Reazioni e commenti al primo via libera del Parlamento UE sul PPWR

Una raccolta "in progress" delle dichiarazioni espresse dalle associazioni di filiera all'indomani del voto del 22 novembre scorso del Parlamento Europeo in seduta plenaria.

Dopo l’approvazione delle modifiche al Regolamento Packaging - PPWR - del 22 novembre 2023 da parte del Parlamento Europeo, continua la diffusione di commenti e punti di vista dei gruppi di interesse, associazioni di stakeholder e soggetti a vario titolo coinvolti dagli esiti della votazione che ha complessivamente ridimensionato gli aspetti più ortodossi e contestati della proposta della Commissione, in particolare trovando un punto di equilibrio tra riciclo e riuso.  
Nel dettaglio, sono passate: l'esenzione dai divieti stabiliti dal testo sulla base del life-cycle assessment e raccolta differenziata: l’esenzione per i divieti "Horeca" sulla base della raccolta differenziata, ricordando che l'Italia produce gran parte dei bicchieri e materiali riciclabili; la definizione di packaging composito, di riciclo di alta qualità e di riciclabilità, evitando così stop produttivi a tutta una serie di tipologie di prodotto. 

Partiamo con le posizioni istituzionali di Europen, l’associazione che rappresenta la filiera internazionale del packaging nel continente, di recente intervistata da ItaliaImballaggio con un intervento di Francesca Siciliano Stevens della Segreteria Generale . L’associazione riconosce la volontà del Parlamento di mitigare gli effetti distorsivi del Mercato Unico rappresentati da alcune misure fortemente ideologiche e non fondate su percorsi di misurazione scientifica e oggettiva dell’impatto del packaging nell’auspicato percorso verso una transizione tecnologica net-zero.  
Una posizione rafforzata dalla stessa Stevens che dichiara:

«Il Parlamento ha eliminato alcuni vincoli arbitrari in termini di messa al bando e riuso, che non rappresenta una soluzione scientifica al problema della riduzione dei rifiuti e delle emissioni. Restano numerosi vincoli che condizionano la catena del valore e mettono a rischio il Mercato Unico a causa di una frammentazione che va risolta con ulteriori sforzi».  
Le riflessioni di Francesca Siciliano Stevens sono online sul profilo Linkedin di Europen

Tornando in Italia, tra i paesi più attivi nell’affermare la necessità di codificare un metodo scientifico di misurazione dell’impatto del packaging rispetto ad approcci sensazionalistici al green deal, molto netta la posizione di UCIMA, l’Unione dei Costruttori di Macchine per il Confezionamento e l’Imballaggio, che con il presidente, Riccardo Cavanna, dichiara:

«Il voto di mercoledì del Parlamento europeo sul nuovo regolamento imballaggi va nella direzione auspicata. Ha prevalso il buon senso. Restiamo però in attesa dei prossimi step, perché il percorso non è ancora finito» e prosegue «Ora è il momento dell’attesa. Seguiranno altri passaggi istituzionali decisivi, a partire dal trilogo e dal Consiglio che si riunisce il 18 dicembre. La battaglia parlamentare non è ancora finita. Registriamo sicuramente dei punti a favore; ora speriamo che il buon senso, la ragionevolezza e un approccio basato su dati scientifici restino prevalenti come accaduto negli ultimi giorni. Ucima è sempre stata in prima linea nella difesa dell’italian way, un modello che ci ha fatto diventare leader per la nostra capacità di riciclare i rifiuti. Abbiamo lavorato strenuamente nell’ultimo anno, insieme a Confindustria e alle altre associazioni di categoria della filiera. Abbiamo presentato a Roma le istanze del comparto a diversi parlamentari delle varie commissioni coinvolte dagli effetti del regolamento. Insieme a Europen abbiamo organizzato con Bruxelles alcuni incontri mirati con europarlamentari di tutti gli schieramenti. In questo modo - conclude il Presidente di Ucima - abbiamo dimostrato come Paese di saper fare gioco di squadra, e questi sono i risultati. Continueremo a lavorare insieme per difendere un sistema che porta vantaggi dal punto di vista sia ambientale che economico».

