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Il Gene Mancante
The Missing Gene
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A Ipack-Ima, il Super Genetic Market® di Franco Angeloni - made in ItaliaImballaggio.
At Ipack-Ima, the Super Genetic Market® by Franco Angeloni - made in ItaliaImballaggio.
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Il sistema Italia nel mondo
The Italian system worldwide
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Nel 2005 la cosmetica italiana ha registrato un export al +6,5% e un fatturato globale al +2,7%. Lattività di Cosmexport.
In 2005 Italian cosmetics registered exports at +6.5% and an overall turnover at +2.7%. Cosmexports activity.
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Attrazioni fatali
Fatal attraction
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Maschili o femminili che siano, i profumi in lizza per il Premio Accademia evocano i lati più rotondi della sensualità.
Mens or womens as they might be, the perfumes competing for the Premio Accademia, evoke the roundest sides of sensuality.
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Un futuro meno incerto
A less uncertain future
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Ortofrutta: andamento 2005 e Macfrut.
Fruit and vegetable: 2005 trends and Macfrut.
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Ready to use
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BILANCI Sebbene landamento del settore ortofrutticolo nel 2005 (in particolare per lexport) sia incoraggiante, non si può trascurare né la diminuzione dei consumi italiani di frutta e ortaggi né il calo dei ricavi delle imprese agricole. Macfrut, a questo proposito, intende fornire prospettive e strategie utili per il comparto. Daniela Binario
Riconosciuto come uno degli appuntamenti fondamentali per lintera filiera ortofrutticola, Macfrut (Cesena, 4-6 maggio) affronta questanno tematiche di estrema attualità, offrendo una serie di suggerimenti per superare la crisi strutturale che interessa alcuni dei principali prodotti del made in Italy. Ecco, in anteprima, le riflessioni degli esperti che hanno animato, lo scorso 23 febbraio, lincontro stampa di presentazione della prossima edizione del Macfrut.
Come ha esordito nelloccasione Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera SpA «Lortofrutta italiana ha difficoltà a sostenere la competizione internazionale. A fronte di una mancata crescita dei consumi interni, lofferta complessiva tende ad aumentare a causa della globalizzazione. Ciò denuncia sia la fragilità organizzativa del comparto, sia lo scarso raccordo organico tra i vari segmenti della filiera. Occorre adottare un sistema di incentivi che diminuisca i passaggi burocratici, abbatta i costi di produzione (manodopera, energia, logistica) e riconquisti la fiducia dei consumatori con operazioni di trasparenza sui prezzi, che concentri lofferta e, soprattutto, coinvolga più soggetti in iniziative promozionali al fine di favorire il consumo attraverso una corretta comunicazione sui benefici dellassunzione di frutta e verdura, magari proponendo modi alternativi di consumo».
Unaltra questione scottante riguarda le certificazioni e i residui fitosanitari, argomenti su cui operatori e buyer della distribuzione organizzata si confronteranno a Macfrut il prossimo 5 maggio, in occasione del convegno Armonizzazione - Parola dordine dai presidi fitosanitari alle certificazioni di processo (vedi spalla).
Obiettivo dellincontro è la messa a punto di un Manifesto per larmonizzazione delle norme e delle procedure nel sistema ortofrutticolo europeo. Tema da non trascurare sia per la ripresa dei flussi di frutta e ortaggi dallItalia verso i mercati esteri, sia perché molti operatori si scontrano con normative che spesso bloccano o rallentano le nostre esportazioni.
Lenta ripresa - I segnali di una piccola ripresa del comparto ortofrutta ci sono, ma inducono a un cauto ottimismo. «Per il rilancio del settore - sostiene Gino Peviani, presidente ANEIOA - sarebbe auspicabile promuovere le nostre esportazioni, visto che il mercato italiano non riesce sempre ad assorbire le quantità prodotte».
Secondo le stime elaborate da ANEIOA, linterscambio dei prodotti ortofrutticoli nel 2005 (tabella 1) ha evidenziato unimpennata del saldo valutario, con un incremento del 61,4% rispetto al 2004. Buono landamento delle esportazioni, con una crescita del 9,1% in volume e del 15,3% in valore, mentre risultano in leggero calo le quantità importate (-3,7% rispetto al 2004) che però sono aumentate in valore del 6,2%.
