I colori dei sogni
The colors of dreams

Accademia del Profumo: i venti finalisti, pack per pack
Accademia del Profumo: the twenty finalists, pack per pack
Trasparenti energie
Transparent energy
Vetro: un workshop, un convegno e un premio con degustazione finale, per rinnovare l’immagine “pubblica” di questo materiale
Glass: a workshop, a meeting and an award with final tasting to renew the "public" image of this material
Vino, Vetro e Design
Wine, Glass and Design
I progetti, “figli” del workshop sponsorizzato da SGVetri e Unione Produttori Vini Albesi presso lo IED di Milano. I premiati, e altro
The projects, “offspring” of the workshop sponsored by SGVetri and the Union of Alba Wine Producers at the IED in Milan. The award winners and much more
Ideas & Trends
Oscar dell’imballaggio 2005 nominations









BOTTIGLIE ED ETICHETTE Entusiasmo e competenze, intuizione e realismo: questo c’è alla base dei progetti, “figli” del workshop sponsorizzato da SGVetri e Unione Produttori Vini Albesi presso lo IED di Milano. I premiati, e altro. Sonia Pedrazzini

All’Istituto Europeo di Design di Milano si è svolto, nel 2004, il primo master in Packaging Design. Tra i progetti di ricerca dedicati allo sviluppo di nuovi imballaggi, vi è stato quello organizzato in collaborazione con Saint Gobain Vetri, Unione Produttori Vini Albesi e con la consulenza di Marketing & Training. L’intento era di far progettare agli studenti due bottiglie e un’etichetta. In particolare bisognava ideare un restyling innovativo della classica bottiglia Albeisa (utilizzata da più di trent’anni dai produttori della zona di Alba e simbolo della loro tradizione) da utilizzare come completamento gamma per prodotti di particolare pregio; creare una bottiglia per il barolo chinato, il prezioso vino derivante dal barolo ed arricchito con uno speciale infuso di aromi, per dare una maggiore identità al prodotto attraverso il packaging.
Infine, si doveva disegnare un’etichetta per una serie limitata di bottiglie offerte dall’Istituto del Vetro di Altare (ISVAV) in occasione della festa di San Martino svoltasi lo scorso 14 novembre, presso la nuova sede del Museo del Vetro nella magnifica Villa Rosa. Gli studenti, sotto la guida del docente e designer Luca Cendali, si sono messi alacremente al lavoro e i risultati, tra la soddisfazione di tutti, non si sono fatti attendere. Dopo un’accurata selezione, i tre migliori progetti sono stati premiati e, in vista di una reale produzione, brevettati. Va tuttavia sottolineato che, considerata l’alta qualità delle idee e delle proposte, non è stata impresa facile decidere a chi assegnare la palma d’oro di vincitore.

• “Come una ruga sul viso di un uomo”, così la nuova bottiglia di albeisa di Luca Aragone, vincitore del primo premio, reca su un lato la traccia di un segno, un’incisione sul vetro simbolo della tradizione vissuta e della caratterizzazione del tempo.
Una bottiglia che sintetizza poesia, storia e tecnica; una forma non contemporanea, ma che va quasi oltre il tempo, nuova ma non estrema, rigorosa eppure armoniosa.
La parola “albeisa”, stampata a rilievo, possiede un lettering che alterna linee spigolose e morbide e riflette la duplice funzione della bottiglia che deve contenere sia vini forti e corposi che delicati.
Anche l’etichetta proposta da Luca ha qualcosa di magico e poetico. È l’evanescente immagine di Villa Rosa che si staglia su uno sfondo trasparente e sembra non appartenere direttamente alla bottiglia ma solo riflettersi su di essa, con un particolare gioco di riverberi.

