#iostoacasa grazie (anche) all’imballaggio
La dispensa d’emergenza ai tempi del Covid-19, ci offre un quadro inusuale, come è logico. I dati pubblicati il 12 marzo dalla Coop parlano chiaro: per far fronte alla possibile quarantena, gli italiani hanno riempito i carrelli di pasta, passata, legumi e carne in scatola e, poi ancora, di tutto ciò che può igienizzare se stessi e la casa. Una selezione di prodotti rigorosamente confezionati e imballati – tanti “nell’aborrita” plastica - che possono durare a lungo nelle dispense.
“…gli italiani in queste due settimane hanno comprato cibo semplice, pronto all’uso, nutriente, a lunga conservazione e familiare, cioè che sapessero facilmente cucinare (niente bacche di goji, zenzero o curcuma). Due gli ingredienti immancabili che sono aumentati di più rispetto alla media del periodo: carne in scatola +60% e farina +80%. Il terzo prodotto a crescere sono stati i legumi in scatola +55%. A seguire pasta +51% e riso +39%. Crescita anche per le conserve di pomodoro +39%. E poi zucchero +28%, olio d’oliva +22%, latte UHT +20%, biscotti +13%, confetture +9% e fette biscottate +17%. Non manca poi il pesce surgelato +21% o in conserva come per esempio il tonno +26%. E ha trovato posto nei carrelli degli italiani anche qualche sugo pronto +22%. “
Andate a scoprire di più sul sito www.italiani.coop
Voglio essere chiaro. Non c’è nessuna soddisfazione in questa constatazione - la situazione attuale non lo consente - se non quella di veder riaffermato un principio di buon senso, ovvero che l’imballaggio, come la vita, non si offre a comode semplificazioni.
Le “narrazioni contrarie”, in questi ultimi anni, ne hanno messo in luce in particolare le criticità (come scomodo e ingombrante oggetto da smaltire, per esempio), mettendone in ombra le caratteristiche che lo rendono custode della nostra salute e della sicurezza.
E così dopo essere stato sotto attacco per tanto, troppo tempo, ora - all’epoca del coronavirus - si scopre che è lo strumento che consente di mettere “al sicuro” le persone dalla psicosi da carenza di beni di prima necessità.
In verità anche questa volta l’imballaggio non sta facendo altro che il suo lavoro: proteggere i prodotti, garantirne le caratteristiche nel tempo e consentirne la distribuzione, nonché informare in maniera corretta il consumatore.
Vorrei aggiungere solo una raccomandazione, valida per tutti: cerchiamo di non sprecare il cibo accumulato nelle dispense domestiche, perché dura a lungo ma non è eterno. Impariamo a controllare le date di scadenza dei prodotti e a organizzare la cucina tenendone conto. Un modo certo per inventare menù originali.