È poi la volta di Giflex, Gruppo Imballaggio Flessibile, tra i primi a esporre un punto di vista attraverso la dichiarazione congiunta con FPE, Flexible Packaging Europe da parte del presidente Alberto Palaveri:

«Giflex, insieme a Flexible Packaging Europe (FPE), ha lavorato intensamente in questi mesi per la tutela del nostro settore e i risultati si vedono. Siamo contenti dei miglioramenti che ci sono stati al testo approvato dal Parlamento europeo, come l’esenzione al riuso per gli imballaggi flessibili da trasporto a contatto con gli alimenti. Tuttavia, permangono delle criticità sui gradi di riciclabilità e sulle clausole di salvaguardia relative al contenuto riciclato, a cui lavoreremo nei prossimi step legislativi, in sede di Consiglio e successivamente di Trilogo. Continua lo sforzo del team Giflex per la tutela e la sostenibilità del settore».
Un approfondimento con la riflessione completa è online sul sito di FPE.

È poi la volta dell’Associazione Italiana Scatolofici (CIS), che delega al presidente Andrea Mecarozzi il commento sulla posizione dei principali produttori di imballaggi in cartone ondulato a livello nazionale. 

«Le modifiche approvate ieri a Strasburgo, con un ampio consenso, rappresentano un passo significativo verso la ricerca di un equilibrio tra riciclo e riuso, un tema cruciale per il settore degli imballaggi in cartone. È rassicurante notare che il divieto dei contenitori monouso per i prodotti alimentari sia stato scongiurato, prendendo in considerazione la sostenibilità di tali imballaggi e la loro sicurezza alimentare, tutelata da severe normative. Esprimiamo grande apprezzamento per il lavoro fatto dalle Istituzioni italiane su questo tema e per la loro capacità di ascolto di tutti gli attori della filiera della carta e cartone, che come noi si sono attivati in questi mesi per portare un contributo fattivo a una bozza di Regolamento che avrebbe fortemente impattato su un comparto che opera da sempre ad alti livelli di sostenibilità e circolarità. Continueremo a collaborare attivamente per promuovere pratiche sostenibili nel settore degli imballaggi, contribuendo così al benessere dell'ambiente e della nostra comunità».

Dall’Italia, torniamo nuovamente in Europa con il punto di vista della European Bioplastics (EUBP), che focalizza la propria attività sulla valorizzazione delle bioplastiche come strumento per raggiungere obiettivi di riciclaggio sempre maggiori e riunisce stakeholder industriali coinvolti nell’intera filiera produttiva della bioplastica. L’associazione accoglie con favore l’approccio più moderato assunto dal Parlamento, pur esprimendo delusione per il ruolo attribuito alle bioplastiche nel processo di riduzione delle emissioni. È quanto sottolinea Roberto Ferrigno, a capo degli affari europei di EUBP che ha dichiarato:

«Il voto di oggi può essere visto come un primo passo per consentire all'UE di raggiungere, entro il 2030, l'obiettivo di generare almeno il 20% del carbonio utilizzato nei prodotti chimici e nelle materie plastiche da fonti non fossili. Un obiettivo non ancora pienamente raggiungibile, specialmente ora che il Parlamento ha deciso di non sostenere il ruolo delle plastiche biobased nel raggiungimento degli obiettivi di contenuto riciclato. Riteniamo infatti che le plastiche biobased possano e potranno contribuire alla transizione verso un'economia circolare, immagazzinando e riutilizzando l'anidride carbonica».
Gli fa eco il direttore generale Hasso von Pogrell che ha affermato: «EUBP invita i colegislatori dell'UE a progettare e adottare un regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio che consenta l'ulteriore sviluppo di tecnologie di produzione di polimeri biobased a zero emissioni, come fattori abilitanti per la trasformazione del Green Deal europeo».

