Prodotti nutraceutici: mercato e confenzionamento

Oggetto di questa analisi sono due categoria specifiche di nutraceutici, ovvero gli alimenti arricchiti e gli integratori, di cui approfondiamo il posizionamento di mercato e le tipologie di packaging adottate.


Cosa si intende con Nutraceutica? Riprendiamo la definizione dall’art.1) dello Statuto di Sinut (Società Italiana di Nutraceutica): 
«… nuova disciplina in grande sviluppo a livello mondiale, che studia i componenti bioattivi di piante, animali, minerali e microrganismi, che trovano impiego negli alimenti funzionali, negli integratori dietetici o nelle diete specifiche. I nutraceutici determinano effetti benefici per la salute, in particolare per la prevenzione e il trattamento delle malattie croniche. Questi effetti devono essere rigorosamente dimostrati con appropriati studi sperimentali e clinici».
Il termine nutraceutica, coniato da Stephen De Felice nel 1989, deriva da “nutrizione” e “farmaceutica” e si riferisce dunque allo studio di principi nutrienti, che hanno effetti benefici sulla salute: estratti e sintetizzati, vengono utilizzati per produrre integratori alimentari, da qui definiti prodotti nutraceutici. Rientrano nella categoria, i probiotici, gli antiossidanti, gli acidi grassi polinsaturi (omega-3, omega-6), le vitamine e i complessi enzimatici.
I prodotti nutraceutici possono essere assunti sia sotto forma di “alimento naturalmente nutraceutico” sia di “alimento arricchito” di uno specifico principio attivo (ad esempio, latte addizionato con vitamina D o acidi omega-3). Le  formulazioni possono essere liquide, compresse o capsule.

La situazione in Italia
Gli italiani sono sempre più attenti all’alimentazione e alla salute e, per questa ragione, il ricorso ai prodotti nutraceutici sta vivendo una crescita esponenziale, anno dopo anno, tanto che il nostro Paese risulta essere tra i primi in Europa in fatto di consumi.
Stando alle ultime analisi elaborate da Ims Health Italia, nel 2017 sono stati acquistati nutraceutici per un valore superiore ai 3,1 miliardi di euro, di cui l’86% circa venduto tramite il canale farmacie, seguito da parafarmacie e GDO.
In termini quantitativi questi valori, sempre nel 2017, si traducono in oltre 240 milioni di confezioni suddivise tra diverse tipologie di prodotti.
Da evidenziare, per questa area di mercato, l’importanza delle vendite online che nel 2016 (ultimi dati disponibili) hanno raggiunto 170 milioni di pezzi. Parte di questi quantitativi rientrano nel totale delle confezioni vendute in Italia  da farmacie e parafarmacie, attraverso però i loro siti internet e non in negozio. Una percentuale di acquisti proviene invece da altri canali non regolarmente monitorati (portali, servizi web appositi, ecc.).
Negli ultimi tre anni, il settore ha visto un trend di crescita superiore alla media del mercato farmaceutico in generale.
I consumi, specie in Italia, hanno avuto un’evoluzione tanto positiva da risultare un importante fattore di compensazione per il mondo delle farmacie che, al contrario, è stato caratterizzato da una certa sofferenza a causa della contrazione dei prezzi.
A supportare il trend positivo dei consumi dei prodotti nutraceutici - raddoppiati negli ultimi otto anni - è sicuramente il continuo processo di innovazione al quale sono sottoposti. Ogni anno i fatturati crescono proprio grazie all’introduzione di nuovi prodotti, che sottraggono quote di mercato ai prodotti così detti “storici”.
In quest’area, dunque, a “pagare” non è la tradizione ma l’innovazione: nel mondo degli integratori il successo arride al prodotto più nuovo.
La promozione e la comunicazione pubblicitaria giocano, in questo senso, un ruolo fondamentale e tanto più risultano efficaci, tanto più il consumo di un prodotto si consolida.
Pur rimando positivi, i tassi di crescita del settore sono andati però attenuandosi tra il 2017 e il 2018: secondo i dati monitorati da Federsalus, nel 2017, il mercato dei prodotti nutraceutici è cresciuto del 5,9% a valore e del 4,1% a volume rispetto al 2016. Nel 2018, però, in base alle prime elaborazioni, i tassi di crescita si sono ridotti, arrivando al +3,9% a valore e +2,2% a volume.

