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I colori dei sogni
The colors of dreams
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Accademia del Profumo: i venti finalisti, pack per pack
Accademia del Profumo: the twenty finalists, pack per pack
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Trasparenti energie
Transparent energy
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Vetro: un workshop, un convegno e un premio con degustazione finale, per rinnovare limmagine pubblica di questo materiale
Glass: a workshop, a meeting and an award with final tasting to renew the "public" image of this material
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Vino, Vetro e Design
Wine, Glass and Design
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I progetti, figli del workshop sponsorizzato da SGVetri e Unione Produttori Vini Albesi presso lo IED di Milano. I premiati, e altro
The projects, offspring of the workshop sponsored by SGVetri and the Union of Alba Wine Producers at the IED in Milan. The award winners and much more
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Ideas & Trends
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Oscar dellimballaggio 2005 nominations
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VETRO Un workshop, un convegno e un premio con degustazione finale, per rinnovare limmagine pubblica di un materiale che deve giocare bene i propri atouts per essere protagonista nellimballaggio dei beni di consumo. Al centro della scena, un binomio praticamente perfetto: vino e vetro. A cura della Redazione
Quando Accademia e Industria si incontrano, trovando un terreno comune di confronto e di scambio culturale, i buoni risultati in termini di idee non tardano. Gli esempi in questo senso (per fortuna) non mancano. In particolare, ci riferiamo a quanto è avvenuto il 22 ottobre scorso, presso la sede milanese dellIstituto Europeo di Design-IED. Con il convegno Vetro, Vino, Design e con la premiazione di tre giovani designer si concludeva infatti degnamente un intenso percorso di ricerca sul packaging vetrario. Un percorso di analisi progettuale, ma dai forti richiami pratici, che ha coinvolto, in veste di sponsor, un produttore di imballaggi del calibro di Saint Gobain Vetri e un utilizzatore attento alla tradizione e alla qualità come lUnione Produttori Vini Albesi.
Nonché, ovviamente, i giovani progettisti dello IED, che hanno ripensato la tradizionale bottiglia Albeisa, un contenitore per il Barolo Chinato e unetichetta celebrativa per una serie limitata di bottiglie.
Crocevia di idee
Il convegno Vetro, Vino, Design ha offerto loccasione per fare il punto sul packaging vetrario in Italia e per confrontare la realtà del vetro con il mondo del design, con le esigenze delle enoteche e con le richieste dei consumatori.
Chiarificatori gli interventi (coordinati da Stefano Lavorini, direttore di ItaliaImballaggio). Dopo lintroduzione di Aldo Colonetti, direttore scientifico dellistituto, sui corsi di studio dello IED e, in particolare, sul workshop in Packaging Vetrario, il designer Roger Botti di Future Brand Gio Rossi e Associati ha illustrato alcuni esempi di nuove soluzioni di imballaggio di vetro. E ha invitato le vetrerie a lavorare con energia sulle forme e a cercare nuove funzioni per il contenitore di vetro, rompendo, se necessario, gli schemi.
Roberto Calibri, direttore commerciale di Saint Gobain Vetri, ha quindi illustrato le attività di ricerca in cui attualmente la società è impegnata: dalle indagini motivazionali sulle scelte dei consumatori in termini di packaging, alla ricerca di sinergie con il mondo della produzione alimentare e con gli esponenti della grande distribuzione, fino agli approfondimenti in merito alla sicurezza alimentare. Dalla sua relazione sono anche emerse alcune caratteristiche del nuovo consumatore, molto attento a ecologia e salute, meno incline di un tempo a fidarsi ciecamente della marca e delle pubblicità televisive e che vorrebbe informazioni provenienti da fonti sicure sui prodotti alimentari e il loro packaging.
