Care Package. Kit per crisi emozionali
Grazie alla collaborazione con organizzazioni del terzo settore, studentesse e studenti del Corso di Laurea in Design del Prodotto Industriale dell'Università di Bologna hanno sviluppato una sperimentazione che esplora il potenziale dell’imballaggio come strumento di supporto emotivo.
Erik Ciravegna e Sara Battistini
Il progetto che presentiamo qui ha avuto come obiettivo l’ideazione di kit per persone in situazioni di vulnerabilità, con l'obiettivo di offrire sostegno nei momenti di crisi. I risultati mostrano come il design possa contribuire al benessere psicologico individuale, trasformando il packaging in un gesto tangibile di cura e attenzione.
Oltre l’involucro: il packaging come gesto di cura e simbolo di inclusione
Un progetto didattico che esplora il packaging design come supporto nei contesti di fragilità emotiva, ispirandosi al concetto di cura come gesto comunicativo.
Nel panorama attuale del settore del packaging, dominato da criteri di funzionalità, sostenibilità e appeal comunicativo, si affaccia un’esperienza formativa che invita a considerare un’altra dimensione: quella della cura. Il progetto “Care Package. Kit per crisi emozionali” nasce all’interno del Laboratorio di Comunicazione Visiva del Corso di Laurea in Design del Prodotto Industriale dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. Studentesse e studenti del secondo anno si sono cimentati in un’esplorazione originale su come un artefatto come il packaging possa contribuire a sostenere il benessere psicologico delle persone nei momenti di vulnerabilità.
Il Laboratorio propone ogni anno una sperimentazione progettuale che integra conoscenze teoriche e strumenti operativi, con l’intento di coniugare consapevolezza culturale e capacità progettuale. Per l’edizione 2024/2025 - a cura dei docenti Erik Ciravegna e Luca Grilli, con la collaborazione della tutor Sara Battistini e le cultrici della materia Elisa Valerio ed Elisa Vacondio - la sfida è stata quella di ideare “kit” capaci di offrire un supporto nei momenti di crisi emozionale, rivolti a persone che attraversano condizioni di fragilità temporanea o permanente. Non si tratta di sostituirsi a figure professionali specializzate, ma di progettare strumenti intermedi di consapevolezza, conforto e accompagnamento, che possano rappresentare un primo gesto di prossimità e incoraggiamento.
Dalla storia alla contemporaneità: l’evoluzione del “care package”
I kit progettati si ispirano al concetto di “care package”: un pacco che, nel corso del tempo, ha incarnato molte forme di solidarietà, conforto e connessione.
Il termine “care package” rimanda storicamente agli aiuti inviati nel secondo dopoguerra dall’organizzazione umanitaria CARE, nata per fornire assistenza alimentare alle popolazioni europee colpite dal conflitto. Il primo CARE Package, spedito nel 1946, conteneva beni di prima necessità ed è divenuto un simbolo tangibile di solidarietà internazionale. Ma la pratica di inviare doni o provviste a persone lontane ha radici ben più antiche, che attraversano epoche e culture: dai soldati dell’antica Roma ai cavalieri durante le Crociate, dai migranti del Novecento agli studenti fuori sede di oggi.
In ogni epoca, questi gesti hanno rappresentato forme di cura materiale ed emotiva, strumenti di connessione tra chi dona e chi riceve. Il valore simbolico del “care package” è quello di un contenitore di attenzione, affetto e riconoscimento. È un gesto tangibile, che comunica presenza e sostegno, anche a distanza.
Nel contesto contemporaneo, un kit può includere oggetti fisici, ma anche contenuti digitali come app, ebook, video. Ed è proprio questa ambivalenza - tra fisico e digitale, tra concreto e simbolico - che ha ispirato studenti e studentesse nella progettazione dei loro kit. L’attenzione è stata posta sull’equilibrio tra forma e contenuto, tra messaggio e supporto materiale. La campagna di comunicazione associata a ciascun kit - diffusa tramite social media, stampa o eventi - ha completato l’azione progettuale, veicolando messaggi di sensibilizzazione e promuovendo un’idea di design come atto sociale.
Packaging come interfaccia di relazione
Le crisi emozionali prese in esame dai gruppi di progetto riguardano situazioni frequenti ma spesso taciute: dalle malattie alle perdite, dai cambiamenti identitari ai conflitti interpersonali o interiori.
L’obiettivo è stato quello di fornire un primo sostegno emotivo, un segnale che dice: “non sei solo”, “non sei invisibile”.
In questa prospettiva, il packaging non è più soltanto un involucro, ma diventa interfaccia relazionale, capace di avviare un processo di contatto e riflessione. I materiali, i formati, i messaggi, le grammatiche visive sono stati scelti con attenzione, per favorire un dialogo delicato e non invasivo, empatico e rispettoso.
Il progetto ha visto la partecipazione attiva di numerose organizzazioni del territorio impegnate rispetto nel benessere psicologico, nella salute mentale e nell'inclusione sociale: Associazione G.R.D. Genitori Ragazzi Down Bologna; Bimbo Tu, Cassero LGBTQIA+ Center, Educare alle Differenze, Fondazione Blue Butterfly E.T.S., La Rete Magica OdV - Amici per l’Alzheimer e il Parkinson, Scuola Penny Wirton Bologna - Associazione Diritto alla Parola, SIPEM SoS ER - Società Italiana Psicologia dell’Emergenza Emilia Romagna, Susan G. Komen Italia - Comitato Emilia-Romagna, U.S.S.M Ufficio Servizio Sociale Minorenni - Sede di Bologna. Il dialogo con queste realtà ha permesso di approfondire le esigenze specifiche di diversi target - minori, anziani, migranti, persone con disabilità - e di costruire soluzioni che rispondessero a bisogni concreti e articolati.