Dall’industria delle bioplastiche a quella del cartone ondulato, con le considerazioni di FEFCO - European Corrugated Packaging Association -che supporta gli obiettivi della Commissione sulla riduzione dell’impatto ambientale del packaging e dei rifiuti rafforzando il funzionamento del mercato interno contenuti nella revisione del PPWR e saluta con favore il voto avvenuto in Parlamento. Secondo FEFCO infatti il voto ha definito la strada per un packaging sempre più sostenibile mantenendo il sistema di gestione dei rifiuti esistenti e rafforzando la competitività dei business europei. L’invito va ora al Consiglio, perché mantenga lo stesso orientamento, per garantire che la versione finale del PPWR mantenga un approccio complementare tra riciclo e riuso capace di garantire la competitività armonizzando il mercato interno. Il cartone ondulato è uno degli imballaggi più riciclati in Europa, con un tasso di riciclaggio superiore al 90% e un contenuto medio di riciclato dell'89% proveniente da una fonte rinnovabile. Concetti rafforzati da Eleni Despotou, Direttore Generale della FEFCO, che ha dichiarato:

 "L'industria del cartone ondulato è impegnata a sostenere gli obiettivi del PPWR e a promuovere le opzioni di imballaggio circolare a beneficio dell'ambiente e della società".

È poi la volta di un comparto alimentare che chiama in causa il packaging primario. Si tratta dell’ortofrutta che, con l’associazione europea AREFLH - Assemblée des regions europeennes fruitieres, legumieres et horticoles, saluta con favore la proposta di regolamento emendata delle restrizioni inizialmente ipotizzate. Tra le tante spiccava quella verso le confezioni sotto il kg di peso, che avrebbe avuto un forte impatto sulla capacità di esportazione del sistema e sulla shelf life di frutta, verdura e legumi.
L’associazione dichiara di aver agito a vari livelli per sensibilizzare i Commissari sulle esigenze del sistema ortofrutticolo europeo, come evidenziato dalla presidente, Simona Caselli e dal vice-presidente Jean-Louis Moulon che affermano:

«Il voto è una grande vittoria che ci riempie di soddisfazione, poiché dota il mercato unico di un regolamento chiaro che permetterà al sistema ortofrutticolo europeo di ottenere risultati importanti in materia di riduzione degli imballaggi e dei rifiuti, pur mantenendo elevati standard di sicurezza alimentare e riducendo quindi lo spreco. I nostri esportatori possono oggi lavorare con regole chiare, mantenendo un obiettivo strategico per il nostro comparto, rappresentato sia dalla riduzione degli imballaggi che dalla ricerca di nuovi materiali capaci di migliorare l’impatto ambientale, aumentare la shelf life e ridurre il food waste». 

Le reazioni proseguono con il ritorno in Italia, dove due importanti realtà legate al mondo carta e alimentare si sono espresse con parere favorevole all’orientamento individuato dalle istituzioni europee, seppur visto da mercati molto diversi.

Nel comunicato stampa, Assocarta, Assografici SLC-CGIL, FISTEL CISL, UGL, ULCOM UIL esprimono apprezzamento per il lavoro del Parlamento europeo e, in particolare, dei Parlamentari italiani, che hanno introdotto dei miglioramenti importanti approvando in via definitiva la Relazione dell’On. Ries in materia di revisione degli imballaggi (PPWR).

Secondo il gruppo di stakeholder, infatti, la carta viene riconosciuta come un pilastro dell’economia circolare e sociale europea, valorizzando nei fatti la buona occupazione del settore, i materiali rinnovabili che produce e il riciclo che ne ottimizzano il ciclo di vita.