Gigliola Bozzi Gaviglio, presidente di Vinarius, ha sottolineato come, per le enoteche, continui a essere importante sia il design innovativo di bottiglie destinate ad alcuni tipi di prodotti che hanno lesigenza di suscitare curiosità, sia ladesione a schemi più classici in fatto di confezionamento, in particolare per prodotti di prestigio e tradizione.
Anna Bartolini, membro per lItalia del Consiglio Consumatori UE, ribadendo lunicità del vetro, come materiale in grado di tutelare sicurezza e salute del consumatore, ha ricordato la consistente e storica attività dellindustria vetraria in termini di recupero e di riutilizzo del rottame.
Ha quindi consigliato ai produttori di vetro di istituire campagne di informazione rivolte ai consumatori a livello europeo e mondiale, unattività di comunicazione che riesca magari a coniugare attività e prodotti industriali allarte. Complimenti anche per i progetti messi a punto dagli studenti dello IED che, superando le tradizionali forme cilindriche, si sono cimentati con angoli, spigoli, strozzature, a tutto vantaggio di una presa più ergonomica (pensando quindi ai consumatori, anche anziani).
Dopo la teoria, un premio
Concluso il giro di tavolo, Maria Grazia Malatesta (marketing di Saint Gobain Vetri) ha presentato concept e attività svolte in seno al Workshop in Packaging Vetrario organizzato dallo IED, sostenuto dalla stessa SGVetri e dallUnione Produttori Vini Albesi.
Ma ha anzitutto espresso soddisfazione per questo primo esperimento, che ha visto la piena collaborazione tra il produttore di packaging, lutilizzatore del contenitore e gli ideatori del design, sfociato addirittura nella brevettazione dei progetti premiati.
I giovani progettisti dello IED hanno lavorato su tre direttrici: - il restyling della tradizionale bottiglia Albeisa, utilizzata dai produttori di vino della zona di Alba da oltre trentanni, simbolo della tradizione e dellimpegno di quel territorio;
- la creazione di un contenitore per il Barolo Chinato, che sottolineasse le caratteristiche di prodotto di alta qualità, derivante dal barolo e arricchito da una paziente attività di aromatizzazione;
- la realizzazione di unetichetta per lISVAV - Istituto del Vetro di Altare (SV), a celebrare la Festa di San Martino, con cui anticamente aveva inizio lattività vetraria, e Villa Rosa (nuova sede del Museo del Vetro di Altare). Etichetta da apporre su una serie limitata di bottiglie, distribuita durante la festa di San Martino ad Altare svoltasi il 14 novembre.
Lattività di briefing ai giovani designer si è svolta in parte allo IED, con informazioni sui vini del Piemonte, sui contenitori di vetro utilizzati per confezionarli, su storie di successo di packaging in vetro, sul riciclo e sullevoluzione nei confronti di packaging alternativi.
La formazione si è invece svolta sul campo, visitando lAlbese per raccogliere le esigenze dei produttori della zona, e visitando lo stabilimento di Dego di Saint Gobain Vetri, dove i designer hanno ricevuto informazioni sulla progettazione e sulla produzione dei contenitori, potendo verificare da vicino il processo produttivo vetrario.
Dopo lattività di formazione/informazione, i ragazzi hanno potuto esprimere la propria creatività, realizzando i progetti di packaging e di etichette di altissimo valore artistico (rimandiamo, a questo proposito, allarticolo di Sonia Pedrazzini, che descrive i progetti vincenti e coglie lo spirito del lavoro di ricerca).
Grande e sentita lemozione, alla consegna dei premi, subito stemperata da una raffinata degustazione di vini, offerti dallUnione Produttori Vini Albesi.
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Design Transparent energy
GLASS - A workshop, a meeting and an award with final tasting to renew the "public" image of a material that needs to play all its cards right to be a prominent part of the packaging of consumables. Centre stage, the perfect combination - wine and glass. By the editorial staff
When Academics and Industrialists meet, on a common ground for comparison of ideas and cultural exchanges, good results in terms of ideas are sure to follow. There are plenty of examples of this (thank goodness).