Mix del packaging e categorie merceologiche
Secondo le analisi dell’Istituto Italiano Imballaggio, gli oltre 240 milioni di confezioni di prodotti nutraceutici riferite all’anno 2017 sono suddivise secondo il seguente mix del packaging.
La tipologia di confezionamento maggiormente utilizzata (43,9%) è il blister in plastica/alluminio per capsule o pastiglie; seguono i flaconi o vasetti di plastica (33,9%), i vasetti e flaconi di vetro (16,5%), le bustine in materiale accoppiato (4,9%) e i tubetti di alluminio (0,8%).
Come si vedrà nel dettaglio, in tutte le aree sono presenti blister e contenitori di plastica o vetro (flaconi e vasetti). I tubetti rigidi di alluminio si riferiscono solo alle categorie merceologiche relative a vitamine minerali, integratori, prodotti per la tosse e il raffreddore.
Le percentuali sopra indicate si riferiscono all’imballaggio primario, ovvero a diretto contatto del prodotto, cui vanno aggiunti gli astucci di cartoncino (imballaggi secondari) nonché chiusure ed etichette (accessori).
Sempre secondo le elaborazioni della Banca Dati dell’Istituto, quest’area di mercato genera oltre 11.000 tonnellate di packaging (comprese le chiusure, gli accessori e gli astucci in cartoncino teso).

Le categorie merceologiche di questo settore sono definite in base alle patologie sulle quali i prodotti nutraceutici vanno ad agire. Di seguito esaminiamo le percentuali di consumo e le tipologie di imballaggi impiegate. 
 
• I prodotti nutraceutici a sostegno dell’apparato digerente sono in vetta alle classifiche dei consumi e rappresentano il 27,2% dell’intero comparto. In questo ambito, il 40% dei prodotti nutraceutici è rappresentato dai probiotici.
Per quanto riguarda le forme di confezionamento, a spartirsi il mercato sono in prevalenza i blister e i flaconi di plastica (76%).

• Vitamine, minerali, integratori alimentari sono al secondo posto per confezioni consumate. L’area è molto frammentata sia per le tipologie di prodotti (integratori minerali semplici, associati e combinati con vitamine, antiossidanti, ecc.) sia per la personalizzazione dell’offerta (over 50, donne, gravidanza, sport, bambini, ecc.). Anche in questo caso oltre il 70% è rappresentato da flaconi e vasetti in plastica e blister.

• I prodotti destinati a regolare l’apparato circolatorio registrano un tasso di crescita annuo tra i più alti (+10,5%). In particolare, crescono i prodotti studiati per regolare il colesterolo e per prevenire i rischi cardio-vascolari. Tra le caratteristiche più singolari di questa categoria rientra la facilità di verificarne l’efficacia a breve termine, sia attraverso le analisi del sangue che attraverso analisi di tipo strumentale.
In questo caso, il mix del packaging si orienta in prevalenza verso i prodotti blisterati, che rappresentano il 75% delle confezioni sul mercato. Il restante 25% si suddivide tra flaconi e vasetti di vetro o plastica.

• Tonici e stimolanti rappresentano la categoria dei prodotti storici dell’intera area: stress e stati di affaticamento sono i motivi più frequenti per cui vengono prescritti.
Il 40% delle confezioni sono rappresentate dai blister, seguiti da vasetti e flaconi di plastica o vetro.

• Agli integratori per curare infezioni delle vie urinarie e del sistema riproduttivo si affida un numero crescente di urologi e ginecologi, tanto che il settore sta vedendo negli ultimi anni buoni tassi di crescita sia a volume che per fatturato.
Per quanto riguarda il mix del packaging, per oltre il 60% risulta appannaggio dei blister plastica/alluminio.


• I prodotti per curare tosse e raffreddore rientrano in un settore strettamente legato alla stagionalità, dove il passaparola, la pubblicità ma anche i gusti personali ne influenzano i consumi.
Le tipologie di packaging impiegate sono in prevalenza i flaconi di plastica, di vetro e i blister.

In conclusione
Senza dubbio ci troviamo davanti a un settore di una certa rilevanza, sia dal punto di vista di mercato sia per quanto riguarda l’imballaggio.
Certo, i quantitativi di confezioni utilizzate in questa area ogni anno rappresentano solo una piccolissima porzione del “mondo packaging Italia”, ma ciò che risulta interessante sono i trend di crescita che, anche se attenuati negli ultimi due anni, rimangono comunque positivi e continuano a sostenere i consumi relativi all’intero settore farmaceutico. Interessante, in questo contesto, il ruolo dei medici che, quando e se possibile, tendono a prescrivere questa tipologia di prodotto rispetto al farmaco tradizionale.

Barbara Iascone
Istituto italiano Imballaggio

 

 

 

Il nostro network