Acimga, si cambia!
L'associazione dei costruttori italiani di macchine per la grafica e la cartotecnica si riorganizza e annuncia nuove sinergie. Dopo l'assemblea annuale, il saluto a Guido Corbella che lascia la direzione dopo 40 anni di servizio, e il benvenuto al successore, Andrea Briganti.
Assemblea con vista Duomo per Acimga, che ha scelto la prestigiosa location del Seven Stars Hotel, affacciato sulla piazza della cattedrale milanese, per discutere il programma e formalizzare il cambio al vertice operativo.
Dopo quarant'anni di lavoro, infatti, Guido Corbella - direttore storico e artefice - «insieme a tutti i miei presidenti» - dello sviluppo dell'associazione e dei suoi associati - lascia Acimga per dedicarsi a tempo pieno alla gestione di Ipack-Ima SpA, la società organizzatrice di fiere di cui è AD e a cui fa capo anche Centrexpo.
Si tratta di un passaggio storico, dunque, che vede non solo il cambio di dirigenza - che passa ad Andrea Briganti, già collaboratore di Corbella e buon conoscitore dell'organizzazione e del settore - ma anche la separazione, a tutti gli effetti, di Acimga dal suo ex “braccio fieristico». E non è la sola novità.
Nel nuovo programma si parla di un cambio di sede, da condividere con Assocomaplast (l’associazione dei costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma) e dell’avvio di una sinergia operativa che porterà, nel medio termine, le due associazioni a promuovere congiuntamente la presenza delle produzioni italiane nel mondo. Ma anche di una riorganizzazione interna con l'obiettivo di fornire nuovi servizi agli associati fra cui, in particolare, un potenziamento delle attività di marketing e promozione internazionale.
40 anni di primati
Il saluto a Guido Corbella, a cui era dedicata la parte pubblica dell'assemblea, è stato affettuoso e commosso, con abbracci, strette di mano e il tradizionale regalo “aziendale” (una preziosa bottiglia di cristallo, impacchettata in un packaging tenace).
Ma è stato anche l'occasione per ricordare i molti, moltissimi, primati che segnano la storia dell'associazione. «All'estero non ci chiedono il numero degli associati o il fatturato di settore - ha sottolineato Corbella - ma ci tributano il riguardo che spetta ai portavoce di un comparto leader del mercato mondiale».
Il direttore uscente ha elencato con precisione storica e rivendicato: «siamo stati fra i primi a cogliere l'importanza (e la valenza promozionale) dell'education e dell'upgrading tecnologico nei mercati emergenti, a capire il ruolo delle fiere, a cogliere le potenzialità del converting e del package printing quando ancora veniva considerato la “Cenerentola” del settore, a puntare su una fiera italiana (Converflex) focalizzandola sul visitatore, a valorizzare la flessografia (Acimga ha fondato Atif, Ndr). Siamo stati i primi a cercare le sinergie fra associazioni vicine e, nel 1984, abbiamo integrato le segreterie di Acimga e Ucima, avviando un ventennio di collaborazione che ha tirato la volata della promozione dell'export dei settori rappresentati».
Corbella ha continuato elencando i Paesi di cui, per prima, Acimga ha colto le potenzialità di sbocco, aprendo uffici di rappresentanza diretta, creando fiere ecc. (Usa, Russia, Cina e, adesso) e ha sottolineato che, ancora una volta, «siamo stati infine i primi europei a puntare sull'Africa, dove il prossimo settembre a Nairobi si volgerà la prima edizione di East Afripack, organizzata da Ipack-Ima in joint venture con il PPMI e con la collaborazione di Unido, East African Community e Ministero dell'Industria del Kenia».
Proseguire con slancio (e comunicazione)
La riunione milanese ha segnato, dunque, un momento di svolta nella vita di Acimga.
Al tempo stesso ha testimoniato la continuità e solidarietà di un settore coeso, colte nel conversare fitto e “famigliare” degli imprenditori presenti: i tanti “past”, fra cui Silvana Canette, unica donna ad avere occupato la massima carica di rappresentanza di Acimga, e le nuove leve (Costanza Cerutti per tutti), l'attuale vicepresidente Aldo Peretti (Uteco) e, naturalmente, il presidente in carica, Marco Calcagni (Omet), che ha preso la parola, insieme al predecessore Felice Rossini, più attivo che mai.
Lo spirito è combattivo, rafforzato dalla consapevolezza che il comparto rappresentato ha chiuso il 2013 con un fatturato superiore ai 2 miliardi di euro, per l'83% realizzato sui mercati esteri a testimonianza della capacità dei costruttori italiani di competere con successo sui vari mercati.
Una capacità da sostenere e incrementare: «Acimga è chiamata oggi a esercitare con forza il suo ruolo di rappresentanza - ha dichiarato Calcagni - e intendiamo dare la massima visibilità internazionale a un comparto che è punta di diamante del Made in Italy. Vogliamo sostenere con i servizi, con lo spirito di coesione fra gli associati, con la potenza delle relazioni, l’espansione delle nostre imprese sui mercati più promettenti».
Come? Briganti ha limitato il proprio intervento («questa è la festa di Corbella») ad alcuni cenni programmatici che, tuttavia, indicano molti percorsi già tracciati.
«La reputazione internazionale dei nostri associati è forte», ha ripreso il neo direttore. «Lavoreremo per creare valore partendo da questo grande potenziale, avvalendoci delle capacità relazionali, di marketing e anche facendo uso avanzato della rete e dei mezzi di comunicazione».
In concreto, il comitato direttivo di Acimga progetta di modulare la struttura associativa in “gruppi di specializzazione” in grado di dare voce e strumenti alle molte anime del comparto. Inoltre lavora a rendere il sito web istituzionale più ricco, utile ed efficace, presidiare i “social”, potenziare la formazione collaborando con il sistema scolastico e accademico... definire azioni promozionali mirate su specifici target clienti, creando cluster tecnologici d’offerta... vigilare sul
rispetto delle regole commerciali... C'è tanto in gioco e tanto, quindi, occorre giocare. E la carta vincente è quella della democrazia diretta: «Puntiamo a incrementare il dialogo interno, a incoraggiare la collaborazione delle aziende e degli uomini alla vita associativa, rafforzando il senso di partecipazione come valore aggiunto all’attività quotidiana che ciascuno noi svolge».
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