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Macchine automatiche
Automatic machines
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Dallassemblea dei soci Ucima arrivano note positive sullandamento del comparto.
From the Ucima members meeting come some positive notes on progress in this sector.
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Crescere semplicemente
Growing simply
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Deles: gruppo integrato per la fornitura di una gamma completa di imballaggi, macchine, attrezzature e servizi di consulenza personalizzata.
Deles: an integrated group for supplying a complete range of packaging, machines, equipment and customised consultancy services.
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News
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BUONI SEGNALI Dallassemblea dei soci Ucima arrivano note positive sullandamento del comparto, ma anche segnali di rinnovata consapevolezza e la ferma intenzione di valorizzare, oggi più che mai, il patrimonio industriale italiano. Parola di imprenditori. L.G.
Bologna, 8 luglio - Giovanni Caffarelli, presidente in carica di Ucima (Unione dei Costruttori Italiani di Macchine Automatiche per il Confezionamento e lImballaggio) ha avuto il privilegio di poter confortare con dati positivi sia il parterre molto affollato di soci (intervenuti per lassemblea generale annuale) sia il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che ha regalato ai presenti riflessioni generose e appassionate sul presente e sul futuro economico del nostro Paese, nonché il sincero apprezzamento per il comparto.
Proponiamo ampi stralci della relazione di Caffarelli che, per completezza e lucidità, rende al meglio il quadro della situazione in cui si stanno muovendo i costruttori italiani di macchine per il confezionamento e limballaggio. Un intervento, il suo, che ribadisce tra laltro la piena adesione di Ucima al programma di Confindustria, incoraggiata a proseguire nellimpegno a difesa della centralità dellindustria nelleconomia del Paese.
Cosa è successo nel 2004
«Siamo con Confindustria - ha esordito Caffarelli - nel pensare che lItalia abbia ancora bisogno di una grande industria manifatturiera: la storia del comparto macchine automatiche per il confezionamento prova che questo può avvenire. Noi veniamo da 20 anni di successi, negli anni facili e in quelli difficili. Ma landamento del 2004 mostra che possiamo crescere, e bene, anche negli anni difficilissimi».
Nel 2004 è infatti continuata la crescita di fatturato (+3%) e di export (+7,5%; l86% del fatturato è stato realizzato sui mercati esteri, cifra record dellultimo decennio); lattivo della bilancia commerciale è sopra i 2,2 miliardi di euro (6,2% dellattivo di tutta lindustria meccanica nazionale, 22,2% di quello della meccanica strumentale) e, anche se di poco, aumenta anche loccupazione.
Caffarelli si dichiara ottimista anche per il 2005, anche se «non mancano le incertezze legate alle prospettive contraddittorie delleconomia mondiale. Dal settore, tuttavia, arrivano segnali incoraggianti. Il dato non va sopravvalutato, ma nel primo trimestre le esportazioni sono cresciute di oltre il 16%. La proficua partecipazione delle nostre imprese a Interpack, fiera leader per il settore, è stata rassicurante. Ci sono stati buoni contatti con i rappresentanti dei maggiori utilizzatori di ogni parte del mondo e, nel complesso, ha confermato la nostra tendenza allinnovazione».
Tutto bene, allora?
La risposta è un fermo no perché, spiega Caffarelli a nome di tutti «anche noi dobbiamo affrontare una situazione di mercato che non ha certamente unevoluzione positiva. E andiamo avanti grazie al coraggio degli imprenditori, che continuano a fare la loro parte. In particolare adottando unaggressiva politica commerciale, che ha però un prezzo: la riduzione dei margini operativi delle imprese (soprattutto nellarea del dollaro, dove abbiamo pagato la necessità di non poter scaricare sui clienti i costi delleuro forte).
Nel 2004 le nostre imprese hanno potuto aumentare i loro prezzi solo dello 0,6%, contro oltre il 2% medio dellindustria nazionale».
Deludenti i risultati ottenuti in Cina e in altri Paesi asiatici, dove gli italiani, per le tecnologie di fascia bassa, devono fare i conti con i concorrenti locali. Negli Stati Uniti, che pure resta il mercato di sbocco numero uno, sono stati pagati gli effetti delleuro forte. «Ma il fattore più preoccupante - ribadisce Caffarelli - è che la Germania, con cui dividiamo la leadership nellexport di settore, nel 2004 è cresciuta più di noi».
Questo è lo scenario con cui i costruttori di macchine per il confezionamento devono confrontarsi per continuare a crescere.
Ma in quali condizioni? Ed in quale contesto del Sistema Paese?
Pur rimarcando alcune deficienze e inadeguatezze (che colpiscono in particolare le imprese che, per tradizione, realizzano allestero gran parte del fatturato, Caffarelli punta alle azioni da intraprendere per migliorare e progredire ancora, guardando «al bicchiere mezzo pieno, perché avendo fatto bene fino a oggi, qui abbiamo una solida base di partenza per i nostri sforzi futuri».
Rafforzamento finanziario e un appello «È chiaro a tutti ormai che le Imprese non possono e non devono continuare ad avere come unica fonte di finanziamento il credito bancario a breve termine.
Allora che Basilea 2, con i suoi parametri, sia una prima occasione da cogliere: lopportunità per banche e imprese di lavorare insieme a unanalisi più accurata e professionale delle risorse finanziarie delle aziende, affinché queste possano razionalizzare le dinamiche economiche e finanziarie delle loro attività, focalizzando meglio gli interventi da realizzare.
Ma in aggiunta a questo sarebbe bene che anche in Italia si facesse qualcosa di simile a ciò che è stato fatto in Francia, dove il governo ha imposto alle assicurazioni di dedicare una percentuale dei loro investimenti alle PMI.
Questo consentirebbe ad aziende, magari anche piccole ma sane, di essere qualche volta predatrici e non sempre prede nel Risiko delle aziende del settore e questa sì che sarebbe davvero una grande innovazione! Ci vuole un cambio di strategia, un incentivo alla capacità di reazione che ci ha sempre contraddistinto, un mezzo per arrivare a quella crescita dimensionale della quale sempre si parla. Insomma andiamo allattacco, andiamo a comprare i nostri concorrenti allestero senza aspettare che siano loro, grazie alle loro maggiori dimensioni o capacità finanziarie, a fagocitare anche questo settore, dove continuiamo ad avere una posizione di leadership mondiale».
Le dimensioni aziendali: una realtà Non è più tempo di disquisire se piccolo è bello o no. «Piccolo è quello che abbiamo - dice pragmatico Caffarelli e, partendo da questo dato incontrovertibile, è però necessario avviare un processo di aggregazione delle imprese che consenta loro di crescere per affrontare con strumenti adeguati le nuove sfide competitive, coordinando il processo di innovazione e ottimizzando i costi di tipo promozionale, commerciale e di assistenza. Anche Ucima dovrà trovare il modo di aiutare le aziende in questo loro percorso». Laugurio è che, questo processo, possa essere favorito dallintroduzione di opportuni strumenti fiscali, che incentivino le operazioni di natura straordinaria tra imprese. Ma questi aiuti dovranno essere tali da indurre gli imprenditori a impegnarsi a fondo nella ricerca delle opportunità di aggregazione, non possono essere soltanto unetichetta su una generica idea di politica industriale.
Fare sistema: una necessità e un marchio - La crescita dimensionale può comunque essere affiancata, e in qualche caso sostituita, dalla capacità delle imprese di proporsi allesterno come sistema omogeneo e integrato di prodotti e servizi. Ucima, in particolare, raccoglie poche grandi imprese, numerose medie, moltissime piccole, che da sempre collaborano conseguendo gli obiettivi di cui oggi lAssociazione può vantarsi. Dobbiamo esaltare la nostra capacità di considerare gli altri imprenditori come colleghi e non solo come competitori, per creare allesterno la percezione che il mondo italiano del packaging, in tutte le sue componenti, sia sinonimo di qualità e di eccellenza.
Obiettivo: promuovere non singoli prodotti, ma la filiera tutta del packaging italiano. Fare sistema è del resto essenziale nella nostra politica commerciale. I clienti ci chiedono da anni di essere solutori di problemi più che semplici fornitori di macchine. Questo impone una stretta collaborazione fra le nostre imprese per dare ai clienti le soluzioni globali che essi chiedono. Per questo è stato registrato il marchio Ucima: un marchio che non si può copiare e che significa un mondo industriale di eccellenza, strumento da mettere in campo nella competizione globale.
Come sostenere linternazionalizzazione - Allimpegno delle imprese deve fare da contraltare un sostegno effettivo da parte di tutti gli attori del sistema, governo, banche, istituzioni, ambasciate. Caffarelli esprime soddisfazione per alcune iniziative intraprese dagli istituti bancari, e da Sace, fondamentale nella strategia del governo per il supporto alle esportazioni, che ha dato una scossa alle proprie attività dopo la trasformazione in Società per Azioni: estensione delle coperture a un numero maggiore di Paesi, maggiore efficienza e tempestività dazione, grazie allutilizzo di nuovi strumenti ad hoc (alla cui elaborazione hanno partecipato anche esponenti del comparto macchine automatiche). Ricorda, a questo proposito, la recente firma di un accordo-quadro di collaborazione con Sace, che consente di dare un migliore supporto allutilizzo, da parte dei soci Ucima, di nuovi prodotti finanziari.
Non manca un richiamo forte ad avere una visione più strategica e globale delle attività promozionali rivolte linternazionalizzazione. «Sono critico nei riguardi delle innumerevoli iniziative troppo locali o regionali, dato che la loro polverizzazione non ha futuro e si corre il rischio di sprecare le poche risorse disponibili. Il coordinamento della promozione allestero non può non essere a livello nazionale.
Nei più importanti mercati nuovi e lontani (Cina in primo luogo), chiediamo che tutte le istituzioni italiane presenti in loco svolgano unazione coordinata per sostenere il radicamento delle aziende sul territorio. Pensiamo a unazione informativa in campo giuridico, normativo, fiscale, che faciliti le scelte delle aziende. Grazie anche al continuo pressing di Confindustria qualcosa si sta già facendo, ma è ancora troppo poco».
Il capitale umano e linnovazione - Nel suo complesso, il comparto è sempre in prima fila nelle attività di formazione e nel supporto alla crescita dei giovani, considerata il vero investimento per il futuro delle aziende. «Alla fine del 2004 il 71% dei dipendenti del nostro settore erano colletti bianchi. Perché lorientamento al cliente, fattore di successo della nostra industria, non è uno slogan ma il frutto di un lungo lavoro, che ci porta a dedicare grande attenzione a progettazione, sperimentazione, controllo della qualità, analisi dei clienti».
Fattori di eccellenza, questi, che non possono essere disgiunti dal tema strategico dellinnovazione. «E come potrebbe essere diversamente per un settore che investe in R&S, a seconda delle dimensioni aziendali, tra il 3 e il 7% del fatturato? Ma - polemizza Caffarelli - è allora troppo chiedere che il nostro azionista di maggioranza, lo Stato, rinunci a una piccola parte dei suoi dividendi, le tasse, per consentirci di continuare a fare sempre meglio e sempre di più ciò che fino a oggi abbiamo fatto da soli senza chiedere niente a nessuno?
Dichiarazioni dintenti ne abbiamo sentite molte, fatti ne abbiamo visti pochi: tra questi laumento del costo dei brevetti, del quale sinceramente sfugge la funzione di supporto agli investimenti in innovazione». Per garantire il procedere dellinnovazione tecnologica sarebbe dunque necessaria unelevata attività di ricerca applicata anche «sotto il profilo del cambiamento dei modelli organizzativi e produttivi, della governance aziendale, dellorganizzazione commerciale. Non basta infatti più costruire la macchina più bella o la più veloce, se non siamo in grado di introdurre novità e metodi diversi a tutti gli aspetti del fare impresa. Ma forse - puntualizza il presidente Ucima - è nellapproccio al mercato che le imprese debbono fare la più radicale innovazione. Ci vogliono metodologie nuove per avere presenze stabili e radicate sui mercati più importanti, bisogna fare sistema per affrontare la sfida della globalizzazione con la forza delle nostre filiere produttive che tutto il mondo ci invidia. Dobbiamo pensare ad azioni e strategie di marketing innovative, che consentano alle nostre imprese di essere recepite per quello che veramente sono e non sulla base di etichette che, più o meno pretestuosamente, vengono loro appiccicate».
