Etichettatrice autoadesiva: novità di rilievo

Il Gruppo Sacmi ha messo a punto una macchina etichettatrice compatta, in grado effettuare carico e scarico del materiale completamente in automatico e alla massima velocità di funzionamento (fino a 60.000 b/h). Innovativa anche la gestione del liner di scarto.

Il gruppo Sacmi, a drinktec 2013 con un grande stand che ha guadagnato il primo premio BeverageDaily, ha presentato una soluzione innovativa per l’etichettatura autoadesiva, che si è imposta all’attenzione del pubblico.
Si tratta di una stazione completamente automatica, progettata da Sacmi Labelling, che non richiede fermi macchina o rallentamenti per i cambi bobina e lavora dunque sempre alla massima velocità con un’elevata precisione di posizionamento (± 0,5mm). «Un risultato straordinario - sottolinea Ermes Belicchi, General Manager di Sacmi Verona SpA - che tuttavia non sarebbe stato sufficiente senza un analogo automatismo per riavvolgere “in corsa” anche il film di supporto delle etichette. Lo abbiamo messo a punto in collaborazione con UPM Raflatac, che ci ha fornito il suo Proliner PP 30 in bobine, realizzate dal converter Label It secondo delle specifiche particolari.
E non solo: il film di supporto viene recuperato in piccole bobine compatte, senza etichette residue e senza l’anima di cartone, dunque pronte per il riciclo». Questo ha permesso a Sacmi di diventare il primo OEM con la qualifica di Rafcycle Technical Partner.

Meno costi, niente fermate. La stazione autoadesiva della Sacmi è costruita a regola d’arte con materiali e componenti di qualità, puntando alla facilità di utilizzo e di manutenzione (la struttura semitrasparente permette di monitorare la produzione e individuare eventuali problemi). «Il suo tratto distintivo, nonché principale punto di forza, è però l’asservimento automatico del caricatore e del riavvolgitore del materiale di consumo», dichiara Matteo Grioni del Mechanical Engineering Department Sacmi Verona.
«Per produzioni molto elevate - spiega Grioni - di solito si adottano due gruppi autoadesivi che si avvicendano. Funziona, ma servono 6 gruppi autoadesivi per una bottiglia di birra con tre etichette e, inoltre, questo richiede una macchina di grandi dimensioni, attorno a cui collocare tutti questi elementi.

Nella nostra confi­gurazione, invece, tre gruppi fanno il lavoro di sei e, dunque, si riducono gli elementi nonché l’ingombro della macchina, con un sensibile risparmio di costi a tutto beneficio dell’utilizzatore. Il passaggio più difficile da realizzare negli asservimenti automatici, sia sul carico sia sul riavvolgitore, è stata la giunzione automatica delle bobine. La nostra macchina, anche grazie alla disponibilità di bobine di materiale dotate di una testa e una coda realizzate ad hoc e senza etichette, effettua in automatico il taglio del rotolo finito e la giunta di quello nuovo. In questo modo per gestire il materiale in entrata e in uscita non occorre rallentare la velocità, garantendo una produttività fino a 60mila bottiglie/h con una sola testa».

Valorizzare il liner di scarto. Per offrire all’utilizzatore una soluzione efficace dall’inizio alla fine, i progettisti della Sacmi hanno affrontato anche il problema del contenimento degli scarti a fine lavorazione. «Sfruttando la tecnologia di riavvolgimento - racconta Grioni - abbiamo messo a punto un sistema per riavvolgere il liner in bobine senza anima di cartone, compatte e dunque facili ed economiche da movimentare. E, dunque, già pronte per il riciclo. Anche in questo caso la collaborazione con i fornitori del materiale è stata importante perché abbiamo dovuto individuare gli adesivi compatibili e, soprattutto, mettere a punto un sistema che garantisse l’effettiva applicazione di tutte le etichette, senza il rischio che qualche unità residua “inquinasse” la bobina del liner da smaltire».

«Abbiamo sviluppato il nostro nuovo Proliner da 30 micron - aggiunge Stefano Pistoni, Regional Sales Manager Raflatac Division di UPM - con l’obiettivo primo di offrire un supporto di alta qualità e macchinabilità. Ma non bastava ancora. Nella filiera dell’etichettatura autoadesiva, infatti, il recupero del liner riguarda volumi importanti e rappresenta un problema storico degli operatori, a cui UPM Raflatac dedica la dovuta attenzione. La soluzione che abbiamo messo a punto e testato con Sacmi permette non solo di garantire un flusso di lavoro continuo alle altissime velocità del bottling, ma anche di migliorare in misura rilevante la gestione e il riciclo dello scarto, con vantaggi logistici ed economici. Inoltre, come dimostra la nostra piattaforma Labellife per il calcolo dell’impronta ambientale dell’etichetta, il riciclo del supporto siliconato tramite il nostro programma Rafcycle aiuta i brand owner a ridurre fino al 40% le emissioni di C02 a loro carico».          

 

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