More specifically, we wish to mention the event last 22nd October in the Milan seat of the European Design Institute (IED). The Glass, Wine, Design conference and the awarding of three young designers formed the perfect end to an intense period of research into glass packaging.
This consisted of design analysis, though with great practical applications, involving a leading glass producer - Saint Gobain Vetri - as sponsor and a user with an eye to tradition and quality - the Union of Alba Wine Producers.
As well as, of course, the young designers at the IED, who were charged with restyling the traditional Albeisa bottle, a new container for Barolo Chinato and a celebratory label for a limited edition of bottles.
A crossroads of ideas
The Glass, Wine, Design meeting also offered the chance to discover the latest in glass packaging in Italy and to compare the glass sector with the world of design, in view of the needs of wine merchants and consumer demands.
The speeches were most clarifying (co-ordinated by Stefano Lavorini, Director of ItaliaImballaggio). After an introduction by the Scientific Director of the Institute, Aldo Colonetti, on the courses at the IED and, especially, the Glass Packaging workshop, the designer Roger Botti of Future Brand Gio Rossi e Associati illustrated a few examples of new solutions in the field of glass packaging.
And he invited the glassworks to work energetically on shape and to find new functions for glass containers, even if that means breaking with the past.
Roberto Calibri, Sales Director at Saint Gobain Vetri, then illustrated the research activities currently being carried out by the company: from surveys motivated by consumer choice in terms of packaging, to the search for synergy with the food industry and exponents of broadscale distribution, even in-depth looks at food safety.
Some of the characteristics of the "new" consumer emerged from his speech: very aware of ecology and health issues, less inclined than in the past to trust the brand and TV advertising blindly and wanting to be informed by "safe" sources about the food products and their packaging.
Gigliola Bozzi Gaviglio, President of Vinarius, stressed the continuing importance of the innovative design of bottles for certain types of product that need to arouse curiosity and the use of more classic forms of packing (especially for prestigious, traditional products).
Anna Bartolini, Italian member of the EU Consumers Council, stressed the unique nature of glass as a material capable of protecting consumer health and safety.
She reminded those present of the considerable, "historical" business of the glass industry in terms of scrap glass recovery and reuse. She also advised glass producers to start consumer information campaigns on a European and global level: communication that may wed industrial activities and products to art.
Compliments also for the projects developed by the students of the IED who went beyond the conventional cylindrical forms and used corners, angles and throttled parts to get a more ergonomic grip (thus thinking of the consumer, including the aged).
After the theory, the awards
Once the speeches finished, Maria Grazia Malatesta (Marketing at Saint Gobain Vetri) presented the concept and activities of the Glass Packaging Workshop organised by the IED, sponsored by SGVetri and the Union of Alba Wine producers. But she also and especially expressed her satisfaction with this, the first experiment involving full collaboration between the producer of the packaging, the user of the container and the people behind the design, which has even ended in the patenting of the winning designs.
The young IED designers worked on three briefs:
- restyling for the classic Albeisa bottle (used these past thirty years or so by the producers from the Alba area) to be a symbol of the tradition and efforts of the land;
- the creation of a bottle for Barolo Chinato, to stress its top quality thanks to the Barolo which is then enriched with patient infusion of aromas;
- to design a label for the Altare (SV) Institute of Glass (ISVAV) to mark the Feast of San Martino (the traditional start of the glass industry year) held on 14th November and Villa Rosa (the new seat of the Museum of Glass in Altare). The label was to be used for a limited edition of bottles during the Feast of San Martino in Altare.
The young designers were briefed by the IED with information on Piedmont wines, the glass containers used to pack these, success stories of glass packaging, recycling and developments in the face of alternative packaging.
Training was "in the field", with visits to the Alba area to understand the needs of the local producers and to Saint Gobain Vetri's Dego plant where the designers obtained information on the design and production of the containers, being able to see the glass production process with their own eyes.