• Yuji Oda, giapponese, ha vinto la selezione dei progetti per la nuova bottiglia di barolo chinato.
Per la forma, ha tratto ispirazione dalla goccia, da lui considerata “simbolo di un divenire da qualcosa”, “flusso di energia dinamica ancora conchiusa, momento di concentrazione prima di un dispiegamento”.
La giuria è rimasta molto colpita dal concept e ha interpretato la goccia come una stilla di sangue proveniente dalla madre Albeisa, legame evidente tra barolo e barolo chinato, apprezzando particolarmente la forma e il colore del contenitore.
Ma lo spirito richiama la carnalità, e come proposta per la bottiglia di albeisa Yuji, ha al contempo pensato di creare Madame Albeisa: personificazione di una dama, elegante, nobile, originale; una forma femminile, dunque, carattarizzata dal collo e dall’immagine di un decollté, come quelli di una volta, discreti ma sensuali.

• La designer vincitrice per l’etichetta è una studentessa peruviana, Yesenia Rivera Abbiati. La sua proposta - un angelo stilizzato che sta soffiando una goccia di vetro fuso - è piaciuta alla giuria per la freschezza e l’immediatezza comunicativa, per la scelta cromatica e perché ha saputo coniugare efficacemente l’angelo, simbolo della fiera di San Martino (festa durante la quale, anticamente, si accendevano i forni, e avevano inizio le attività vetrarie) e la produzione del vetro simboleggiata dalla goccia incandescente.

• Come già detto, anche gli altri progetti sono stati valutati molto positivamente. Ogni proposta era ricca di spunti e di idee innovative. La ricerca di Sharon Loys Hassan è partita dall’analisi del gusto del barolo: rotondo, di gran frutto maturo, armonico, pieno, caldo, asciutto, robusto. La sua idea è stata quindi quella di ricreare un’anticipazione del sapore attraverso l’uso della forma e del colore del vetro. La sua bottiglia è di un vetro dalla colorazione particolarmente rossa, tondeggiante e armonica, caratterizzata da curve ampie e da un collo leggermente più corto.
La bottiglia di Giulia Drumbl nasce dall’esigenza di dare maggiore ergonomia alla classica albeisa, senza stravolgere completamente la linea attuale ma valorizzandola e conferendole maggiore riconoscibilità. Anticipando idealmente l’atto della mescita, si assottiglia al centro, facilitando la presa della mano. Per il barolo chinato, Giulia esaspera alcuni dettagli, allunga il collo del contenitore e rende più ampio e tondo il corpo; infine impreziosisce la bottiglia con una scritta a caratteri d’oro, che si stagliano luminosi sul fondo scuro; anche l’imboccatura è d’oro, come a sottolineare la preziosità del liquido che ne sgorga.
Laura Rautaheimo, designer specializzata in grafica, ha proposto due etichette particolarmente poetiche e di grande efficacia espressiva. La prima rappresenta un paio di ali (quelle degli angeli che nella tradizione accendevano il forno delle vetrerie durante la festa di San Martino e che vegliavano e proteggevano il lavoro dei maestri) astratte e vibranti a tal punto da dare l’impressione di un delicato battito tridimensionale. La seconda, è la sintesi di una goccia, di una macchia di colore, di un fiore: il rosso del vino, il vetro fuso, la passione dei mastri vetrai, la rosa che richiama “Villa Rosa”, e che si staglia potente sul fondo scuro della bottiglia.
Per il barolo chinato, Karina Rojas Cuellar, ha creato un oggetto piuttosto estremo, composto di forme contrastanti - curvo da un lato piatto dall’altro - si ispira al flacone farmaceutico di antica fattura, a collo stretto e con una bocca semicircolare che ricorda i tappi delle essenze, ma l’effetto è qualcosa di completamente nuovo e inatteso.
Anche Gabriel Zangari ha esasperato la forma del chinato e la creato una bottiglia irregolare, organica, come un sasso modellato dalle onde di una spiaggia e quasi in movimento. La bottiglia è suggellata con un sigillo rosso, segno di preziosità e di sapore d’antico.
Infine, la bottiglia di barolo chinato di Antigone Acconci, ispirata completamente alla tradizione eppure formalmente molto contemporanea: «Il barolo chinato... è un amaro, un digestivo, un aperitivo, un vino?
È un po’ tutto questo, ma in realtà è un vino aromatico, cioè una sapiente miscela di vino barolo e spezie scelte in infusione...» spiega Antigone. «… è un vino che si trasforma e si caratterizza traendo la sua personalità dalla corteccia di china, dalle bacche di coriandolo, dall'anice stellato, dalla radice di genziana.
La mia bottiglia vuole suggellare questo incontro: il vino da una parte e le spezie dall'altra, quindi la bottiglia è la più classica delle bottiglie da vino, la bordolese, forte e riconoscibile, ma la sua pelle è in rilievo come una corteccia, è rugosa come una radice, è da toccare per massimizzare il piacere della degustazione stimolando prima il tatto che l'olfatto e il gusto coinvolgendo in un'esperienza a 360 gradi.
Questo effetto si concretizza con l'apposizione di scritte a rilievo "barolo chinato" che solcano tutta la superficie della bottiglia in verticale...».