Bio avanti tutta - Nel panorama ortofrutticolo internazionale, il biologico si è dimostrato un comparto vivace. «Il settore - come ha spiegato Lino Nori, presidente FederBio - ha ripreso ad evolvere positivamente. In Italia, le flessioni registrate nella GDO sono state infatti assorbite da canali diversi o da altri paesi».
LEuropa si conferma larea di maggior consumo, con circa 14 miliardi di Euro, pari al 49% del totale mondiale.
NellUnione Europea il biologico si estende per oltre 4 milioni di ettari, con lItalia leader nella produzione. Il volume di affari del bio italiano si aggira attorno ai 1.750 milioni di Euro.
Una cifra cresciuta grazie alla ristorazione collettiva (scuole, mense aziendali e catering) e ai ristoranti bio (anche agriturismi) e che evidenzia come il consumo non sia limitato al prodotto primario (frutta, verdura, farina ecc.), ma si indirizzi al trasformato (pasta, confetture
).
Basti pensare che, negli ultimi dieci anni, le mense scolastiche biologiche sono passate da 70 a 674. Per contro, rispetto al 2004, i consumi delle famiglie di prodotti bio sono diminuiti del 22,2% (da 27.000 a 21.000 t).
Regole certe per tutti - «Uno dei problemi che affligge il settore - ha sottolineato Pino Calcagni, presidente Freshfel - è la carenza, da parte europea, di norme chiare che stabiliscano il massimo residuo ammissibile di antiparassitari. Un esempio emblematico è il fatto che esistono 280 principi attivi non ancora armonizzati, per cui può succedere che la stessa partita di merce possa essere esportata in un paese e non ammessa in un altro. Questa situazione, oltre a favorire una serie di speculazioni, crea confusione nel consumatore che, da più fonti, riceve informazioni contradditorie».
Un altro aspetto cruciale riguarda le certificazioni. Come deve comportarsi unimpresa che intenda immettere un prodotto al consumo? «Se non risulta in regola con le tante certificazioni richieste (di sistema, per mercati diversi o per categorie di prodotto), è difficile che unazienda possa competere in un mercato globale. E, naturalmente, per le realtà più piccole le difficoltà aumentano, in quanto esse non riescono a sostenere il costo delle certificazioni.
Produttori ed esponenti della distribuzione - commenta Calcagni - devono avere il coraggio di affermare che una mela con un ospite non gradito non rappresenta uno scandalo ed educare, di conseguenza, il consumatore.
In Inghilterra, invece, può ancora accadere che a causa di un vermetto si respinga unintera partita da 100 t».
La sicurezza del valore aggiunto
Come affrontare quindi la competizione sempre più agguerrita?
«LItalia - fa notare Roberto Della Casa, Università di Bologna - non potendo intervenire sui costi (manodopera in primis), deve puntare sulla differenziazione. Inoltre, per garantire il successo dei prodotti nostrani, deve porre l'attenzione su due elementi.
Il primo riguarda la sicurezza: è necessario attivarsi sul fronte delle certificazioni e delle garanzie di processo e di prodotto (lItalia è stata la prima a sviluppare la Produzione Integrata e non ha ancora giocato al meglio questa carta).
Il secondo interessa la qualità: gli italiani non cercano solo la convenienza, ma hanno anche bisogno di percepire la qualità di un prodotto, intesa come valore aggiunto.
A questo proposito, la praticità, seguita dal sapore - ha ribadito il docente di marketing dei prodotti agroalimentari - è uno dei fattori maggiormente apprezzati dai consumatori (basti pensare agli articoli di IV gamma che, anche nei momenti di maggior tensione sui prezzi, non subiscono flessioni). La ricerca deve quindi concentrarsi sullinnovazione, per offrire prodotti più pratici, più buoni e più puliti».
Le prossime sfide
A livello mondiale, il comparto vive molte preoccupazioni, generate dallarmonizzazione dei massimi residui ammissibili alle molteplici certificazioni richieste, dalla sovrapproduzione alle tensioni sui prezzi.
Per non parlare di alcune proposte (dalletichettatura dellortofrutta fresca allobbligo del compratore di denunciare eventuali reclami qualitativi allautorità competente) che - come ha spiegato Pino Calcagni - non fanno altro che creare confusione a più livelli, mentre il consumatore ha bisogno di essere tranquillizzato.
