Report sullo stato dell’imballaggio - Dicembre 2022

Osservatorio quadrimestrale della filiera dell’imballaggio: situazione aggiornata a dicembre 2022. Quadro economico generale; analisi dell’attività manifatturiera nel 2022; dati definitivi dell’industria del packaging 2021.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

In questa sede si sintetizza l’andamento dei comparti dell’industria manifatturiera dove più intenso è il consumo di imballaggi, suddivisi nelle macroaree food e non food. I quadri evolutivi dei settori manifatturieri sono tratti dalle analisi settoriali elaborate da associazioni di categoria, ISTAT, banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, Prometeia. Come ormai appurato da diverso tempo il settore del packaging è strettamente legato all’andamento dell’attività manifatturiera, specie ai trend di quei settori ad alto utilizzo di packaging, alimenti e bevande, largo consumo, farmaceutico, cosmetico, ecc.


Nota I dati utilizzati per l’elaborazione del report sono tratti dalla banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio.

FOOD & BEVERAGE

In base all’analisi dei dati ISTAT a 11 mesi, il settore alimentare, l’area a più largo impiego di imballaggi, registra un +1,4%. Il commercio estero mostra andamenti positivi, con esportazioni in crescita del +3,9% e importazioni del +6,3. A sostenere il settore degli alimenti confezionati, le conserve vegetali la cui produzione cresce del +3,6%. In crescita anche il settore della pasta confezionata, +2% circa, dei biscotti e fette biscottate e pasticceria confezionata, +1%. La produzione dell’industria delle bevande nel 2022 cresce del +2,8%; secondo i dati riferiti sempre ai primi 11 mesi dell’anno, le importazioni crescono di oltre il 9% e le esportazioni del +1,5% circa. Bene anche la produzione sia delle bevande analcoliche (+3%) sia di quelle alcoliche (+6%). All’interno di questo comparto sono i superalcolici a crescere maggiormente con un +15%, seguiti dal +3,6% delle birre. In calo, invece, la produzione di vini.

NON FOOD

Per quanto concerne l’industria non alimentare, sempre in riferimento alle aree del manifatturiero dove il ricorso al packaging è più intenso, sono quella cosmetica e quella farmaceutica a essere tra le più rilevanti, entrambe in crescita nel 2022. In base alle ultime proiezioni elaborate dal Centro Studi di Cosmetica Italia, il comparto chiuderà il 2022 decisamente in ripresa, con una crescita del +10,7%, mentre la proiezione del 2022 sul 2021 delle esportazioni sarà di oltre il +15%. Il settore farmaceutico dovrebbe invece chiudere il 2022 al +5% circa. Per quanto riguarda il settore non alimentare da segnalare ancora il trend positivo relativo all’industria dei materiali per costruzione che crescerà intorno al 7% e del Sistema moda, +6%.

QUADRO ECONOMICO GENERALE

In base alle analisi realizzate da ISTAT, il 2022 dovrebbe chiudere con un PIL in crescita, assestandosi intorno al +3,9%. A sostenere tale incremento è stata indubbiamente la domanda interna che dovrebbe registrare un +4,2% annuo, a fronte di una domanda estera in leggera contrazione, -0,5%, e un movimento scorte che dovrebbe fornire un parziale contributo alla crescita della domanda interna, +0,2%. A conferma dello stato di saluto del PIL italiano anche i consumi delle famiglie e delle ISP*, che registrano un +3,2%. Per il 2022 anche gli investimenti seguono l’andamento positivo dell’economia nazionale, arrivando a chiudere il 2022 con un +10%. L’andamento positivo sarà accompagnato anche dalla crescita dell’occupazione che registra un +4,3% annuo. In base agli ultimi dati disponibili di Prometeia (ottobre 2022), l’andamento del settore manifatturiero dovrebbe chiudere l’anno con un incremento pari al +2,1% (fatturato a prezzi costanti). La spinta dovuta all’inflazione, che crescerà dell’11,6%, accompagnata dagli eccessivi rincari energetici, porterà l’aumento del fatturato a prezzi correnti a ben +25,2%.

