settore dell’imballaggio, settore a cui sono stato “consegnato” fin dal 1981. Ho avuto in questa impresa la fortuna di avere al mio fianco una persona eccezionale, il condirettore Luciana Guidotti, con cui ho avuto ragione di condividere scelte e quotidianità e che ormai posso definire la “compagna di una vita”.
Mettendo in campo quanto potevo aver capito di valori civili legati al progresso e all’innovazione, valori di democrazia, giustizia sociale, legalità, diritti, etica.
E oggi, in ultima istanza, parafrasando Umberto Galimberti, resto dell’idea che sia fondamentale salvare il lavoro che la tecnica sta sempre più umiliando.
Sono, in fondo uno che non smette di credere nella vita, e quindi a titolo di consolazione, se si realizzeranno le condizioni, non scomparirò dalla testata, poiché continuerò a svolgere il ruolo di editorialista, magari con una rubrica in ultima pagina, caratterizzata dall’occasionalità degli argomenti. E anche di questo ringrazio gli editori.
Lettori, partner, colleghi, per tutti chiudo con un augurio, di attribuzione incerta, forse di San Francesco d’Assisi: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi, ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
Ad maiora.