Progetto Giflex

DOMANDE E RISPOSTE Quali le strategie per disegnare un futuro credibile (e di successo) del comparto? Quali i motivi portanti nel comunicare il valore dell’imballaggio? Come si sviluppa il tema della sostenibilità ambientale, così legato al rispetto e alla sicurezza del consumatore? E quali le opportunità aperte dal rapporto tra industria e accademia? Molti, dunque, i quesiti sul tavolo del XXVII congresso d’autunno del Gruppo Imballaggio Flessibile di Assografici che, secondo tradizione, ha saputo offrire concrete possibilità di approfondimento.  Stefano Lavorini

Roma. Congresso d’autunno del Giflex. Dopo tanti discorsi… buio in sala. Alcune immagini cominciano a scorrere sullo schermo e, in breve, tra gli spettatori, si fa strada un certo stupore che presto si trasforma in inquietudine.
Con una tecnica e un uso del sonoro che ricordano il primo Ejzenštejn, nel video si materializza una minaccia che ha nome e cognome: Imballaggio Flessibile. Un imballaggio pervasivo, poco “amico”, dunque, che rimanda alle ansie da inquinamento più che a una equilibrata e serena idea di protezione.
Questo il messaggio forte, scomodo, del film “La vita in un frigorifero” girato da una ragazza di 15 anni, che ha vinto il concorso organizzato da Giflex a compendio dell’attività di informazione svolta nelle scuole. Premio meritato, come decretato dalla giuria, per l’originalità dell’idea, capacità ed efficacia nella trasmissione dei messaggi, con un plus per la creatività e la tecnica utilizzata.

Complimenti al Giflex, in special modo al presidente Pietro Lironi, che ha avuto il coraggio di presentare un video “contro”, valutato con intelligenza come una sfida a fare di più e meglio, ascoltando e rispettando prima fra tutte la voce dei giovani, ovvero i veri protagonisti del domani.
D’altronde, l’obiettivo dell’incontro, dichiarato in premessa dei lavori che si sono svolti a Roma l’11 e 12 ottobre 2012, era del tutto coerente: aprirsi al confronto per una maggiore trasparenza nella comunicazione ai consumatori sul valore dell’imballaggio. Vediamo, qui, alcuni dei temi trattati, mentre per quanto riguarda l’intervento di Luigi Nicolais su ricerca e innovazione, rimandiamo i lettori all’articolo che segue.

Il valore dell’imballaggio. Fabrizio Ge­rosa, comitato marketing, ha illustrato il percorso del progetto portato avanti dal Giflex negli ultimi 3 anni, con l’obiettivo di valorizzare l’immagine dell’imballaggio flessibile presso i media, le istituzioni, gli opinion leader e i consumatori.
Notevole l’impegno e il lavoro svolto. Primo passo è stato la realizzazione di un’indagine finalizzata a verificare come i consumatori e gli opinionisti percepiscono il valore d’uso dell’imballaggio alimentare e la loro sensibilità ai temi dell’eco-sostenibilità e riciclo. Partendo dalle criticità emerse è stato poi avviato un piano di comunicazione mirato ai media - con realizzazione di un dossier “Co­municazione”, di un periodico digitale (Eco_Pack), l’organizzazione di cinque eventi interattivi (i “Pranzi in giallo”) per 50 giornalisti - sia alle autorità, ai key opinion former e alla GDO, a cui sono stati dedicati eventi specifici.

La terza fase ha visto incontri “one to one” con rappresentanti di Federalimentare, Unione Nazionale Consumatori, Legam­biente, Amsa, nonché l’attività rivolta alle scuole, che ha coinvolto 1.500 allievi di 20 istituti superiori. A compendio di questo sforzo, la pubblicazione del tool kit informativo iPack e il concorso che ha premiato il miglior video realizzato dagli studenti, ispirato alle tematiche trattate durante le lezioni. Come ha sottolineato Riccardo Ceresa, della società Sprim, l’obiettivo è stato di far capire ai giovani che l’imballaggio flessibile è una risorsa e non una minaccia in termini ambientali. Durante le lezioni, i professori erano coadiuvati da esperti in sostenibilità ambientale che, nelle 3 ore di attività previste, hanno fornito un apporto prezioso nel “disegnare” una mappa concettuale intorno ai temi dell’imballaggio e della sostenibilità.