Eccoci poi alle reazioni dal mercato dell’industria alimentare nazionale, che fa eco al plauso generale con le parole del presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino:

“Con il voto dell’Europarlamento sul Regolamento imballaggi Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR) che esenta al riuso degli imballaggi gli Stati membri che abbiano raggiunto una percentuale di riciclo pari all’85%, passa la linea della ragionevolezza, del buon senso e delle evidenze scientifiche dell’Italia che ha opposto alla visione ideologica emersa in Commissione Ambiente, dati, numeri e analisi a sostegno delle sue tesi scongiurando così al nostro Paese danni incalcolabili che si sarebbero abbattuti sul sistema produttivo. Aver trovato un punto di caduta equilibrato che non penalizzasse la nostra industria della raccolta in favore del riuso, è certamente una vittoria per l’Italia e per tutto il settore che ha potuto contare su un ottimo lavoro di squadra che ha visto coese istituzioni, imprese, sistema industriale e sociale verso un obiettivo comune. Si è quindi evitato un impatto negativo sul fronte occupazionale ed economico e che avrebbe annullato il percorso virtuoso di oltre vent’anni, nei quali l’Italia è diventata leader sul tema del riciclo contribuendo alla crescita della filiera agroalimentare che, ricordiamo, vale oltre il 30% del PIL italiano”.

Non mancano le riflessioni di chi i prodotti li trasporta con l’esigenza primaria di garantirne l’integrità e conservazione lungo l’intero flusso della catena logistica, some sottolineato da Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione che chiosa:

Il Parlamento europeo ha approvato alcune essenziali richieste di modifica che pervengono dalla filiera nazionale, rendendo un po’ più equilibrato il nuovo testo normativo. L’eliminazione, ad esempio, del divieto di commercializzazione degli imballaggi monouso per l’ortofrutta, che avrebbe avuto pesanti ripercussioni in termini di sicurezza e sprechi alimentari, ed il giusto bilanciamento tra riuso e riciclo, ha riportato il provvedimento in una dimensione più ragionevole. Permangono tuttavia delle criticità, laddove si conferma il divieto delle confezioni pluriprodotto, la tendenza ad andare verso forme di vendita alla spina, che hanno sinora dato risultati discutibili sia in termini ambientali che di gestione operativa, nonché la volontà di spingere sull’introduzione di sistemi di cauzionamento, che vedrebbero pesantemente coinvolto il settore della distribuzione, ma anche della produzione, in caso di eventuali sistemi di raccolta per il riutilizzo, i cui costi ricadrebbero inevitabilmente sulla filiera e sui consumatori.

La parola passa poi al Consorzio Bestack, fondato da International Paper, DS- Smith Packaging e Ghelfi Ondulati sotto l’egida dell’associazione di categoria Gifco – Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato – che rappresenta oltre il 70% della produzione italiana dell’ortofrutta.

"Per un consumatore che acquista il prodotto frutta e verdura, il packaging è secondario” afferma il direttore Claudio Dall'Agata “ma importante per comunicare, per proteggere e per allungare la vita dei prodotti freschi contro gli sprechi…non sono d'accordo su chi dice che dal tipo di packaging si è più o meno ecologici. Ricerche scientifiche e autorevoli attestano che il 70% e oltre dell'impatto ambientale di una produzione è dato da come si usa il suolo e da come si coltiva. Lo spreco incide per il 9%, l'imballaggio per il 5%. La sostenibilità, quindi, è un concetto molto ampio, che parte dal campo e termina con il consumo. Da questa situazione il nostro comparto packaging deve imparare una lezione molto importante, ovvero di non guardare solo al proprio orticello, di non fare una guerra fra materiali. Benissimo quando si parla di riutilizzo, di materiali meno impattanti, di 'packaging intelligenti' che limitano gli sprechi, ma al consumatore dobbiamo offrire frutta e verdura nelle migliori condizioni e quindi tutti gli anelli della filiera sono chiamati in causa".

 

Restando nel mondo food, molto critico anche se positivo il commento di Pro Food gruppo parte di Unionplast, che in un comunicato pone l’accento sull’affermarsi di un approccio scientifico contrapposto a quello ideologico.

Pur auspicando l’assoluta necessità di evitare forme di overpackaging, Pro Food evidenzia come il modello italiano sia alla fine risultato tra i più credibili e praticabili nella ricerca del complesso equilibrio che intercorre tra esigenze produttive e sostenibilità. Il riciclo torna infatti al centro come soluzione da affermare e diffondere anche negli stati europei che hanno puntato di meno su questa filiera industriale.