I risultati positivi del 2022 saranno un po’ smorzati dal rallentamento che ha caratterizzato gli ultimi mesi dell’anno e che, presumibilmente, proseguirà nel 2023, rischiando di registrare delle contrazioni proprio ad anno appena cominciato. Dando uno sguardo generale all’andamento dei vari settori del manifatturiero si evince che il Sistema moda sia stata l’area più performante, grazie alla ripresa della vita sociale e del turismo. Autoveicoli e moto stanno invece affrontando ancora una certa criticità, dovuta a una lenta ripartenza della domanda.

Di grande rilevanza la situazione politica internazionale, con tutte le relative implicazioni a livello economico. Il conflitto Russo-Ucraino ha determinato un forte rincaro dei costi energetici e un’elevata carenza nell’approvvigionamento delle materie prime, il che ha portato a un aumento dei costi di produzione a livelli mai visti prima, con riflessi su tutta la filiera.

Analizzando quindi l’intero arco dell’anno si vede un vero e proprio andamento a doppia velocità: nella prima parte dell’anno il manifatturiero riusciva a recuperare appieno le perdite post covid cominciando ad innescare un buon ritmo di ripresa, nella seconda parte si è però verificata un’inversione di marcia proprio a causa della situazione geopolitica internazionale.


*ISP. Istituzioni sociali private al servizio delle famiglie, che comprendono i produttori privati di beni e servizi non destinabili alla vendita quali associazioni culturali, sportive, fondazioni, partiti politici, sindacati ed enti religiosi. I risultati economici di questo settore non vengono presentati in maniera autonoma, restando aggregati a quelli del settore Famiglie.

Il settore degli imballaggi

Nel 2021, il settore dell’imballaggio in Italia ha rappresentato il 3,4% del fatturato dell’industria manifatturiera, e ha rappresentato il 2% del PIL.

La produzione (inclusi i sacchi RSU) espressa in peso è stata di 18.189.000 tonnellate, segnando una crescita pari al +7% rispetto al 2020. Il fatturato è ammontato in 35.216 milioni di euro, ovvero +5,9% rispetto all’anno precedente. Anche il commercio estero segna un andamento positivo, sia per le esportazioni sia per le importazioni, rispettivamente in crescita del 5,9% e del +17,2%. Il saldo commerciale rimane positivo con 565 t/000 di packaging esportato in più rispetto a quello che importiamo, ma con un calo del medesimo saldo del 25%. L’area di sbocco prevalente per le esportazioni italiane resta l’UE.

Si mantiene inalterata la correlazione tra andamento settore packaging e attività manifatturiera, sebbene per il 2021 la crescita dell’attività manifatturiera risulti superiore a quella dell’industria del packaging. Per il trend positivo relativo alla produzione di imballaggi, ipotizziamo che abbia influito in maniera determinante l’andamento del movimento scorte. Non riuscendo a tenere monitorato tale quantitativo, possiamo solo ipotizzarne il flusso, tano che l’utilizzo che deriva da questa analisi viene definito apparente per questo motivo.

Nel biennio ‘20-’21, dato l’andamento anomalo di molti settori utilizzatori, le scorte di magazzino sono state determinanti per affrontare le richieste del mercato. Nel 2020 sia aziende produttrici di imballaggi sia le aziende utilizzatrici, per far fronte ad aumenti di richieste di prodotti, specie nell’alimentare confezionato, hanno dovuto attingere alle proprie scorte di magazzino, che nel 2021 sono state prontamente ripristinate, contribuendo così al +7% della produzione totale di imballaggi.

Questo fenomeno ha riguardato in particolare alcune tipologie di imballaggi, come vetro e metallici.

Bilancio del settore imballaggi vuoti in Italia.
  2019 2020 var. 20/19 2021 var. 21/20 Ipotesi 2022 var. 22/21
Fatturato mln di € 33.976 33.256 -2,10% 34.718 4,40% 35.413 2,00%
Produzione (t/000) 16.906 17.002 0,60% 18.189 7,00% 18.371 1,00%
Esportazione (t/000)  2.922 2.846 -2,60% 2.982 4,80% 2.985 0,10%
Importazione (t/000) 2.139 2.091 -2,20% 2.327 11,30% 2.613 12,30%
Utilizzo apparente (t/000)  16.123 16.247 0,80% 17.534 7,90% 17.999 2,70%
Fonte: Imballaggio in cifre

Analizzando le diverse tipologie di imballaggi emerge quanto segue.