After this training/information, the designers were free to use their creativity and came up with some packaging and label designs of exceptional high artistic value (see the article by Sonia Pedrazzini, describing the winning designs and illustrating the spirit of the research).
The award ceremony was full of great emotions, which were quickly calmed by some refined wine tasting, offered by the Union of Alba Wine Producers.
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BOTTIGLIE ED ETICHETTE Entusiasmo e competenze, intuizione e realismo: questo cè alla base dei progetti, figli del workshop sponsorizzato da SGVetri e Unione Produttori Vini Albesi presso lo IED di Milano. I premiati, e altro. Sonia Pedrazzini
AllIstituto Europeo di Design di Milano si è svolto, nel 2004, il primo master in Packaging Design. Tra i progetti di ricerca dedicati allo sviluppo di nuovi imballaggi, vi è stato quello organizzato in collaborazione con Saint Gobain Vetri, Unione Produttori Vini Albesi e con la consulenza di Marketing & Training. Lintento era di far progettare agli studenti due bottiglie e unetichetta. In particolare bisognava ideare un restyling innovativo della classica bottiglia Albeisa (utilizzata da più di trentanni dai produttori della zona di Alba e simbolo della loro tradizione) da utilizzare come completamento gamma per prodotti di particolare pregio; creare una bottiglia per il barolo chinato, il prezioso vino derivante dal barolo ed arricchito con uno speciale infuso di aromi, per dare una maggiore identità al prodotto attraverso il packaging.
Infine, si doveva disegnare unetichetta per una serie limitata di bottiglie offerte dallIstituto del Vetro di Altare (ISVAV) in occasione della festa di San Martino svoltasi lo scorso 14 novembre, presso la nuova sede del Museo del Vetro nella magnifica Villa Rosa. Gli studenti, sotto la guida del docente e designer Luca Cendali, si sono messi alacremente al lavoro e i risultati, tra la soddisfazione di tutti, non si sono fatti attendere. Dopo unaccurata selezione, i tre migliori progetti sono stati premiati e, in vista di una reale produzione, brevettati. Va tuttavia sottolineato che, considerata lalta qualità delle idee e delle proposte, non è stata impresa facile decidere a chi assegnare la palma doro di vincitore.
Come una ruga sul viso di un uomo, così la nuova bottiglia di albeisa di Luca Aragone, vincitore del primo premio, reca su un lato la traccia di un segno, unincisione sul vetro simbolo della tradizione vissuta e della caratterizzazione del tempo.
Una bottiglia che sintetizza poesia, storia e tecnica; una forma non contemporanea, ma che va quasi oltre il tempo, nuova ma non estrema, rigorosa eppure armoniosa.
La parola albeisa, stampata a rilievo, possiede un lettering che alterna linee spigolose e morbide e riflette la duplice funzione della bottiglia che deve contenere sia vini forti e corposi che delicati.
Anche letichetta proposta da Luca ha qualcosa di magico e poetico. È levanescente immagine di Villa Rosa che si staglia su uno sfondo trasparente e sembra non appartenere direttamente alla bottiglia ma solo riflettersi su di essa, con un particolare gioco di riverberi.
Yuji Oda, giapponese, ha vinto la selezione dei progetti per la nuova bottiglia di barolo chinato.
Per la forma, ha tratto ispirazione dalla goccia, da lui considerata simbolo di un divenire da qualcosa, flusso di energia dinamica ancora conchiusa, momento di concentrazione prima di un dispiegamento.
La giuria è rimasta molto colpita dal concept e ha interpretato la goccia come una stilla di sangue proveniente dalla madre Albeisa, legame evidente tra barolo e barolo chinato, apprezzando particolarmente la forma e il colore del contenitore.
