Lotterai. L’otterrai. Lo terrai...(1)

[…] La vita è vuota se non la si riempie con un impegno esaltante e rischioso. L’impegno, è naturale, non può che essere uno: il lavoro. L’altro lavoro, quello invisibile, è il lavoro dell’anima, dello spirito, del talento, le cui creazioni trasformano il mondo rendendolo più ricco, più giusto, e più umano […].
Editoriale di Stefano Lavorini

Questa frase dello scrittore Sándor Márai(2) mi è tornata in mente, confusamente, mentre, una sera di gennaio, parlavo con Bernd Jablonowski, direttore di interpack & Save Food, circa il destino delle fiere B2B, del ruolo che potranno avere vecchi e nuovi player attivi sul mercato.

La nostra conoscenza risale ormai a dieci anni fa, quando Bernd assunse l’incarico di responsabile della fiera, da sempre paradigma a livello mondiale per l’imballaggio e il processo.
Fin dall’inizio, in anni in cui la globalizzazione non aveva ancora disvelato appieno dinamiche e contorni, prima che il baricentro economico del mondo si spostasse chiaramente a Est, quest’uomo mi aveva stupito non solo per come dimostrava di voler svolgere diligentemente il suo compito, quanto per l’attenzione, la determinazione e la mancanza di dogmatismo con cui, fin dagli esordi, si interrogava circa il futuro del proprio business, alla ricerca dei modi più efficaci per disegnare il corso degli eventi.
E mi sorprendeva tanto più perché era il responsabile di una manifestazione che non ha mai conosciuto momenti di crisi, espressione coerente di un Sistema Paese forte e che, edizione dopo edizione, macinava numeri da record.

Tutto torna a ripetersi ancora una volta quest’anno, dall’8 al 14 maggio: Interpack 2014 sarà infatti più grande (con special pavillon anche negli spazi all’aperto), con un’offerta espositiva più articolata (oltre a Metal Packaging Plaza, debutta una nuova fiera nella fiera dedicata alla componentistica “Components for processing and packaging” prevista dall’8 al 10 maggio nella Stadthalle di Düsseldorf).
Ma non solo: interpack, come soggetto industriale forte, competente e proattivo nei confronti del mercato e dell’opinione pubblica, torna a organizzare il congresso Save Food (nato dalla collaborazione tra l’ente fieristico tedesco e la FAO), in programma il 7 e 8 maggio, insieme alla mostra tecnologica correlata InnovationParc Packaging.
Tutto bene, allora, ma non per caso. Statene certi che questi risultati non sono solo l’eredità di un’illustre tradizione, ma nascono da una strategia di ampio respiro, da un’organizzazione efficiente, da tanto lavoro ben fatto in un’ottica di medio e lungo periodo e, per quanto riguarda Bernd - verrebbe da azzardare - di una vocazione spesa al meglio.

Queste considerazioni mi guidano a non lusinghieri paragoni con quanto accade nel nostro paese dove, ahimé, mi sembra che troppo spesso e nei più diversi ambiti le persone non vivano “per” qualcosa, ma “contro” qualcosa.
Forse mi sbaglio. Così, nella speranza di saper anche noi dare forma e significato al futuro, ricordo quanto scrive il grande poeta inglese Milton(3):

“La nostra vera grandezza apparirà molto più convincente
quando potremo creare grandi cose
da cose modeste,
e da quelle penose le utili,
e dalle avverse le più feconde,
e qualunque sia il luogo nel quale il male si annida,
trarre con la fatica e la costanza,
perfino dal dolore, la felicità”.

Mi sembra un bel programma...

Note
(1) Citazione da Leggere  a colori, www.facebook.com
(2) Sándor Márai, La donna giusta, Adelphi, 2004
(3) John Milton, Il Paradiso perduto, Mondadori, 2004

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