  • Nel 2021 il settore degli imballaggi in acciaio conferma ampiamente l’andamento positivo già registrato nel 2020. L’anno si conclude con una produzione in crescita del 5% rispetto al 2020, confermata da un trend positivo delle esportazioni che aumento del 3,3%. Le importazioni registrano un tasso tendenziale decisamente positivo chiudendo con un +14,6%. L’utilizzo apparente sale del +7,3%. Va però considerato che in questo dato non si tiene conto dell’effetto scorte che, come ipotizzato, tra il 2020 e il 2021 pensiamo abbia subito movimenti degni di nota.
  • La produzione dei soli imballaggi in alluminio, escludendo quindi il foglio utilizzato per converter, nel 2021 risulta pari a 152.500 tonnellate, portando il trend a raggiungere il +29,8% rispetto al 2020. Analizzando le singole categorie di imballaggi in alluminio si evince che i contenitori crescono del 57,9%, le capsule e chiusure del 38,5%, le vaschette per alimenti del 28,2%. Il foglio sottile cresce del 16,8%, mentre l’unico settore a registrare un calo del -2,8% risulta quello relativolativo alla voce “altro”, dove rientrano il foglio sottile per chiusura yogurt, tubetti, capsule rivestimento chiusure vino.
  • Anche nel 2021, così come il 2020, la produzione di imballaggi in plastica chiude con un leggero calo per quanto riguarda la quantità espressa in tonnellate (-1,5%), portandole a circa 2.965 t/000.
  • Per il settore flessibile da converter, dopo una leggera flessione registrata nel 2020, nel 2021 il trend torna a essere positivo, con una produzione che arriva a superare le 415.000 tonnellate con un tasso di crescita pari al +4,1%. Le esportazioni rappresentano il 52% della produzione e risultano essere in leggero calo, -1,6%. Le importazioni restano costanti con bassissimi volumi.
  • Nel 2021 la produzione di imballaggi cellulosici espressa in tonnellate ha registrato una crescita del 10,5% rispetto al 2020, sottolineando lo stato di ottima salute di cui gode il settore. Tutti positivi gli andamenti tendenziali del comparto, le importazioni crescono di oltre il 14%, +10,4% per le esportazioni
  • Per l’area imballaggi accoppiati rigidi a prevalenza carta, si registra un ritorno alla stabilità. Questa tipologia di packaging aveva visto un trend in crescita nel 2020, i dati confermano una produzione stabile a 147.000 tonnellate e un fatturato che si aggira intorno ai 482 milioni di euro.
  • Gli imballaggi in vetro hanno segnato una decisiva inversione di tendenza, portando la produzione espressa in tonnellate a crescere del 5,8%. Il commercio estero segue la tendenza produttiva segnando un incremento pari al +18,1% per le importazioni e del +13,5% per le esportazioni.
  • Per quanto riguarda la filiera degli imballaggi in legno, nel 2021 conferma una produzione espressa in tonnellate in crescita con un +11,6% portando le tonnellate a 3.182 t/000.

Prime previsioni di chiusura

Le ipotesi evolutive relative al settore per l’anno 2022 si aggirano intorno a un +1%: si tratta di una stima indubbiamente molto prudenziale in virtù di tutte le problematiche economiche che hanno caratterizzando l’anno. Negli anni successivi dovrebbe registrarsi un ritmo di crescita più brillante, con tasso di crescita m.a. del +1,2%. Nel 2025 le tonnellate di packaging prodotte in Italia dovrebbero superare le 19.600 t/000.

Per quanto riguarda le quotazioni delle materie prime utilizzate per produrre imballaggi, sono state indistintamente caratterizzate da andamenti in rialzo per la prima parte dell’anno, per poi calare dopo l’estate e stabilizzarsi sul finire di anno. I prezzi raggiunti a fine anno risultano essere più bassi dei prezzi registrati a gennaio, fatta eccezione per la carta, le cui quotazioni sono invece cresciute.

Scopri maggiori informazioni sulle aziende citate in quest'articolo e pubblicate sulla Buyers' Guide - PackBook by ItaliaImballaggio
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