Il packaging che abbraccia
A fondamento del progetto vi è una visione del benessere psicologico come stato di equilibrio che consente all’individuo di sviluppare le proprie capacità, affrontare le sfide quotidiane, costruire relazioni sane e dare senso alla propria vita.
Il design, in questo contesto, si propone come mediatore tra bisogno e risposta, come linguaggio capace di facilitare la resilienza, stimolare l’autonomia e favorire l’inclusione.
Il progetto Care Package ha messo in luce come il design possa agire non solo sulla forma degli oggetti, ma anche sui significati, sulle relazioni e sulla qualità della vita delle persone. In tal senso, il packaging si riconferma non solo contenitore, ma contenuto comunicativo, capace di farsi carico della complessità emotiva e sociale del nostro tempo.
“Care Package. Kit per crisi emozionali” non si limita a esplorare il design inclusivo: lo pratica, lo mette in scena e lo traduce in artefatti concreti e comunicabili. L’intero percorso didattico ha avuto come asse portante l’idea che il packaging possa essere un gesto che abbraccia, un artefatto che si prende cura delle persone.
In un momento storico in cui il benessere psicologico è sempre più al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica, ma ancora spesso stigmatizzato o trattato in modo astratto, questo progetto propone un approccio tangibile e sensibile. Un modo per riflettere, attraverso la pratica progettuale, sul ruolo che il design e la comunicazione visiva possono avere nel promuovere relazioni più umane, solidali e consapevoli.
Erik Ciravegna - [email protected]
Sara Battistini - [email protected]
Advanced Design Unit Università di Bologna
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FILO DI VOCE
Progetto di Alexia Gambini, Lucia Godoli, Giulia Grande, Maria Ravaioli, Beatrice Salvini.
Realizzato in collaborazione con l’U.S.S.M. Ufficio Servizio Sociale Minorenni - Sede di Bologna.
Il progetto supporta il dialogo tra assistenti sociali e minorenni autori di reato, incentivando l’apertura e la creazione di un rapporto di fiducia. Attraverso un diario personale e un gioco di carte, ragazze e ragazzi possono esplorare le loro emozioni e instaurare conversazioni autentiche, per un percorso di crescita personale e di recupero verso il rinserimento nella società.
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SINTONIA
Progetto di Tommaso Graziani, Alessia Menegazzo, Amanda Taravelli, Mireia Vila Blaya, Serena Zauli Realizzato in collaborazione con la Fondazione Blue Butterfly E.T.S.
Il progetto intende promuovere il benessere individuale, familiare e sociale di giovani con autismo. Il kit, destinato ai caregiver, è costituito da un mazzo di carte con proposte di attività artistiche e musicali, provenienti dalle artiterapie. Comprende indicazioni su come realizzare tali attività ed eventualmente adattarle, anche con il supporto di professionisti.
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ALTREMENTI
Progetto di Francesca Guidotti, Tommaso Ilarda, Lisa Novelli, Camilla Poloni, Luca Riviello
Realizzato in collaborazione con l’Associazione G.R.D. Genitori Ragazzi Down Bologna.
Il progetto aiuta le persone con sindrome di Down tra i 18 e i 25 anni a gestire le emozioni e le relazioni sociali. Un gioco, da utilizzare in gruppo con una supervisione professionale, permette di apprendere ad affrontare le crisi emotive. Una campagna di sensibilizzazione mira a favorire l’inclusione e l’abbattimento degli stereotipi intorno alla sindrome di Down.
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LIBERAMENTE
Progetto di Greta Mazzanti, Margherita Montanari, Leila Esperanza Ramos, Giulia Sampieri, Sofia Zini. Realizzato in collaborazione con La Rete Magica OdV - Amici per l’Alzheimer e il Parkinson
Il progetto è pensato per promuovere il benessere dei caregiver non professionisti che assistono familiari con Alzheimer o altre forme di demenza, fornendo un kit pratico per la gestione delle emozioni. Attraverso esercizi ispirati alla tecnica EMDR, aiuta a potenziare l'auto-efficacia, promuovendo l’equilibrio mentale, la serenità interiore e la consapevolezza emotiva.
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PAREA
Progetto di Matilde Crostolo Gualtieri, Vittoria Gabelli, Adriana Grynyuk, Seza Güzelöz, Ester Herrera Ferrándiz.Realizzato in collaborazione con Susan G. Komen Italia - Comitato Emilia-Romagna.
Il progetto fornisce supporto pratico ed emotivo alle donne che hanno affrontato un intervento per il cancro al seno. Il kit comprende un diario personalizzabile con aggiornamenti mensili, spazi per la scrittura e QR code che rimandano a video di yoga oncologico. Con il "Murale delle Mani", le donne di Komen lasciano un’impronta simbolica, trasmettendo un messaggio di sorellanza e guarigione.
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MIA
Progetto di Ilaria Natali, Agnese Stoppa, Lucia Tinti, Annemein van den Heuvel, Chiara Zanoni. Realizzato in collaborazione con BimboTu
Il progetto è pensato per supportare giovani adulte affette da bulimia durante il processo di recupero. Il kit comprende un set da tavola per quattro persone con tovagliette e sottobicchieri con frasi motivazionali e una confezione di DAS, per stimolare la creatività e la condivisione. L’obiettivo è favorire il recupero di una relazione equilibrata con il cibo e momenti di convivialità.