Ma lo spirito richiama la carnalità, e come proposta per la bottiglia di albeisa Yuji, ha al contempo pensato di creare Madame Albeisa: personificazione di una dama, elegante, nobile, originale; una forma femminile, dunque, carattarizzata dal collo e dallimmagine di un decollté, come quelli di una volta, discreti ma sensuali.
La designer vincitrice per letichetta è una studentessa peruviana, Yesenia Rivera Abbiati. La sua proposta - un angelo stilizzato che sta soffiando una goccia di vetro fuso - è piaciuta alla giuria per la freschezza e limmediatezza comunicativa, per la scelta cromatica e perché ha saputo coniugare efficacemente langelo, simbolo della fiera di San Martino (festa durante la quale, anticamente, si accendevano i forni, e avevano inizio le attività vetrarie) e la produzione del vetro simboleggiata dalla goccia incandescente.
Come già detto, anche gli altri progetti sono stati valutati molto positivamente. Ogni proposta era ricca di spunti e di idee innovative. La ricerca di Sharon Loys Hassan è partita dallanalisi del gusto del barolo: rotondo, di gran frutto maturo, armonico, pieno, caldo, asciutto, robusto. La sua idea è stata quindi quella di ricreare unanticipazione del sapore attraverso luso della forma e del colore del vetro. La sua bottiglia è di un vetro dalla colorazione particolarmente rossa, tondeggiante e armonica, caratterizzata da curve ampie e da un collo leggermente più corto.
La bottiglia di Giulia Drumbl nasce dallesigenza di dare maggiore ergonomia alla classica albeisa, senza stravolgere completamente la linea attuale ma valorizzandola e conferendole maggiore riconoscibilità. Anticipando idealmente latto della mescita, si assottiglia al centro, facilitando la presa della mano. Per il barolo chinato, Giulia esaspera alcuni dettagli, allunga il collo del contenitore e rende più ampio e tondo il corpo; infine impreziosisce la bottiglia con una scritta a caratteri doro, che si stagliano luminosi sul fondo scuro; anche limboccatura è doro, come a sottolineare la preziosità del liquido che ne sgorga.
Laura Rautaheimo, designer specializzata in grafica, ha proposto due etichette particolarmente poetiche e di grande efficacia espressiva. La prima rappresenta un paio di ali (quelle degli angeli che nella tradizione accendevano il forno delle vetrerie durante la festa di San Martino e che vegliavano e proteggevano il lavoro dei maestri) astratte e vibranti a tal punto da dare limpressione di un delicato battito tridimensionale. La seconda, è la sintesi di una goccia, di una macchia di colore, di un fiore: il rosso del vino, il vetro fuso, la passione dei mastri vetrai, la rosa che richiama Villa Rosa, e che si staglia potente sul fondo scuro della bottiglia.
Per il barolo chinato, Karina Rojas Cuellar, ha creato un oggetto piuttosto estremo, composto di forme contrastanti - curvo da un lato piatto dallaltro - si ispira al flacone farmaceutico di antica fattura, a collo stretto e con una bocca semicircolare che ricorda i tappi delle essenze, ma leffetto è qualcosa di completamente nuovo e inatteso.
Anche Gabriel Zangari ha esasperato la forma del chinato e la creato una bottiglia irregolare, organica, come un sasso modellato dalle onde di una spiaggia e quasi in movimento. La bottiglia è suggellata con un sigillo rosso, segno di preziosità e di sapore dantico.
Infine, la bottiglia di barolo chinato di Antigone Acconci, ispirata completamente alla tradizione eppure formalmente molto contemporanea: «Il barolo chinato... è un amaro, un digestivo, un aperitivo, un vino?
È un po tutto questo, ma in realtà è un vino aromatico, cioè una sapiente miscela di vino barolo e spezie scelte in infusione...» spiega Antigone. «
è un vino che si trasforma e si caratterizza traendo la sua personalità dalla corteccia di china, dalle bacche di coriandolo, dall'anice stellato, dalla radice di genziana.