E in unEuropa passata da 18 a 25 paesi, dove il 65% dei prodotti è di provenienza non europea, possiamo solo augurarci che il sistema ortofrutticolo italiano giochi le carte migliori, scommettendo sulle potenzialità, e quindi sulla qualità della produzione nazionale, e che il consumatore non si lasci impressionare da un insetto trovato tra le foglie di una lattuga o da una mela non perfetta (segno che i trattamenti non sono aggressivi).
Permettetemi, infine, unosservazione del tutto personale. Forse occorre riflettere anche sul perché siano calati i consumi: solo per un fattore economico o per la presenza di varietà non nostrane che non incontrano il gusto e le preferenze degli italiani, visto che essi dimostrano di apprezzare la qualità dei prodotti malgrado il prezzo incida maggiormente sulla spesa?
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Fruit and vegetables A less uncertain future
BALANCES - Although the trend of the fruit and vegetable sector in 2005 (especially exports) is encouraging, we cannot ignore the drop in Italian consumption of fruit and vegetables or the fall in profits of farming businesses. In this regard Macfrut intends to provide useful prospects and strategies for the sector. Daniela Binario
Recognised to be one of the most important events on the calendar for the whole of the fruit and vegetable industry, Macfrut (Cesena 4th-6th May) this year deals with topical themes and offers a series of suggestions for weathering the structural crisis involving some of the principal products made in Italy. Here is a sneak preview of the opinions of the experts who, on the 23rd of February, enlivened the press conference held to present the coming edition of Macfrut. As Domenico Scarpellini, President of Cesena Fiera SpA explained The Italian fruit and vegetable industry is finding it hard to sustain international competition. Against zero growth in the domestic market, the overall offer is tending to increase as a result of globalisation. This is a sign of both the fragile organisation of the sector and the weakness of the organic link between various segments of production. We need to adopt a system of incentives to decrease the number of bureaucratic procedures, lower production costs (labour, energy, logistics) and win back consumer confidence with price transparency operations to channel the offer and, above all, we should use more talking-points in promotional initiatives with the aim of encouraging consumption by means of proper advertising on the benefits of eating fruit and vegetables, perhaps suggesting alternative ways of consumption.
A further burning issue regards certification and phytosanitary residues, issues which will be debated by organised distribution operators and buyers at Macfrut on the 5th of May at the conference Harmonize - Watchword from phytosanitary products to process certification (see supporting piece).
The aim of the conference is to fine-tune a Manifesto for harmonising regulations and procedures in the European fruit and vegetable industry.
A topic which cannot be ignored considering there has been an upsurge in the flow of fruit and vegetables from Italy towards overseas markets and that many operators run into regulations which often block or slow our exports.
Slow recovery - There are signs of a slight recovery in the fruit and vegetable sector but optimism is cautious. To revive the sector - says Gino Peviani, president of ANEIOA - we should promote our exports, since the Italian market does not always manage to absorb the quantities produced.
According to figures elaborated by ANEIOA, the trade of fruit and vegetable products in 2005 (table 1) showed a surge in the currency balance, with an increase of 61.4% compared with 2004. Indeed the export trend was positive, with a growth of 9.1% in volume and 15.3% in value, while there was a slight drop in the volume of imports (-3.7% compared with 2004) which however increased in value by 6.2%.
Organic first and foremost - On an international level organic produce appears to be thriving. This sector - explained Lino Nori, president of FederBio - has begun to do well again. In Italy the downswings reported by the largescale retail trade have in fact been absorbed by different channels or other countries.
Europe is once more shown to be the area which consumes the most, approximately 14 billion Euro, equivalent to 49% of the global total. In the European Union over 4 million hectares is given over to organic products and Italy is the leading producer. The volume of business of Italian organic produce is approximately 1,750 million Euro.
A figure which has grown thanks to industrial catering (schools, company canteens and so on) and organic restaurants (farm restaurants too) and which highlights how consumption is not limited to the primary product (fruit, vegetables, flour, etc.) but also involves converted products (pasta, jams..).
It is sufficient to reflect that the number of organic school canteens has grown from 70 to 674 in the last ten years. On the other hand family consumption of organic products has fallen by 22.2% (from 27,000 to 21,000 tons) compared with 2004.
