Progetto CORIPET per il PET riciclato
Il 12 aprile scorso, i consorziati Coripet hanno presentato al Ministero dell’Ambiente la richiesta di autorizzazione a operare come sistema autonomo per la gestione diretta degli imballaggi in PET per liquidi alimentari, in adempimento agli obblighi derivanti dalla responsabilità estesa del produttore (EPR).
Di Coripet (ente privato senza fini di lucro) fanno parte sei aziende del settore acque minerali e soft drink, che rappresentano complessivamente il 31% dell’immesso al consumo (Ferrarelle spa, Lete spa, Maniva spa, Norda spa e San Pellegrino spa-gruppo Nestlè Waters, insieme alla Drink Cup srl, che produce boccioni di acqua), e tre imprese di riciclo della plastica (Aliplast spa, Dentis srl e Valplastic spa).
Tra gli obiettivi dei nove consorziati c’è il “bottle to bottle”, ovvero chiudere il cerchio della raccolta e riciclo delle bottiglie in PET in Italia, per avere a disposizione PET riciclato (RPET) idoneo a produrre gli imballaggi dei liquidi alimentari.
La decisione di costituirsi come sistema autonomo, fuori dal circuito CONAI, è maturata, in particolare, per trovare una soluzione all’offerta molto scarsa di PET di seconda vita proveniente dall’Italia destinato al packaging alimentare e, al contempo, per ottimizzare raccolta e riciclo del PET (su circa 400 mila tonnellate di imballaggi in PET immessi a consumo in Italia nel 2014, 200 mila t non sono state riciclate, ma smaltite in discarica, incenerite o disperse nell’ambiente).
La raccolta e gli obiettivi.
Una delle modalità con cui il Consorzio punta a intercettare le bottiglie post consumo è quella degli eco-compattatori intelligenti, collocati nei supermercati di tutta Italia, in grado di coniugare la tracciabilità della raccolta con incentivi per gli utenti. A questi quantitativi si aggiungeranno le bottiglie di PET provenienti dalle tradizionali raccolte differenziate urbane, che Coripet intercetterà con l’ausilio dei Comuni e dei centri che separano le plastiche - proprio come oggi fa Corepla - sulla base di un accordo quadro che il nuovo Consorzio punta a stringere con l’Associazione dei comuni italiani (ANCI), riconoscendo maggiori corrispettivi rispetto agli attuali.
Dato che non provengono da una raccolta tracciata, questi materiali non rispettano i requisiti imposti dell’EFSA per la produzione di imballaggi alimentari, ma potranno comunque essere avviati a riciclo e utilizzati per realizzare molti altri tipi di manufatti.
In totale, nei prossimi cinque anni, il Consorzio prevede di intercettare e avviare a riciclo una quantità di bottiglie in PET pari all’83% degli imballaggi immessi al consumo dalle sei aziende di acque minerali consorziate.