L’industria cosmetica italiana tra sfide interne e scenario macroeconomico

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Dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Cosmetica Italia emergono le risposte del comparto all’aumento dei costi e alla scarsità di materie prime, ma anche ai richiami della digitalizzazione e del ricambio generazionale.

Difficoltà di approvvigionamento, costi di materie prime ed energia e situazione mondiale dominata dalla questione Ucraina sono criticità che frenano l’andamento dell’economia mondiale. All’interno di un simile contesto, l’industria cosmetica italiana - ha sottolineato il webinar “Congiuntura, trend e mercati del settore cosmetico” di Cosmetica Italia - si conferma resiliente e flessibile e cerca di assorbire i rincari senza scaricare a valle gli effetti sui prezzi, con conseguente riduzione delle marginalità.

Tra le contromisure più adottate ci sono la revisione dei processi produttivi per il contenimento dei consumi e delle politiche di approvvigionamento con la ricerca di nuovi fornitori, meglio se locali per una filiera corta. Una caratteristica già propria di una parte almeno del settore cosmetico, se è vero che in Lombardia le distanze medie di fornitura sono di molto inferiori a quelle del sistema moda.

Un’altra strada percorsa dalle aziende è il potenziamento dei magazzini, sia per materie prime e semilavorati ma soprattutto per i prodotti finiti.

Da capire - secondo Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo - se si tratta di una situazione temporanea, in risposta alle circostanze attuali, o se diverrà permanente.

 

Clima di guerra

Anche sul settore cosmetico pesa naturalmente la crisi Russia-Ucraina, i cui effetti concreti si possono solo ipotizzare sulla base di dati precedenti.

Considerando il periodo 2010-2020, lo storico delle esportazioni cosmetiche italiane in Russia e Ucraina parla di un valore medio annuale pari a 154,4 milioni di euro (circa il 3% sul totale export), con un tasso di crescita media annuale delle esportazioni dell’1,5%.

La crisi in Crimea del 2014 ha però causato una riduzione del valore annuale a 136,8 milioni di euro, con una contrazione delle esportazioni del 14,1%. L’andamento negativo (-8,8%) si è confermato anche nell’ultimo biennio 2020-2021, con un valore medio di 143,8 milioni di euro.

L’analisi congiunturale sottolinea comunque che, al momento, le difficoltà del mercato interno sono slegate dalle tensioni belliche, poiché già in essere da parecchi mesi. D’altra parte, il conflitto non aiuterà la ripresa dell’interscambio.

Le sfide interne

Le aziende del settore riconoscono nella digitalizzazione la principale priorità. Essa può rappresentare il punto di incontro tra conoscenza della clientela e innovazione ed è ormai un passo obbligato visto il peso assunto dell’e-commerce come canale distributivo.

Seguono nella classifica delle priorità la formazione/capitale umano e la voce ricerca e sviluppo, in cui il comparto ha continuato a investire nonostante le difficoltà, mantenendo così elevati standard di offerta.

Giovanni Foresti ricorda anche che nel settore cosmetico l’età media del capo azienda e dei componenti del board sta aumentando (dai 51 anni del 2015 ai 56 del 2021) e sono sempre di più le realtà in cui tutte queste figure hanno più di 65 anni:

Il passaggio generazionale è una necessità ma al tempo stesso un’occasione: può portare nuova spinta propositiva ai player del settore.

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