Gli imballaggi metallici (2014)

Numeri e cifre di un comparto che non risente dell’età: innovazione e miglioramenti nelle prestazioni del packaging di metallo. Plinio Iascone

Inviolabilità, robustezza, assoluta barriera agli agenti esterni (a garanzia di perfetta conservabilità del prodotto) e, non ultimo, la riciclabilità: questi i principali punti di forza degli imballaggi di acciaio e di alluminio.
Dalla prima comparsa sul mercato a inizio ‘800 (precisamente dei primi contenitori di acciaio rivestito di stagno), nel corso del tempo hanno trovato ampia diffusione in area alimentare e non.
Il costo dell’alluminio è superiore a quello dell’acciaio e, per questa ragione, non viene impiegato nella produzione di contenitori con capacità superiore al mezzo chilo; domina, per contro, in molte altre applicazioni (vaschette, capsule per bottiglie, film da incarto).

Acciaio: dimensioni e caratteristiche del mercato italiano
A causa del perdurare della crisi economica in atto dal 2011, la produzione italiana di imballaggi di acciaio nel 2013 ha segnato una flessione dell’1,1% con riferimento ai dati espressi in quantità (743.000 tonnellate) e un fatturato pari a 1.470 milioni di euro, in crescita limitata all’1%.
Stando a un primo preconsuntivo, si ritiene che, nel 2014, il comparto abbia espresso una produzione di 745.000 tonnellate, in lieve crescita quindi rispetto all’anno precedente ma sensibilmente lontana dai dati antecedenti la congiuntura negativa globale. Anche il fatturato risulta in lieve crescita, limitata al 2% circa, ma considerando lo scarso incremento delle quotazioni dell’acciaio, il risultato può considerarsi sostanzialmente positivo. Gli imballaggi in acciaio possono essere suddivisi in due famiglie: imballaggi di banda stagnata e fusti di elevate dimensioni.

La banda stagnata
Nel 2013 ha espresso una produzione di 650.000 tonnellate, suddivise tra diverse merceologie a seconda dei settori di destinazione.
L’area più importante, in termini quantitativi, è quella dell’open top, ovvero gli imballaggi destinati al confezionamento degli alimenti che, nel 2014, ha rappresentato il 43% sul totale, in lieve calo rispetto all’anno precedente.
Gli open top sono impiegati nel settore delle conserve alimentari (vegetali e ittiche, pet food, olio di oliva e semi ecc.).
Altrettanto importante è l’area del general line, ossia gli imballaggi destinati al comparto chimico-petrolifero per contenere pitture, lubrificanti, inchiostri, ecc. La quota di mercato nel 2013 è stata del 27%, in leggero aumento nel 2014.
Le chiusure sono il terzo settore in relazione alle quantità prodotte, con uno share del 15%: tappi corona e capsule twist off sono complementi di imballaggio storici, soprattutto per i prodotti destinati all’export (60-70%).
Le bombolette spray di banda stagnata occupano uno share, sul globale, del 4%: la loro partecipazione al mercato è sostanzialmente  stabile, ma la produzione dipende sempre più dalle esportazioni, dato che la domanda  interna è invece tendenzialmente orientata alla soluzione “alluminio”, molto diffusa in uno dei principali settori di sbocco, ossia la cosmesi.
Il restante 11% degli imballaggi in banda stagnata è costituito da scatole
“fantasia” (contenitori per biscotti, cioccolatini, per palle da tennis ecc.) e alla produzione di semilavorati (fogli litografati e coperchi destinati all’export).
Si ritiene che entrambe le aree, nel 2014, abbiano evidenziato una flessione.

I fusti di elevate dimensioni
Nel 2013 la produzione ha toccato le 93.000 tonnellate, 11.000 delle quali destinate all’export e 82.000 al mercato interno. L’import è sostanzialmente nullo.
Il 2014 dovrebbe essersi concluso con una riconferma dei dati di produzione rilevati nel 2013, grazie alla crescita delle esportazioni
I fusti in acciaio sono utilizzati per il 70% circa nel settore chimico petrolifero e, per il restante 30%, vengono utilizzati per la movimentazione di semilavorati alimentari o per il trasporto di prodotti all’industria, ad esempio olio alimentare.
La gamma delle capacità va da 100 a 300 kg, ma i formati più diffusi sono compresi tra i 185 a 250 litri, con una netta prevalenza del contenitore da 200 litri.
I fusti sono fabbricati in lamierino di acciaio di elevato spessore, superiore a 0,49 mm, senza rivestimento di stagno  ma protetto da un’adeguata verniciatura sia interna che esterna.