Il punto di vista dell’industria. Simone Zucchetti (Amadori) è intervenuto su sostenibilità e valore del packaging per l’industria alimentare. In particolare ha sottolineato che i consumatori hanno sempre meno tempo per fare la spesa, e che, spesso, tra troppe informazioni non riescono a trovare quello che davvero serve. Vogliono evitare gli sprechi, e privilegiano preparazioni sempre più rapide. E anche se il tema della sostenibilità è sempre più sentito, è tuttavia necessario “far bene i conti”: considerando l’impronta energetica nel settore food, infatti, le principali voci di consumo sono relative alla produzione della materia prima, alla conservazione domestica e alla cottura.

Questi tre parametri, da soli, rappresentano infatti l’80% dell’impronta energetica, mentre il packaging interviene per meno del 10%: in pratica, il vassoio di polistirolo espanso “pesa” circa 350 grammi di CO2, mentre un pollo 4.000. La logica conseguenza? Il packaging deve anzitutto salvaguardare il valore del prodotto e, di converso, ridurne gli sprechi.
L’imballaggio deve quindi essere un sistema, realizzato con il miglior materiale e con la minor quantità di materiale possibile, in grado di offrire però le massime prestazioni di servizio. Parlando di sostenibilità, suggerisce dunque Zucchetti, non si può guardare semplicemente alle quantità di materiale impiegate, ma al tipo di materiale, da scegliere in funzione delle modalità di conservazione e cottura (ad esempio proponendo petti di pollo a fette confezionate singolarmente, o utilizzando vassoio di alluminio per una cottura più rapida).

Le attese della GDO. Sulla spinta di quanto indicato dai 2.500 soci, Giovanni Panzeri ha raccontato che in Conad si sta lavorando a migliorare il packaging in termini di efficienza e sostenibilità ambientale.
D’altronde, l’imballaggio per Conad significa, ogni anno, 240 milioni di borse della spesa, 340 milioni di buste di carta per il pane, 100 milioni di vaschette di polistirolo, 9 milioni di bobine di PVC, 630 milioni di etichette peso-prezzo.
Ma numeri ancora più importanti sono quelli relativi ai prodotti a marchio Conad e ai relativi imballaggi, che «sono un elemento molto forte oltre che di crescita anche di differenziazione».
«Non essendo produttori, noi abbiamo una filiera molto lunga: operiamo su  215  categorie merceologiche, 1800 referenze, 357 fornitori, esclusi quelli del fresco.
Monitoriamo 530 stabilimenti con 600 stampatori, e utilizziamo circa 68 tipi diversi di materiali d’imballo. Per questo abbiamo bisogno che il rinnovamento in direzione della sostenibilità parta dalla base».
Il problema, secondo Panzeri, è capire come evitare gli sprechi, tenendo conto che il consumatore è attento, non tanto alla produzione di CO2 ma a quella dei rifiuti domestici.
Conad si aspetta che i propri co-packer riescano a generare innovazione, partendo dall’assunto che non è sempre possibile aggiungere costi al prodotto. Le attese, tuttavia, investono anche il mondo dei produttori di imballaggi, che dovrebbero aiutare i fornitori Conad a trovare in tempi brevi, nuove e più efficienti soluzioni, non necessariamente più economiche ma, in fondo, più convenienti.   

XXVII Congresso d’Autunno Giflex (Roma, 11 e 12 ottobre 2012): programma dei lavori

• Valore dell’imballaggio. Percorso e risultati (Fabrizio Gerosa, Giflex)
• La sostenibilità ed il valore del packaging per l’industria alimentare (Simone Zucchetti, Amadori)
• Il punto di vista della GDO (Giovanni Panzeri, Conad)
• Tavola rotonda - L’imballaggio e l’ambiente (Zucchetti di Amadori, Macrì di Associazione Consumatori, Panzeri di Conad, Boccardelli di Federalimentare, Ciafani di Legambiente, Lironi di Giflex. Coordinatore Ziantoni)
• Capitolati d’acquisto Giflex 2012 - uno strumento di collaborazione con i nostri fornitori (Franco Gallinari, Giflex)
• I nuovi modelli di gestione per le moderne imprese (Carlo Alberto Pratesi, Università Roma Tre)
• Il ruolo della ricerca e dell’innovazione per le imprese del futuro (Luigi NIcolais, Presidente CNR)
• La crescita dei giovani in azienda e il ricambio generazionale (Daniela Montemerlo, SDA Bocconi / Partners Spa)
• Il rapporto tra genitori e figli e il ricambio generazionale (Alessandro Garofano, Idee Associate)

                          

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