Forse, queste ultime battute, sono quelle che meglio possono riassumere il senso di tutto il progetto, e cioè l’evocazione, attraverso il design, di un’avventura molto particolare della storia dell’uomo, impegnato a trasformare gli elementi, giocando con l’energia della Natura, per creare il nuovo: dal fuoco il vetro, dal sole e dalla terra l’uva e poi il vino… e il vino in prodotto di cultura.

Sonia Pedrazzini
Designer e coordinatrice 2004 del Master in Packaging presso IED.
Direttore editoriale, insieme a Marco Senaldi, della rivista Impackt, Edizioni Dativo Srl
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The projects
Wine, Glass and Design


BOTTLES AND LABELS Enthusiasm and expertise, intuition and realism: this is at the base of the projects, “offspring” of the workshop sponsored by SGVetri and the Union of Alba Wine Producers at the IED in Milan.
The award winners and much more. Sonia Pedrazzini

The first master in Packaging Design took place at the European Design Institute (IED) in Milan in 2004. Among the research projects dedicated to the development of new packaging, was one organised jointly by Saint Gobain Vetri and the Union of Alba Wine Producers, with advice from Marketing & Training. The idea behind the project was to get the students to design two bottles and one label. More specifically, they had to come up with an innovative restyling for the classic Albeisa bottle (used these past thirty years or so by the producers from the Alba area and a symbol of their tradition) to be used to complete the prestigious product range. The second task, to create a bottle for Barolo Chinato, the precious wine based on Barolo and enriched with a special infusion of aromas in order to give the product a stronger identity through its packaging. The third, to design a label for a limited edition of bottles from the Altare Institute of Glass (ISVAV) to mark the Feast of San Martino held on 14th November at the new seat of the Museum of Glass in the stupendous Villa Rosa.
The students, guided by the teacher and designer Luca Cendali, got to work immediately and the results (to the satisfaction of all) weren't long in coming.
After careful selection, the three best projects received awards and even patented in view of actual production. It should, however, be stressed that it was no easy decision as to who should received the title of winner due to the high quality of the ideas and proposals.

• “Like a line on the face of a man,” the new Albeisa bottle by Luca Aragone, winner of the first award, has the trace of a sign on one side, a cut in the glass to symbolise past tradition and character gained over time. A bottle that's a mix of poetry, history and technique; not a contemporary shape, but almost beyond time, new yet not extreme, hard yet harmonious.
The word “albeisa” is moulded in relief using lettering that's an alternation of sharp and soft lines and reflects the dual function of the bottle: to contain both strong, full-bodied wines and delicate ones. Also the label proposed by Luca has something magical and poetical about it. An evanescent image of Villa Rosa that stands out from a clear background and seems not to belong to the bottle directly, but is a reflection on the bottle with a clever play of reflections.

• Yuji Oda, from Japan, won the category for the new bottle for Barolo Chinato. He took his inspiration for the shape from a droplet, which he considers to be a “symbol of becoming something”, “a still contained flow of dynamic energy, the moment of concentration before its pouring out”. The jury was particularly struck by the concept and interpreted the droplet as a drop of blood coming from the mother Albeisa, an evident link between Barolo and Barolo Chinato, and especially appreciated the shape and color of the container.
But the spirit is attracted by carnality, and so in his proposal for the Albeisa bottle, Yuji also thought to create Madame Albeisa: the personification of an elegant, noble and original dame; a feminine form, therefore, characterised by the neck and the image of a low neck-line, like those of days past: discrete yet sensual.