Alluminio: dimensioni e caratteristiche del mercato italiano
L’alluminio utilizzato per la produzione degli imballaggi comprende il can stock (destinato alla produzione di lattine per bevande), il foil stock (utilizzato per produrre foglio sottile e capsule), il can body (corpi scatola per food) e  pastiglie (impiegate nella produzione delle bombolette).
Le leghe che compongono i diversi prodotti sono innumerevoli e variano a seconda delle tipologie di produzione e dei diversi impieghi. Secondo i dati evidenziati su “Imballaggio in Cifre”, il 2013 si è concluso con un fatturato in crescita del 4,6% e una produzione, espressa in peso, al +4,4%. Il commercio estero ha segnato, con riferimento alle quantità, uno sviluppo del 6% per le esportazioni e del 14% per le importazioni. La domanda interna ha evidenziato un +6%.
Stando a un primo preconsuntivo, il comparto imballaggi di alluminio dovrebbe avere concluso il 2014 con una produzione in crescita dell’1,5-1,6%, guidata da un +2% dell’export, una domanda interna orientativamente intorno al +1% e un lieve sviluppo anche delle importazioni.
Nell’ultimo decennio, il tasso di sviluppo medio annuo del settore, con riferimento all’attività espressa in peso, è stato del 2%; tuttavia, considerando la riduzione del peso medio di diverse tipologie di imballaggi, il tasso di sviluppo si ritiene potrebbe posizionarsi intorno al 3% medio annuo.
Le leghe e i contenitori
Nel corso del tempo la messa a punto di leghe particolari ha consentito di raggiungere spessori molto sottili, che hanno permesso all’alluminio di farsi spazio in svariati campi applicativi, sia in relazione ai contenitori sia nel settore degli imballaggi flessibili da converter.
Il mix tra le diverse famiglie di laminati di alluminio destinato alla produzione di imballaggi è il seguente: foglio sottile (inferiore 200 micron), can stock e  pastiglie.
L’attuale struttura produttiva degli imballaggi di alluminio presenta la seguente ripartizione, con riferimento alla produzione espressa in tonnellate:
- contenitori 19% (lattine per bevande, scatolette per food, bombolette spray e tubetti flessibili);
- chiusure 12%;
- vaschette per alimenti 9,5%;
- foglio sottile da incarto 14,6%;
- foglio da converter 41%;
- altro 3,9%.
Sempre con riferimento alla produzione, l’area dei contenitori è costituita per il 61% da lattine per bevande, per il 13% da scatolette destinate agli alimenti (prodotti ittici, carne, pet food ecc.), per il 12% da tubetti flessibili e per il 14% da bombolette aerosol.

I numeri del riciclo Imballaggi di acciaio (fonte: Ricrea)
Nel 2013 sono state 435.149 le tonnellate di imballaggi d’acciaio immesse al consumo, di cui 368.570 t sono state raccolte e 320.231 t avviate al riciclo.
L’avviato al riciclo su immesso al consumo si è posizionato al 73,6%.
I maggiori flussi di imballaggi in acciaio immessi al consumo, sempre con riferimento al 2013, hanno interessato l’open top (34%), i fusti e le cisterne (22%), il general line (17%); il restante 27% è suddiviso fra chiusure, bombolette spray, reggette, filo di ferro e altri accessori in acciaio.
Tra gli obiettivi di Ricrea - Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio - rientra l’opera di educazione e sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, con lo scopo di creare e diffondere una cultura ambientale focalizzata sull’importanza della raccolta differenziata, del riciclo e del recupero degli imballaggi.

Imballaggi di alluminio (fonte: CiAL)
In linea con il trend degli ultimi anni, il 2013 si è chiuso con una quota di recupero complessivo pari al 70,3% dell’immesso sul mercato, con il riciclo attestato al 65%. Di seguito le tipologie di imballaggi immesse al consumo nel 2013 e le relative percentuali:
- lattine per bevande, bombolette e scatolame vario (57,0%);
- vaschette, vassoi, tubetti e capsule (24,8%);
- flessibili per alimenti, foglio sottile e poliacccoppiati (17,5%);
- materiale vario non qualificato (0,75).
Al 31 dicembre 2013, attraverso la sottoscrizione di 445 convenzioni, il CiAl -  Consorzio Imballaggi Alluminio ha raggiunto una copertura territoriale di oltre 5.400 Comuni, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente, con  circa 46,2 milioni di abitanti serviti.                             

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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