Clear rules for everybody - "One of the problems which afflicts the sector - underlined Pino Calcagni Freshfel President - is the lack, in Europe, of clear regulations which establish the maximum admissible residue of parasiticides. This is illustrated by the fact that there are 280 active ingredients which havent yet been standardised, so that it may well be that the same consignment of goods is exported to one country and not to another. As well as rousing a series of speculations, this situation causes confusion for consumers who receive contradictory information from different sources". A further crucial aspect regards certifications. How should a company that intends to introduce a consumer product behave?
If it does not comply with the numerous requisites (for different markets or product categories) it is difficult for a company to be able to compete in a global market. And naturally the difficulties are greater for smaller firms as they are unable to afford the cost of certifications. Producers and people in the trade - says Calcagni - must have the courage to say that an apple with an unwelcome guest isnt a scandal and educate the consumer accordingly. In the U.K however, it may still happen that a whole 100 ton consignment may be sent back because of one tiny worm".
The safety of added value
How can we fight increasingly aggressive competition?
Italy - Roberto Della Casa, University of Bologna, points out - cannot do anything in terms of cutting costs (the cost of labour aboveall) and so must target differentiation. Moreover, in order to guarantee the success of our products we must concentrate on two factors.
The first concerns safety. We must act on the issue of certifications and process and product guarantees (Italy was the first country to develop Integrated Production but failed to exploit it as much as they might have done).
The second involves quality. Italians do not just look for good value but also need to perceive the quality of a product, or its added value. As far as this is concerned, practicality, followed by flavour - says the professor of the marketing of fruit and vegetable produce - is one of the factors most appreciated by consumers (just think of 4th range articles which, even when prices are at their highest, continue to sell well). Research must therefore concentrate on innovation in order to offer more practical, tastier and cleaner products".
Future challenges
On a global level the sector is experiencing many problems, from the harmonisation of maximum admissible residues to the infinitude of required certifications, from overproduction to price tensions. Not to mention a few schemes (from labeling fresh fruit and vegetables to the buyers obligation to take eventual complaints regarding quality to the authorities) which - as Pino Calcagni explained - only create confusion on different levels, while the consumer needs reassurance.
And in a Europe which has expanded from 18 to 25 countries, where 65% of products come from outside Europe, we can only hope that the Italian fruit and vegetable industry plays its cards right, gambling on its potentiality, and therefore on the quality of Italian production, and that consumers are not shocked by an insect found on a lettuce leaf or an imperfect apple (signs that the treatment is not aggressive). Allow me finally to make a personal observation. Perhaps we should reflect on why consumption has fallen. Is it merely down to economic factors or is it due to the presence of overseas varieties which do not appeal to the tastes and preferences of Italians, seeing as they clearly show they appreciate quality despite having to pay more for it?
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Appuntamento a Cesena
In calendario da giovedì 4 a sabato 6 maggio, la 23a edizione di Macfrut (mostra internazionale di impianti, tecnologie e servizi per la produzione, condizionamento, commercializzazione e trasporto degli ortofrutticoli), organizzata da Cesena Fiera SpA, ospiterà circa 700 espositori su oltre 30.000 m2. Nel 2005 la fiera ha attirato oltre 30.000 visitatori, dei quali 7.500 stranieri provenienti da 70 Paesi. Questanno si terranno oltre 250 incontri bilaterali fra espositori italiani ed esponenti delle delegazioni estere accreditate, in base alle esigenze degli interlocutori.
Questo risultato è stato ottenuto grazie al progetto dellAssessorato alle Attività produttive della Regione Emilia Romagna, ICE, Camere di Commercio Forlì-Cesena e Cesena Fiera che porteranno a Macfrut delegazioni ufficiali (operatori del settore e rappresentanti di Associazioni ed Enti) da vari Paesi.
In contemporanea si svolgono il 17° Agro Bio Frut (Salone delle nuove tecnologie e delle sementi), l11° Salone delle Produzioni Biologiche Mediterranee (dedicati entrambi all'ortofrutta biologica) e il 17° Trans World (Salone del Trasporto Agroalimentare).
Gli incontri di Macfrut
La manifestazione rappresenta anche un importante momento di aggiornamento, che questanno inizia un giorno prima dellapertura.
