Report sullo stato dell’imballaggio - dicembre 2023
Osservatorio quadrimestrale della filiera dell’imballaggio: situazione aggiornata a dicembre 2023. Quadro economico generale e analisi dell’attività manifatturiera e conseguente evoluzione del settore imballaggi.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
In questa sede si sintetizza l’andamento dei comparti dell’industria manifatturiera dove più intenso è il consumo di imballaggi, suddivisi nelle macroaree food e non food. I quadri evolutivi dei settori manifatturieri sono tratti dalle analisi settoriali elaborate da associazioni di categoria, ISTAT, banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, Prometeia.
I dati dell’industria manifatturiera
Come appurato da tempo il settore del packaging è strettamente legato all’andamento dell’attività manifatturiera, in particolare ai trend di quei settori dove maggiore è l’utilizzo di imballaggi: alimenti e bevande, largo consumo, farmaceutico, cosmetico, ecc. Analizzando la segmentazione del manifatturiero, dunque, emerge quanto segue.
Il settore food & beverage registra nell’insieme un -1,1%, dove le bevande diminuiscono di un -3,5% circa e il food del -1%. In crescita invece le aree “cosmetica” e “farmaceutica”, che chiudono il 2023 rispettivamente al +10% e +2,5%. Il Largo Consumo dovrebbe invece chiudere con una crescita del 2,7%. Rientrano in questa ampia categoria tutti i prodotti di spesa domestica, suddivisi in quattro macro aree: 1) alimenti e bevande; 2) drogheria non alimentare (chimico casa, cura della persona, farmaci da banco); 3) abbigliamento, calzature e pelletteria; 4) beni semidurevoli (elettrodomestici, giocattoli, elettronica di consumo, mobili, ecc.). L’area alimentare non è tuttavia l’unica a registrare cali nel 2023.
Tra i settori più legati all’industria dell’imballaggio si evidenziano i segni negativi dei prodotti e materiali da costruzione (-4,6%), e dei beni durevoli, dove gli elettrodomestici registrano -4,4%, i mobili il -2,4. In decremento anche gli intermedi chimici (-7,8%) e il Sistema Moda (-2,5%).
2020 | 2021 | var. 21/20 | 2022 | var. 22/21 | Ipotesi 2023 | var. 23/22 | |
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Fatturato mln di euro | 33.256 | 35.216 | 5,90% | 40.652 | 15,40% | 40.710 | 0,10% |
Addetti numero (stima) | - | - | - | 109.491 | - | - | - |
Aziende numero (stima) | - | - | - | 7.257 | - | - | - |
Produzione (t/000) | 17.002 | 18.194 | 7,00% | 18.089 | -0,60% | 17.923 | -0,90% |
Esportazione (t/000) | 2.846 | 3.029 | 6,40% | 2.961 | -2,20% | 2.769 | -6,50% |
Importazione (t/000) | 2.091 | 2.419 | 15,70% | 2.694 | 11,40% | 2.748 | 2,00% |
Utilizzo apparente (t/000) | 16.247 | 17.583 | 8,20% | 17.822 | 1,40% | 17.901 | 0,40% |
Il settore degli imballaggi: un consuntivo
Le elaborazioni riportate nell’ultima edizione di Imballaggio in Cifre si riferiscono ai dati consuntivi del 2022, dove emerge un leggero calo per la produzione di imballaggi espressa in tonnellate, -0,6%, a fronte di un sensibile incremento del fatturato, +15,4%.
L’andamento diversificato dei due trend è giustificato dall’esplosione dei costi di produzione collegata all’aumento dei costi energetici da una parte e dall’incremento dei prezzi delle materie prime dall’altra: tutto ciò ha portato a un inevitabile inasprimento dei costi dei singoli imballaggi. Il dato a consuntivo per il 2022 circa la produzione di imballaggi si assesta sulle 18.089 t/000, il fatturato arriva a superare i 40,6 miliardi di euro.
Ipotesi evolutive. Per quanto riguarda il 2023, sono state elaborate le prime ipotesi evolutive, considerando però che, riferendosi a dati ancora in fase di rilevazione e definizione, non possono essere considerati definitivi, ma solo utili indicatori di tendenza. La produzione di imballaggi espressa in tonnellate potrebbe assestarsi al -0,9% rispetto al 2022, in piena correlazione, quindi, con l’andamento del manifatturiero; il fatturato dovrebbe invece rimanere praticamente stabile (+0,1%). Il commercio estero confermerebbe le tendenze già registrate negli anni passati. Le esportazioni sembrano mostrare un trend negativo con un -2,2% per il 2022 e un ulteriore -6,5% per il 2023. Le importazioni avanzerebbero anche per gli anni 2022 e 2023, rispettivamente del +11,4% e +2%.