Parole e fatti di rinnovamento - Deciso dunque lappello di Caffarelli, rivolto agli imprenditori del comparto «chiamati a rinnovare se stessi, approfondendo conoscenze e allargando gli orizzonti. Il mondo intorno a noi è in continua evoluzione e troppo spesso ci limitiamo a guardare solo ciò che avviene intorno alle nostre aziende. È venuto il momento di affrontare con decisione il nodo della nostra crescita formativa, intraprendendo percorsi di formazione per laggiornamento imprenditoriale» e ricorda, al proposito, la prossima missione organizzata da Ucima in Cina, organizzata con lintento di avvicinare gli industriali a quelluniverso lontano, minaccioso proprio perché poco conosciuto.
Ma è anche necessario che le imprese siano messe nelle condizioni migliori per fare il proprio lavoro: «Allora, quando parliamo di semplificazione amministrativa non esigiamo limpossibile ma, semplicemente, parliamo di convergenza fra bilanci fiscali e bilanci civilistici, desideriamo non impazzire ogni volta che dobbiamo capire i contenuti a volte contraddittori delle norme che regolano le nostre attività, di non dover sprecare risorse per la gestione delle auto aziendali o del nostro personale in trasferta
».
Richiamando infine lassunzione di responsabilità da parte di Ucima, che sta sostenendo le esigenze di approfondimento e crescita del comparto con grande competenza ed efficacia, Caffarelli conclude «Siamo leader nel mondo, rappresentiamo una punta deccellenza dellindustria italiana, siamo tra i migliori interpreti della necessità di innovazione del sistema industriale. E siamo pronti alla sfida, senza nessuna intenzione di perderla. Se siamo stati bravi nel passato vorrà dire che cercheremo di esserlo ancora di più nel futuro».
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Report Automatic machines
GOOD SIGNALS - From the Ucima members' meeting come some positive notes on progress in this sector, but also a few signals of renewed awareness and a firm intention to develop Italy's industrial patrimony further, today more than ever before. A word from the entrepreneurs. L.G.
Bologna, 8 July - Giovanni Caffarelli, current President of Ucima (the Italian Union of Automatic Machinery Manufacturers) had the privilege to comfort with some positive data the large audience of members (during the annual meeting) and the President of Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, who provided some generous and passionate reflections on the present and future economy of Italy. Here are some long extracts from Caffarelli's clear and thorough speech to give our readers a true idea of the current situation for Italian manufacturers of packing and packaging machinery. A speech that stresses the importance of full adhesion to the Confindustria program and encourages continued efforts to defend industry's importance for the Italian economy.
What happened in 2004
«We agree with Confindustria - Caffarelli says in his opening remarks - in thinking that Italy still needs a great manufacturing industry: the history of the automatic packing machinery sector proves this will come about.
We can boast 20 years of successes, in both the easy years and the harder ones. Progress seen in 2004 shows that we can grow, and well, even in the toughest of years».
In fact, turnover continued to grow in 2004 (+3%) and exports were up (+7.5%; 86% of turnover is thanks to the foreign markets, a record for the last decade); the positive trade balance is worth more than 2.2 billion Euros (6.2% of profits seen in the overall mechanical engineering industry, 22.2% in that of instrumental engineering) and even a rise - if small - in employment levels. Caffarelli says he's also optimistic for 2005, even if «there's no lack of uncertainty due to the conflicting outlooks for the global economy. However, encouraging signs are now being received from the market. While this figure not be overestimated, exports have grown by more than 16% in the first quarter.