3 maggio - La valorizzazione della produzione italiana attraverso la comunicazione della qualità e della sicurezza (Bayer);
4 maggio - Un giusto prezzo per i prodotti ortofrutticoli quale ruolo per i mercati allingrosso (AGRI 2000);
- Il consumo dei prodotti Biologici in Europa: risultati di unindagine (UB in collaborazione con Cesena Fiera);
5 maggio - Armonizzazione - Parola dordine dai presidi fitosanitari alle certificazioni di processo. Si tratta di convegno di elevato profilo internazionale che vedrà la presenza di tutta la filiera ortofrutticola europea: dalla Distribuzione Moderna al mondo della cooperazione europea (Copa-Cogeca), a quello delle Regioni ortofrutticole dellUnione Europea (Areflh) e i privati (Freshfel);
- Frutta e salute: gli effetti benefici sui consumatori (Areflh - Regione Emilia Romagna);
- Presentazione dei dati 2005 dellOsservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane (redatto da IHA Italia per Cesena Fiera);
- Prevenire con prontezza le crisi di mercato - Tecniche, tattiche e strategie per garantire interventi concreti ed immediati (UNAPROA e rivista "Ortofrutta Italiana", del Sole24Ore-Edagricole);
6 maggio - Ricerca in (orto)frutticoltura: una difficile congiuntura. Nuove strategie, campi applicativi, collaborazioni interprofessionali e internazionali (Università degli studi di Bologna);
- Frutta facile: quali soluzioni per aumentare la facilità duso (e quindi il consumo) della frutta? (Centuria RIT). |
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Appointment in Cesena
On from Thursday the 4th to Saturday the 6th of May, the 23rd edition of Macfrut (international Expo of plants, technologies and services for the production, conditioning, commercialisation and transport of fruit and vegetables), organised by Cesena Fiera SpA, will host approximately 700 exhibitors in an area measuring over 30,000 m2. In 2005 the Expo attracted over 30,000 visitors, of which 7,500 were overseas visitors from 70 different countries. This year there will be over 250 bilateral meetings between Italian exhibitors and exponents of accredited overseas delegations, on the basis of the needs of interlocutors. These results have been achieved thanks to the project of the Local Government Department for Manufacturing Activity of the Emilia Romagna Region, ICE, Forlì-Cesena Chamber of Commerce and Cesena Fiere which will bring official delegations (sector operators and representatives of Associations and Organisations) from various countries to Macfrut.
The 17th Agro Bio Frut (Expo of new technologies and seeds), the 11th Expo of Mediterranean Organic Production (both dedicated to organic fruit and vegetables) and the 17th Trans World (Expo of Agriculture and Food transport) will be held on the same dates.
Macfrut conferences
The Expo also hosts conferences which this year begin a day before the show opens.
3rd of May - The valorisation of Italian production by means of communicating quality and safety (Bayer);
4th of May - A correct price for fruit and vegetable produce as a role for wholesale markets (AGRI 2000);
-The consumption of organic produce in Europe: results of a survey (UB in tandem with Cesena Fiera);
5th of May - Harmonisation - A watchword, from the defence of phytosanitary products to process certifications This conference has a high international profile and will involve the presence of the entire European fruit and vegetable industry: from Modern Distribution to the world of European co-operation (Copa-Cogeca), to that of Fruit and Vegetable Regions of the European Union (Areflh) and private companies (Freshfel);
- Fruit and health: the benefits for consumers (Areflh-Regione Emilia Romagna);
- Presentation of the 2005 figures of the Observatory of fruit and vegetable consumption in Italian families (edited by IHA Italia for Cesena Fiera);
- Promptly preventing market crises-Techniques, tactics and strategies for guaranteeing concrete and immediate intervention (UNAPROA and magazine Ortofrutta Italiana by Sole24Ore-Edagricole);
6th of May - Research in Fruit and Vegetable farming: a difficult economic situation. New strategies, fields of application, inter-professional and international partnerships (University of Bologna);
- Easy Fruit: what solutions for increasing ease of use (and therefore consumption) of fruit? (Centuria RIT).