Analizzando le diverse tipologie di imballaggi emerge quanto segue.
- Nel 2022 il settore degli imballaggi in acciaio registra un calo pari al -6,2%, dovuto sia a un rimbalzo fisiologico rispetto al +5% dell’anno precedente, sia a un calo produttivo che ha riguardato i maggiori settori utilizzatori. Gli imballaggi in acciaio prodotti scendono al di sotto delle 700.000 tonnellate. In base alle tendenze elaborate dall’ISTAT e alle elaborazioni relative al commercio estero il 2023 dovrebbe continuare con l’andamento negativo già visto nel 2022, registrando un ulteriore calo produttivo intorno al 3%.
- La produzione dei soli imballaggi in alluminio, escludendo quindi il foglio utilizzato per converting, nel 2022 risulta pari a 154.000 tonnellate, in crescita dell’1,3%. Nel 2023 è attesa un’inversione di tendenza, dove la produzione dovrebbe registrare un calo intorno al 2%.
- Andamenti positivi per gli imballaggi in plastica sia per il 2022 (+2,6%) che per il 2023 (+1%). Il dato consuntivo per la produzione nel 2022 è di 3.043 t/000. Negli ultimi anni, il mercato degli imballaggi in plastica è caratterizzato da un costante incremento delle importazioni, cresciute tra il 2021 e il 2023 rispettivamente del 21,6%, 12% e 9,5%.
- Continua l’andamento positivo registrato negli ultimi 10 anni per gli imballaggi flessibili da converter, interrotto solo nel 2020: nel 2022 le tonnellate prodotte sono state 421.000 (+1,5%) e anche nel 2023 si registra una tendenza positiva, +1%.
- Da evidenziare il calo relativo alla produzione di imballaggi cellulosici, che caratterizza sia il 2022 che il 2023. Il dato consuntivo per il 2022 si traduce in 5.779 t/000 di imballaggi in carta e cartone prodotti in Italia (-3,4%) e nel 2023 si conferma il trend negativo, con un ulteriore calo del -1,5%.
- Nell’area imballaggi accoppiati rigidi a prevalenza carta, si registra l’ormai consueta stabilità: produzione di 147.000 tonnellate e un fatturato che si aggira intorno ai 482 milioni di euro, sia per il 2022 che per il 2023.
- Gli imballaggi in vetro continuano il loro percorso positivo: dopo un 2022 in crescita dell’1,7%, il 2023 conferma il trend con un ulteriore +1,5%, portando gli imballaggi in vetro a superare le 4.700 t/000.
- Dopo un 2022 sostanzialmente stabile, -0,4%, la produzione degli imballaggi in legno nel 2023, in base alle prime rilevazioni, risulterebbe in calo del 5%.
Per quanto riguarda infine le quotazioni delle materie prime utilizzate per produrre imballaggi, esse sono state caratterizzate da cali generalizzati senza distinzione di materiali, ad eccezione del vetro che invece registra aumenti di prezzo.
Quadro economico generale
In base alle prime analisi, l’anno 2023 registra l’andamento negativo di quasi tutti gli indicatori economici. Il PIL dovrebbe chiudere con una flessione dello 0,7% rispetto al 2022, e la produzione industriale relativa al 1° semestre mostra un calo pari al -2,8%. Secondo l’analisi elaborato dal Centro Studi di Confindustria, l’industria italiana resta debole nel 2023, nonostante si registrino andamenti in ripresa per i settori “servizi” e “costruzioni”; l’inflazione dovrebbe assestarsi ai minimi solo in Italia: a +0,6% su base annua. Diversa è la situazione per il resto d’Europa: un +3,8% per la Germania e un +4,1% per la Francia.
I consumi interni risultano incerti, cala la spesa per i beni alimentari. In calo l’export di prodotti italiani (-1,4%) riferito ai primi 11 mesi dell’anno, calo che va contestualizzato nell’ambito di un quadro debole della domanda mondiale di beni, in flessione del -2,2%. Sembra comunque possibile una ripresa dell’export nel 4° trimestre.
In base alle elaborazioni di Prometeia, il manifatturiero in Italia chiude il 2023 in lieve calo (-0,6%), influenzato dal calo degli ordini sia interni che esteri, che determina un relativo ribasso della produzione. Altro elemento che influisce sull’andamento negativo del manifatturiero è la difficoltà rilevata in ambito consumi, che calano per via del deterioramento del potere di acquisto delle famiglie.
Nota. I dati utilizzati per l’elaborazione del report sono tratti dalla banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio.