Dove va la sicurezza
La fiera SPS di Parma è stata l’occasione per incontrare Horst-Dieter Kraus, Responsabile Marketing di Pilz GmbH & Co. Kg. ItaliaImballaggio non ha perso l’opportunità di affrontare il tema “safety&security” in Italia e in Europa con uno dei leader di settore, cercando anche di conoscerne i piani di sviluppo futuri.
«Noi di Pilz - esordisce Horst Dieter Kraus - abbiamo un obiettivo chiaro: vogliamo essere considerati fornitori di automazione di sicurezza per la nostra competenza. Tutti, nel gruppo Pilz, lavoriamo quotidianamente sul processo di ideazione, sviluppo, produzione e applicazione di nuovi prodotti specifici per garantire la miglior offerta ai nostri clienti».
Kraus esordisce così, rimarcando da subito la forte specializzazione che ha sempre distinto la società in tutti questi anni, in virtù della quale i clienti possono contare su Pilz per ottenere prodotti e soluzioni ad hoc, oltre che su servizi su misura per lo studio di soluzioni complete in fatto di sicurezza.
Una unicità rivendicata non solo a parole ma con dati di fatto, che il mercato sa riconoscere perché, in fondo, sono la conoscenza e la consapevolezza degli operatori a determinare il successo delle applicazioni safety&security.
Siete noti per i sensori e i controlli per la sicurezza. Attualmente, con Industry 4.0, le reti di comunicazioni sia a basso (I/OLink per tutte) sia ad alto livello (verso MEM, e ERP) sono fondamentali. Come vi state muovendo in proposito?
Stiamo focalizzando le nostre attività su prodotti intelligenti, interconnessi, che oltre a comunicare con altri sistemi comunicheranno con gli utenti per definire le loro abilità nell’approccio alle macchine. Questo, nei nostri obiettivi, è sfruttare strumenti IT che oggi ormai sono diventati le nostre “protesi digitali” vedi smart phone o tablet. Quindi vorremmo contribuire a sviluppare nuovi modelli di business digitali, che sfrutteranno i dati raccolti per offrire servizi aggiuntivi e magari in modalità “as-a-service” (un esempio su tutti: manutenzione predittiva) attraverso un nostro cloud.
Per quanto riguarda le reti di comunicazione, Pilz è membro attivo nel gruppo di lavoro per le specifiche di I/OLink safe mentre, per quanto riguarda sistemi di comunicazione più complessi, stiamo partecipando allo sviluppo di OPC UA in modo da incontrare veramente le necessità del mercato, che richiede massima apertura nell’utilizzo di sensori e logiche di controllo indipendenti dal costruttore, utilizzando un protocollo davvero universale così come successo nel mondo IT.
Avete ovviamente in programma di presentare nell’immediato futuro nuovi prodotti. Può fare un accenno ai principali?
Stiamo lavorando a rendere disponibili sistemi radar per il rilevamento di presenza in determinate aree; i nuovi sensori radar avranno la particolarità di operare anche in ambienti esterni, anche polverosi, dove i tradizionali laser scanner operano con difficoltà.
Questo prodotto è però solo il punto di partenza. Il secondo passo sarà infatti un radar per bracci rotanti, che seguirà la nostra filosofia di offrire al cliente la soluzione per la sua specifica applicazione.
A proposito di applicazioni, nella fase di studio la relazione con il cliente è fondamentale; molte aziende concorrenti hanno un ufficio di consulenza dedicato anche alle problematiche legate a Industry 4.0. Come si sta muovendo Pilz in questo ambito?
Anche noi stiamo andando in quella direzione, ma più che limitare il paradigma dell’industry 4.0 a un reparto di consulenza, le nostre future strategie si basano interamente sui nuovi concetti introdotti dalla smart factory. L’obiettivo, da un lato, è fornire prodotti che, sistemati nelle catene produttive, siano collegati digitalmente con la vendita dei nostri clienti, così da permettere loro di modulare la produzione quasi sull’esigenze del loro singolo cliente. Un “just in time” immediato, con reazioni in tempo reale sia delle catene di vendita sia di quelle di marketing, di produzione e finanziarie: insomma dalla mass production alla mass customization. Questo è uno dei cardini dell’industria digitale 4.0: sistemi interconnessi, molto intelligenti, che non solo creano una catena del valore ad ampio spettro, ma sono in grado di farla evolvere, con minimi tempi di attesa, ascoltando le richieste di mercato e quelle interne all’azienda (per esempio, la pianificazione finanziaria e logistica rivolta al contenimento dei costi).
Dall’altro lato anche le nostre sedi produttive si stanno organizzando per permettere ai clienti di disegnare il prodotto specifico e customizzato sulle loro esigenze, in modalità “just in time”. Presto presenteremo una famiglia di prodotti che il cliente potrà personalizzare a proprio piacimento attraverso il mondo digitale, ovviamente a costi contenuti.
Dal suo punto di vista, quanto e come differisce il livello di conoscenza sulla sicurezza nei vari paesi europei?
Contrariamente al passato, non riscontro differenze sostanziali nella consapevolezza in merito alla questione “sicurezza” e, a livello internazionale, non si corre più il rischio di avere diverse interpretazione della stessa norma: grazie alla presenza capillare di Pilz e alla formazione omogenea dei nostri tecnici, in tutto il mondo si garantisce infatti un’interpretazione univoca.
E in questo modo agevoliamo i nostri grandi clienti, che esportano macchine in tutto il mondo: noi li aiutiamo a realizzare macchine conformi alle normative cogenti nelle diverse aree, fornendo sia prodotti validati sia un servizio di consulenza, focalizzato proprio sul rispetto delle normative in vigore sulla sicurezza.
Qualche dettaglio su altri servizi messi in campo da Pilz...?
Come detto, offriamo consulenza ai clienti a partire dallo studio di una nuova macchina, e il servizio comprende già in fase di prevendita il safety contest, l’analisi del rischio con studio della soluzione, e ancora la progettazione della sicurezza anche per quanto riguarda il retrofitting, l’integrazione dei nostri dispositivi fino alla validazione, senza dimenticare i dispositivi per la manutenzione predittiva.
La validazione è una fase molto importante per noi, perché ci permette di mostrare al cliente la cosiddetta struttura “ad albero” della macchina.
Come già accennato stiamo sviluppando alcuni prodotti che riteniamo innovativi e che immetteremo a breve sul mercato, per dare risposte concrete alle esigenze di una nuova sicurezza funzionale, emerse con lo sviluppo di Industry 4.0 e con particolare riguardo al discorso sicurezza inteso anche come “security”.
Una delle nostre novità è appunto un prodotto denominato PITmodefusion (descritto nel box) che combina i due aspetti della sicurezza (safety & security), dotato di chiave d’accesso personalizzabile a diversi livelli e in funzione della persona che l’utilizzerà: in questo modo la macchina si auto-adatterà in sicurezza alle abilità della persona che approccerà la macchina automatica, sia questo un manutentore, un progettista o un operatore di linea.
Safety & Security in un unico sistema
Il sistema PITmode Fusion di Pilz consente di selezionare la modalità operativa sicura dal punto di vista funzionale e di regolamentare l’autorizzazione all’accesso per macchine e impianti.
Mediante chiavi a transponder codificate (RFID key), ogni operatore può assegnare le autorizzazioni macchina idonee alle sue capacità e competenze. Le chiavi a transponder sono disponibili in una variante con descrizione libera e anche con autorizzazioni stabilite in modo fisso. L’unità di valutazione sicura (Safe Evaluation Unit) riconosce la modalità operativa predefinita, la valuta e la commuta in modo sicuro dal punto di visto funzionale. PlTmode fusion è la versione modulare composta dall’unità di lettura PlTreader con tecnologia RFID e un’unità di valutazione separata (Safe Evaluation Unit - SEU). Le chiavi a transponder vengono inserite in memoria e acquisite nell’unità di lettura PlTreader. La Safe Evaluation Unit analizza la modalità operativa prescelta e la converte in modo sicuro dal punto di vista funzionale. È possibile scegliere fino a 5 modalità operative. Separando i componenti, PITmode fusion può essere integrato in pannelli operatore esistenti e combinato con i pulsanti esistenti.
Le opzioni di PlTreader spaziano dal semplice rilascio all’autenticazione per specifiche funzioni parzialmente autonome della macchina fino a una matrice di autorizzazione complessa organizzata in modo gerarchico.
La soluzione è implementabile come dispositivo stand-alone oppure in combinazione con un sistema di controllo Pilz.