• The winning designer of the label is a student from Peru, Yesenia Rivera Abbiati. The jury liked her proposal - a stylised angel blowing a bead of molten glass - for its freshness and immediate communication value, plus the choice of color and her ability to combine the angel - the symbol of the San Martino fair (during which, in old times, the furnaces were lit and glassworks started doing business again) - with the production of glass symbolised by the incandescent droplet.

• As we've already said, all the other projects were also well received. Each proposal was full of new ideas and food for thought.
Sharon Loys Hassan's research started with the analysis of the taste Barolo: round, of rich mature fruit, harmonious, full-bodied, warm, dry and robust. The idea was to recreate the anticipation of this taste through the use of the shape and color of the glass. The bottle is made from glass with a special red shade and has a round and harmonious shape, characterised by large curves and a slightly shortened neck.
Giulia Drumbl's bottle is due to the need to get a better ergonomic design for the classic Albeisa, but without upsetting the current line, by enhancing it and making it easier to recognise.
Anticipating the idea of the act of pouring the wine, the bottle is thinner in the middle, for a better grip. Giulia has exaggerated certain details for Barolo Chinato: the neck is longer and the body wider and rounder.
Finally, the bottle has been decorated with lettering in gold characters, standing out brightly from the dark background.
The mouth, too, is golden, as if to underline the preciousness of the liquid flowing from it.
Laura Rautaheimo, a designer specialising in graphics, proposed two especially poetical labels with great expressive effect. The first represents a pair of wings (of the angels that according to tradition light the furnaces during the feast of San Martino and which stand watch over and protect the work of the masters). Abstract, vibrant wings that give one the impression of a delicate 3D beat. The second design is the synthesis of a droplet, a spot of color and a flower: the red of the wine, the molten glass, the passion of the master glassblowers, the rose of “Villa Rosa”, standing out strongly on the dark background of the bottle.
For the Barolo Chinato, Karina Rojas Cuellar created a somewhat extreme item composed of contrasting shapes - curved on one side, flat on the other - having been inspired by the old pharmaceutical bottle with its narrow neck and semi-circular mouth, reminiscent of perfume bottles, but the effect is entirely new and unexpected.
Also Gabriel Zangari exaggerated the shape of the Chinato bottle and created an irregularly shaped, organic bottle, like a stone shaped by the waves on a beach, that almost moves.
The bottle is corked with a red seal, the sign of preciousness and antique tastes.
Finally, the Barolo Chinato bottle by Antigone Acconci is entirely inspired by the tradition, though very contemporary in shape: "Is Barolo Chinato... a bitter, an after-meal wine, an aperitif, a wine? It's a bit of everything, but in reality it's an aromatic wine, a clever mix of Barolo wine and choice infused spices..." explains Antigone. "… it's a wine that transforms itself and gains character from the cinchona bark, the coriander seeds, star aniseed and gentian root. My bottle wants to seal this encounter: wine on the one hand and spices on the other, so the bottle is the most classic of all wine bottles - Bordeaux, strong and easily recognised, but it's skin is in relief like bark and rough like a root. To be touched to maximise the pleasure of tasting the wine, stimulating first the sense of touch, then those of taste and smell, creating a complete experience. This effect is strengthened by the "Barolo Chinato" in relief running vertically across the surface of the bottle..."
Perhaps, these words are those that best sum up the sense of the project, i.e. the evocation through design of a very special adventure in the history of man, in his efforts to transform the elements, playing with the energy of Mother Nature, to create something new: from fire, glass; from the sun and earth, the grape and then wine; … and wine into a product of culture.

Sonia Pedrazzini
Designer and 2004 co-ordinator of the Master in Packaging c/o the IED.
Editorial director, with Marco Senaldi, of Impackt, Edizioni Dativo Srl.

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