La mia bottiglia vuole suggellare questo incontro: il vino da una parte e le spezie dall'altra, quindi la bottiglia è la più classica delle bottiglie da vino, la bordolese, forte e riconoscibile, ma la sua pelle è in rilievo come una corteccia, è rugosa come una radice, è da toccare per massimizzare il piacere della degustazione stimolando prima il tatto che l'olfatto e il gusto coinvolgendo in un'esperienza a 360 gradi.
Questo effetto si concretizza con l'apposizione di scritte a rilievo "barolo chinato" che solcano tutta la superficie della bottiglia in verticale...».
Forse, queste ultime battute, sono quelle che meglio possono riassumere il senso di tutto il progetto, e cioè levocazione, attraverso il design, di unavventura molto particolare della storia delluomo, impegnato a trasformare gli elementi, giocando con lenergia della Natura, per creare il nuovo: dal fuoco il vetro, dal sole e dalla terra luva e poi il vino
e il vino in prodotto di cultura.
Sonia Pedrazzini
Designer e coordinatrice 2004 del Master in Packaging presso IED.
Direttore editoriale, insieme a Marco Senaldi, della rivista Impackt, Edizioni Dativo Srl.
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The projects
Wine, Glass and Design
BOTTLES AND LABELS Enthusiasm and expertise, intuition and realism: this is at the base of the projects, offspring of the workshop sponsored by SGVetri and the Union of Alba Wine Producers at the IED in Milan.
The award winners and much more. Sonia Pedrazzini
The first master in Packaging Design took place at the European Design Institute (IED) in Milan in 2004. Among the research projects dedicated to the development of new packaging, was one organised jointly by Saint Gobain Vetri and the Union of Alba Wine Producers, with advice from Marketing & Training. The idea behind the project was to get the students to design two bottles and one label. More specifically, they had to come up with an innovative restyling for the classic Albeisa bottle (used these past thirty years or so by the producers from the Alba area and a symbol of their tradition) to be used to complete the prestigious product range. The second task, to create a bottle for Barolo Chinato, the precious wine based on Barolo and enriched with a special infusion of aromas in order to give the product a stronger identity through its packaging. The third, to design a label for a limited edition of bottles from the Altare Institute of Glass (ISVAV) to mark the Feast of San Martino held on 14th November at the new seat of the Museum of Glass in the stupendous Villa Rosa.
The students, guided by the teacher and designer Luca Cendali, got to work immediately and the results (to the satisfaction of all) weren't long in coming.
After careful selection, the three best projects received awards and even patented in view of actual production. It should, however, be stressed that it was no easy decision as to who should received the title of winner due to the high quality of the ideas and proposals.
Like a line on the face of a man, the new Albeisa bottle by Luca Aragone, winner of the first award, has the trace of a sign on one side, a cut in the glass to symbolise past tradition and character gained over time. A bottle that's a mix of poetry, history and technique; not a contemporary shape, but almost beyond time, new yet not extreme, hard yet harmonious.
The word albeisa is moulded in relief using lettering that's an alternation of sharp and soft lines and reflects the dual function of the bottle: to contain both strong, full-bodied wines and delicate ones. Also the label proposed by Luca has something magical and poetical about it. An evanescent image of Villa Rosa that stands out from a clear background and seems not to belong to the bottle directly, but is a reflection on the bottle with a clever play of reflections.
Yuji Oda, from Japan, won the category for the new bottle for Barolo Chinato. He took his inspiration for the shape from a droplet, which he considers to be a symbol of becoming something, a still contained flow of dynamic energy, the moment of concentration before its pouring out. The jury was particularly struck by the concept and interpreted the droplet as a drop of blood coming from the mother Albeisa, an evident link between Barolo and Barolo Chinato, and especially appreciated the shape and color of the container.
But the spirit is attracted by carnality, and so in his proposal for the Albeisa bottle, Yuji also thought to create Madame Albeisa: the personification of an elegant, noble and original dame; a feminine form, therefore, characterised by the neck and the image of a low neck-line, like those of days past: discrete yet sensual.