The profitable participation of our business in Interpack, the number one fair for our field, has also been reassuring. There have been good contacts with representatives of the major users from all round the world and our talent for innovation has been generally confirmed».
So all's well, then?
The answer is a definite "no" because, as Caffarelli explains, «we too need to face a market situation that doesn't guarantee positive growth. Indeed, we are advancing thanks to the courage of the entrepreneurs, who continue to play their part. In particular, by adopting an aggressive business policy, but with a price to pay: the cost/price squeeze adopted by business (above all in the dollar area, where we've had to accept the need not to make our customers excessively for strong Euro). In 2004 our businesses have been able to increase their prices by just 0.6%, compared to the average 2% or more of Italian industry as a whole».
Results in China and other Asian Countries have proved disappointing, where Italians have had to compete with the local businesses due to their low level of technology. In the United States, which still continues to be the number one outlet market, Italian businesses have very much paid the effects of the strong Euro.
«But the most worrying factor - stresses Caffarelli - is that Germany, with whom we share the leadership in exports, has grown more than us in 2004». This is the scenario that packing machinery manufacturers have to face up to if they want to enjoy further growth. But upon what conditions? And in which Country System context? While mentioning some deficiencies and inadequacies (that especially affect businesses that, by tradition, create most of their turnover through exports), Caffarelli emphasises the measures needed for further improvement and progress, preferring to consider that «the glass is half full, because thanks to having operated well until now, we have a sound basis for our future efforts».
Boosted finances and an appeal «It's clear to all by now that businesses cannot and should not have to continue to have just short term bank loans are their only source of finance. Basel 2, with its parameters, is the first occasion worth seizing: an opportunity for banks and enterprises to work together to get a more accurate and professional analysis of a company's financial resources, so that it can rationalise the economic and financial dynamics of its activities, to focus more clearly on what is needed. However, in addition to this, it would be well that something similar to the measures in France is introduced in Italy, where the government has forced the insurance companies to dedicate a certain percentage of their investments to SMEs. The idea is that businesses, even small but sound ones, can be both predators and prey in the Risiko of the companies in the field. This is truly a marvellous innovations! We need a change in strategy, an incentive to stimulate reaction (something that's always been an Italian gift) and a means to get that increase in size we're always talking about. In other words, we need to go on the attack, we need to go to buy up our competitors abroad without waiting for them to buy us up, thanks to their bigger size or financial clout, while we still enjoy a position of world leadership».
Business dimensions: the reality The time's past for us to debate whether or not small is beautiful. «Small is what we have - says Caffarelli with pragmatism - and, starting from this incontrovertible fact, we've got to start a process of business aggregation to allow businesses to grow and so have the right tools to face up to and adapt to the new competitive challenges, coordinating the innovation process and optimising the cost of promotions, marketing and assistance. Ucima too will have to find the way to help businesses in this way». The wish is that this process of aggregation may be favoured by the introduction of opportune tax breaks to stimulate extraordinary deals between businesses. But any such aids will have to ensure that the entrepreneurs are properly committed to the idea of finding suitable opportunities for aggregation and not turn out to be a mere label for a generic idea of industrial policy.
Making system: a necessity and a "brand" - An increase in size can, in any case, be flanked by, and in some cases replaced by, the companies ability to promote themselves abroad as a homogenous and integrated system of products and services. Ucima, in particular, has only a few major companies, a large number of medium-sized concerns and loads of small businesses, but these have always managed to collaborate and achieve the many goals that the Association can boast today. We must exalt our ability to consider other entrepreneurs not only as competitors, but also as colleagues in order to create the image for those outside that the Italian world of the packaging (i.e. all its members) is synonymous of quality and excellence. Goal: to promote the entire supply chain of Italian packaging and not just each individual product. To create such a system is, in any case, an essential part of our business policy. For years our customers have been asking us to be problem solvers and not just simple suppliers of machinery. This obviously implies closer collaboration between the various companies involved in order to give customers the total solutions they ask for.
For this reason, the Ucima brand has been registered: a brand that cannot be copied and that stands for "an industrial world of excellence", the perfect tool for beat global competition.