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Frutta in compagnia
Made in Blu - società consortile che raggruppa grandi imprese cooperative e importanti gruppi privati del settore ortofrutticolo allo scopo di conquistare nuovi spazi per i prodotti italiani di qualità sul mercato internazionale - si trasforma in Compagnia Italiana della Frutta. Lannuncio è stato dato lo scorso febbraio, a Roma, nel corso di un incontro stampa a cui hanno partecipato Gianni Alemanno (Ministro delle Politiche Agricole), Renzo Piraccini (Presidente di Mediterranean Fruit Company) e Gianni Amidei (Presidente di Made in Blu).
La formula societaria è innovativa: una società di capitali nella quale ogni impresa, mantenendo la propria identità, accetta di gestire una parte del proprio business commerciale insieme agli altri partners.
Con questa scelta, Made in Blu intende affrontare la sfida del mercato globale con strumenti nuovi: migliorare la competitività grazie allaggregazione e allinternazionalizzazione delle imprese del settore per rilanciare lexport.
Le tappe di un percorso
Dicembre 2002 - Nasce Mediterranean Fruit Company (MFC), gruppo di 16 imprese operanti nella produzione, commercializzazione, vendita di materiali e tecnologie, nonché servizi per la filiera ortofrutticola che mira allinternazionalizzazione nel bacino del Mediterraneo.
Dicembre 2003 - Per organizzare una strategia di marca, i soci produttori di MFC promuovono Made in Blu, offrendo linee di alta qualità per la frutta italiana nel mercato globale. I consumatori hanno dimostrato di apprezzare questa linea, molto curata anche dal punto di vista del confezionamento. Basti pensare che in Germania alcune catene, come Edeka e Lidl, hanno incluso nel loro assortimento i prodotti Made in Blu, nonostante lorganizzazione di vendita sia stata strutturata per una rete di esclusivisti nei principali mercati ortofrutticoli, europei ed extra-europei. Ciò dimostra come anche il canale discount, caratterizzato da merce di primo prezzo, rappresenti uno strumento utile per valorizzare i prodotti di qualità.
Febbraio 2006 - Made in Blu Srl si trasforma in Compagnia Italiana della Frutta. Questa tappa (aumento del capitale sociale a 1 milione di Euro, rafforzamento delle strategie commerciali e di marketing, registrazione di un nuovo marchio commerciale) mira a consolidare le attività nei mercati europei e a svilupparle in Canada, Stati Uniti e Russia.
Accanto al marchio Made in Blu, che rimane per prodotti di alta qualità, è stato creato il marchio Fruitaly per prodotti di qualità standard.
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Fruit in company
Made in Blu - a consortium merging large co-operatives and private companies in the fruit and vegetable sector with the purpose of finding new outlets for quality Italian products in the international market - is now Compagnia italiana della frutta. The announcement was made last February in Rome, during a press conference at which Gianni Alemanno (Minister for Agriculture), Renzo Piraccini (President of the Mediterranean Fruit Company) and Gianni Amidei (President of Made in Blu) were present.
The company structure is innovative, consisting of a corporation in which every business, maintaining its own identity, agrees to manage a part of its own commercial business together with other partners.
By making this choice Made in Blu intends to deal with the challenge of the global market with new means: improving competitiveness thanks to the aggregation and internalisation of businesses in this sector in order to revive exports.
The steps
December 2002 - Mediterranean Fruit Company (MFC) is created as a group of 16 businesses operating in the production, commercialisation and sale of materials and technologies as well as services for the fruit and vegetable industry which aims at internationalisation in the Mediterranean basin.
December 2003 - To organise a brand strategy, producers and members of MFC promote Made in Blu, offering high quality lines of Italian fruit in the global market. Consumers have shown they like this and the packaging. Suffice it to say that in Germany some chains such as Edeka and Lidl have included Made in Blu products in their assortment, despite their sales organisation being structured for a network of exclusive dealers in the principal European and non-European fruit and vegetable markets. This shows how the discount channel, characterised by low priced goods is also an useful instrument for valorising quality products.
February 2006 - Made in Blu Srl becomes Compagnia Italiana della Frutta. This step (increase in the value of its stock to 1 million euro, reinforcement of commercial and marketing strategies and registration of a new commercial trademark) aims to consolidate activities in European markets and develop them in Canada, the United States and Russia. The trademark Fruitaly for standard quality products has also been created next to the Made in Blu trademark, which remains for high quality products.
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