The winning designer of the label is a student from Peru, Yesenia Rivera Abbiati. The jury liked her proposal - a stylised angel blowing a bead of molten glass - for its freshness and immediate communication value, plus the choice of color and her ability to combine the angel - the symbol of the San Martino fair (during which, in old times, the furnaces were lit and glassworks started doing business again) - with the production of glass symbolised by the incandescent droplet.
As we've already said, all the other projects were also well received. Each proposal was full of new ideas and food for thought.
Sharon Loys Hassan's research started with the analysis of the taste Barolo: round, of rich mature fruit, harmonious, full-bodied, warm, dry and robust. The idea was to recreate the anticipation of this taste through the use of the shape and color of the glass. The bottle is made from glass with a special red shade and has a round and harmonious shape, characterised by large curves and a slightly shortened neck.
Giulia Drumbl's bottle is due to the need to get a better ergonomic design for the classic Albeisa, but without upsetting the current line, by enhancing it and making it easier to recognise.
Anticipating the idea of the act of pouring the wine, the bottle is thinner in the middle, for a better grip. Giulia has exaggerated certain details for Barolo Chinato: the neck is longer and the body wider and rounder.
Finally, the bottle has been decorated with lettering in gold characters, standing out brightly from the dark background.
The mouth, too, is golden, as if to underline the preciousness of the liquid flowing from it.
Laura Rautaheimo, a designer specialising in graphics, proposed two especially poetical labels with great expressive effect. The first represents a pair of wings (of the angels that according to tradition light the furnaces during the feast of San Martino and which stand watch over and protect the work of the masters). Abstract, vibrant wings that give one the impression of a delicate 3D beat. The second design is the synthesis of a droplet, a spot of color and a flower: the red of the wine, the molten glass, the passion of the master glassblowers, the rose of Villa Rosa, standing out strongly on the dark background of the bottle.
For the Barolo Chinato, Karina Rojas Cuellar created a somewhat extreme item composed of contrasting shapes - curved on one side, flat on the other - having been inspired by the old pharmaceutical bottle with its narrow neck and semi-circular mouth, reminiscent of perfume bottles, but the effect is entirely new and unexpected.
Also Gabriel Zangari exaggerated the shape of the Chinato bottle and created an irregularly shaped, organic bottle, like a stone shaped by the waves on a beach, that almost moves.
The bottle is corked with a red seal, the sign of preciousness and antique tastes.
Finally, the Barolo Chinato bottle by Antigone Acconci is entirely inspired by the tradition, though very contemporary in shape: "Is Barolo Chinato... a bitter, an after-meal wine, an aperitif, a wine? It's a bit of everything, but in reality it's an aromatic wine, a clever mix of Barolo wine and choice infused spices..." explains Antigone. "
it's a wine that transforms itself and gains character from the cinchona bark, the coriander seeds, star aniseed and gentian root. My bottle wants to seal this encounter: wine on the one hand and spices on the other, so the bottle is the most classic of all wine bottles - Bordeaux, strong and easily recognised, but it's skin is in relief like bark and rough like a root. To be touched to maximise the pleasure of tasting the wine, stimulating first the sense of touch, then those of taste and smell, creating a complete experience. This effect is strengthened by the "Barolo Chinato" in relief running vertically across the surface of the bottle..."
Perhaps, these words are those that best sum up the sense of the project, i.e. the evocation through design of a very special adventure in the history of man, in his efforts to transform the elements, playing with the energy of Mother Nature, to create something new: from fire, glass; from the sun and earth, the grape and then wine;
and wine into a product of culture.
Sonia Pedrazzini
Designer and 2004 co-ordinator of the Master in Packaging c/o the IED.
Editorial director, with Marco Senaldi, of Impackt, Edizioni Dativo Srl.
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