How to sustain internationalisation To back the efforts made by business, it's essential that there's support from all in the system: Government, banks, institutions and embassies. Caffarelli expresses satisfaction with some actions by the banks and Sace, that have proved so important in the government strategy to support exports, giving a jolt his own activity after becoming a PLC: extended cover for a greater number of countries, greater efficiency and prompt action, thanks to ad hoc use of new tools (which have also seen the involvement of certain automatic machinery manufacturers). One such action has been the recent signing of a general collaboration agreement with Sace making it possible to receive greater support for the use by Ucima members of new financial products. Then there's a strong stress on having a more strategic and total vision of the promotions activities for internationalisation. «I'm critical about the huge number of limited local or regional initiatives, since their "pulverisation" has no future and the risk is that we waste the few resources available. Coordination of the international promotion cannot not be anything but at a national level.
In the more important new foreign markets (China especially), we ask that all the Italian institutions with a local presence act as coordinators to support the setting-up of new companies in the territory.
For example, there's the need for information on legal matters, standards and taxes to make it easier for businesses to make their choice. Thanks also to continuous pressing by Confindustria, things are beginning to move, but it's still far too little».
Human capital and innovation Overall, the segment is to the forefront in the activity of training and in support of the growth of young people, considered the true investment for the companys future. «At the end of 2004 71% of the employees in our sector were white collar workers. Because customer orientation, success factor or our concern, is not a mere slogan but the result of extensive work, that leads us to dedicate much attention to design, research, quality control, customer analysis».
Factors of excellence these, that cannot be separated from the strategic theme of innovation. «and how could things be different for a sector that ploughs between 3 and 7% of its turnover, depending on the company size, back into R&D ? But - Caffarelli protests - is it too much to ask our majority shareholder, the Italian State, to give up on a small part of its dividends, or that is taxes, to allow us to continue to improve on what we have done up to now on our own without asking anything from anyone? We have heard many a declarations of intent, we have seen few actual facts: among these the increase in the cost of patents, and we are baffled as to how this fits in with investment in innovation».
To guarantee ongoing technological innovation what is needed is a greater activity in applied research, this also «seen in terms of changes in models of organization and production, company governance, and commercial organization. It is in fact no longer enough to build the finest or the speediest machine, if we are not capable of introducing new features and different methods covering all the aspects of enterprise. But perhaps - the Ucima president states - it is in their approach to the market that the companies have to be most radically innovative. We need new methodologies to earn ourselves stable, set places on the most important markets, we need to act as a system to tackle the challenge of globalisation with all the strength of our production segment, that the whole world envies us. We have to think of innovative actions and marketing strategies that allow our concerns to be seen and taken for what they really are and not on the basis of labels attached to them on this or that pretext».
Words and facts on renewal Caffarelli appealed to the segments entrepreneurs, calling upon them «to revamp and renew their efforts, increase knowledge and knowhow and broaden their horizons. The world around us is evolving continuously and all to often we hardly bother to look beyond our own backyard. The time has come to decisively tackle the question of growth on the training front, that is following training courses offering entrepreneurial updating» and on this count we should remember the impending Ucima mission to China, organized with the intent of bringing Italian industrialists closer to that far off world, threatening for the very reason that we still know so little about it.
But the companies have to be placed in the best condition to perform their task: «That is to say, when we speak of administrative simplification we do not demand the impossible; but we simply express the wish for the convergence of fiscal and civic balances, we dont want to have to go crazy every time we need to understand the at times contradictory contents of the standards that regulate our activity, and we ask not to have to waste resources when running company cars or sending our personnel abroad
». We in fact ask Ucima to take on its responsibility, meaning do their utmost to competently and effectively support the demand for greater knowhow and the growth of the segment, Caffarelli concludes. «We are world leaders, we are a point of excellence of Italian industry, we are the best interpreters of the need for innovation of our industrial system.
We are ready to face the challenges and have no intention of backing down. If we have been able to do well in the past this means we can try and do even better in the future».
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