Secondo il gruppo di produttori di packaging per il fresco resta molto da fare; ecco perché nel mettersi a disposizione del Governo italiano l’auspicio, come si legge nel comunicato è che:

“Nei lavori del Consiglio dell’Unione prima, e nel confronto tra Consiglio, Parlamento e Commissione poi, l’Italia possa consolidare le posizioni, continuando a sostenere i propri interessi e a difendere la sostenibilità e la qualità dei nostri sistemi di produzione, distribuzione e consumo di cibi e bevande (e gestione dei relativi rifiuti): eccellenze invidiate all’estero, in cui gli imballaggi giocano un ruolo fondamentale. Anche quelli monouso in plastica, tanto vituperati ma in realtà ormai sempre meglio usati, sempre più riciclabili e riciclati e, in molti casi, insostituibili.”

 

 

Enfasi sul riciclo anche da parte del Consorzio Comieco, che in un commento sul voto evidenzia come il Paper District con le sue performance su quel fronte si confermino strategiche per l’economia circolare, come confermato dai numeri della filiera cartaria che nel 2023 ha consolidato la sua posizione con oltre 3,6 milioni di tonnellate di carta e cartone raccolte e riciclate, pari a oltre l’80% del totale e 3,5 milioni di tonnellate di CO2 di emissioni evitate.

Risultati che superano largamente quanto richiesto dagli obiettivi UE al 2025 e vicino al raggiungimento - già da quest’anno - del target 2030 fissato all’85%. Si tratta di numeri che il Parlamento Europeo non ha potuto ignorare in occasione del voto sul PPWR mettendo il riciclo al centro delle politiche del Green New Deal in vista della negoziazione interistituzionale con il Consiglio e la Commissione europea.

Il PE, si legge nell’approfondimento di Comieco, ha infatti approvato la deroga per gli obiettivi di riuso vincolanti qualora venga raggiunto il target dell’85% di riciclo, impegnando anche gli imballaggi cellulosici compositi, ossia quelli che, secondo la nuova definizione introdotta dal PE, sono costituiti da più del 10% di materiale non cartaceo, come ad esempio i cartoni per bevande.

 

Di segno diverso la riflessione condivisa da EuPC, European Plastics Converters e in particolare dal direttore generale Bernard Merkx.

Per quanto gli obiettivi condivisi di neutralità degli imballaggi e di circolarità dei materiali creino le condizioni di parità di cui l'Europa ha bisogno, si legge nella nota, il voto in parlamento assume una connotazione ancora troppo negativa verso la plastica e gli obiettivi di circolarità che permetterebbe di raggiungere se adeguatamente valorizzata.
L’associazione europea dei trasformatori rileva il mantenimento nel documento parlamentare di molti emendamenti di esclusione degli imballaggi in plastica presenti in origine, nella relazione della Commissione ambiente – ENVI -.

Un aspetto che secondo i trasformatori continua a consolidare l’approccio emotivo verso questo materiale, con provvedimenti come obiettivi speciali di riduzione per alcuni imballaggi in plastica, le esenzioni per gli imballaggi compositi dalle quote di utilizzo del riciclato, i divieti sui film estensibili monouso, ecc.

Secondo EuPC, la mancanza di un supporto razionale a un'industria di trasformazione e riciclo delle materie plastiche, evidenzia la bassa considerazione delle istituzioni europee verso un settore che ha lavorato costantemente per migliorare la sostenibilità, la riciclabilità, la circolarità e le prestazioni della propria offerta di imballaggi.

EuPC, infine, afferma che nel PPWR dovrebbero essere incluse soluzioni come sistemi basati sul credito e precise esenzioni, per consentire all'industria della trasformazione e del riciclo delle materie plastiche, composta per lo più da PMI, e ai loro clienti, di adattarsi e sostenere la crescita naturale del mercato dei materiali riciclati di alta qualità.

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